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Jack Teagarden, un musicista che non usa trucchetti

Il 15 gennaio 1964 muore a New Orleans, in Louisiana, il trombonista, cantante e leader Jack Teagarden, registrato all’anagrafe con il nome di Weldon Leo Teagarden.

Figlio d’arte

Nato a Vernon, nel Texas, il 29 agosto 1905, Jack respira musica fin dalla nascita. Entrambi i genitori, di discendenza tedesca, suonano. Suo padre è cornettista e sua madre un’eccellente pianista. Jack inizia presto lo studio del trombone e a dieci anni è già in grado di coprire l’intera gamma dello strumento. Si trasferisce con la famiglia prima a Chapel nel Nebraska, dove a tredici anni, si esibisce come trombonista accompagnato al piano dalla madre e quindi a Oklahoma City. Resosi indipendente va a vivere a San Angelo, nel Texas, con uno zio che gestisce una sala cinematografica. Qui alterna l’attività di operatore alla proiezione con quella di trombonista in vari locali. Dal 1920 al 1921 fa parte di un quartetto all’Horn Palace Inn nei pressi di San Antonio prima di dare vita a un proprio trio. Suona poi con i Peck’s Bad Boys del pianista Peck Kelley. Tra il 1923 e il 1924 effettua varie tournée con i Southern Trumpeters tornando poi con i Peck’s Bad Boys. Per due mesi suona nella Deep Aiver Orchestra del pianista Willard Robinson e nel dicembre del 1924 entra nei Doc Ross and His Jazz Bandits, il gruppo del batterista Doc Ross con il quale resta per tre anni, salvo brevi presenze nelle orchestre di Ted Jensen e Johnny Youngberg. Nel mese di novembre del 1927 si trasferisce a New York per suonare con la band di Herman Mehr cui seguono, in rapida successione, scritture con Johnny Johnson, Wingy Manone, Billy Lustig, Tom Gott ed Elizabeth Brice.

Instancabile concertista

Nel luglio del 1928 entra nell’orchestra del batterista Ben Pollack con cui resta fino a maggio del 1933, salvo brevi permanenze con i gruppi di Red Nichols, Paul Christensen, e Dorsey Brothers. Nel giugno del 1933 si trasferisce a Chicago e milita nelle orchestre di Eddie Sheasby, di Wingy Manone e di Mal Hallett. Dal 1934 al 1938 resta nella Big Band di Paul Whiteman. In questo periodo si esibisce anche in proprio in un gruppo gestito da Whiteman all’Hickory House di New York e denominato The Three T’s. Nel febbraio del 1939, scaduto il contratto che lo lega a Paul Whiteman, forma una swing band di cui fanno parte musicisti come Charlie Spivak, Lee Castle, Jack Russin e Dave Tough. Continua a dirigere grandi orchestre swing, con alterno successo, fino al 1946, servendosi di volta in volta di eccellenti musicisti quali suo fratello Charlie Teagarden, Danny Polo, Allan Reuss, Sterling Bose, Ralph Sutton, Stan Getz e altri ancora. Nel novembre del 1946 scioglie la big band e forma un sestetto comprendente il fratello Charlie e altri valenti jazzmen, tra cui Peanuts Hucko, Max Kaminsky, Ralph Sutton e Sidney Catlett. Nel 1947 si unisce agli All Stars di Louis Armstrong che lascia nel settembre del 1951 dando vita a un proprio sestetto chiamato con lo stesso nome che resta in attività fino al gennaio del 1956 con vari mutamenti di componenti. Entra quindi nell’orchestra di Ben Pollack per qlcuni mesi prima di dar vita a una nuova versione degli All Stars con Max Kaminsky “Peanuts” Hucko, Earl Hines e Cozy Cole. Progressivamente però le sue condizioni di salute diventano precarie fino alla morte che avviene mentre è in tour. Così lo descrive Red Nichols: «Jack è l’unico musicista di mia conoscenza che non usa trucchetti e che non cerca di far colpo su chi lo ascolta».

 

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