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Italia, no man’s land del terrorismo internazionale?

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Terrorismo internazionale
L'Italia, no man's land del terrorismo negli anni '70 e '80 nel libro di Salvatore Lordi

Nell’accogliente cornice del B-place di Roma, si è tenuta lo scorso 6 dicembre la presentazione di Il terrorismo internazionale nell’Italia del dopoguerra (Historica, 2014) del giornalista e scrittore Salvatore LordiSpeaker del giornale radio di Radio Dimensione Suono e profondo conoscitore delle vicende storiche del Medioriente, Salvatore Lordi ha collaborato con Il Gazzettino di Venezia, le news di Radio Monte Carlo e Correva L’Anno per RAI 3. La serata è stata condotta dal caporedattore di Radio Dimensione Suono Roma Francesco Certo, ed ha visto la partecipazione di Ferdinando Imposimato, giudice istruttore di importanti casi tra cui il rapimento di Aldo Moro e l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, di Pino Scaccia, storico cronista del TG1, e dello stesso autore.

Il terrorismo internazionale negli anni di piombo

Il dibattito sul libro al B-place

Nell’introdurre il dibattito, Francesco Certo ha sottolineato come il libro di Lordi si ponga un obiettivo ambizioso e cioè di porre alla nostra attenzione il fatto che, negli anni ’70 e ’80, mentre nella Penisola “imperversava l’eversione di destra e di sinistra, c’era un variegato terrorismo internazionale che aveva scelto l’Italia come terreno di scontro e di sicuro impatto mediatico”; fatti di notevole violenza che lasciarono sul terreno 36 morti e 200 feriti. E parte di questa drammatica vicenda ebbe anche il colonnello Gheddafi nella duplice veste di persecutore sia della dissidenza libica che della tensione terroristica in Italia a causa dei trascorsi coloniali. Trattando il frangente di come e se il nostro Paese fosse più o meno preparato a tale sfida.

Certo ha chiamato in causa il giudice Imposimato il quale ha subito evidenziato come “in una prima fase, il terrorismo internazionale agiva di concerto con altri terrorismi, su tutti le BR, e quindi non in maniera isolata”. Sotto questo profilo, Imposimato ha ricordato il famigerato patto di collaborazione per un comune addestramento e importazione di armi ed esplosivi dal Libano sancito dalle BR di Mario Moretti e dall’Olp nel 1978. “Solo in un secondo momento – ha proseguito Imposimato – il terrorismo internazionale agirà in modo autonomo rivendicando la propria matrice religiosa. È vero che gli attentati più efferati sono stati commessi in Spagna, in Francia e in Gran Bretagna ma anche il nostro Paese non è stato esente da queste minacce se solo pensiamo all’attentato sventato all’ambasciata Usa nel 1984 grazie all’intervento dei nostri servizi segreti”. Il pregio maggiore del saggio di Lordi, secondo il noto magistrato, è quello di mettere in fila tutta una serie di eventi che vanno a comporre un quadro inquietante, uno scenario che non è stato possibile definire come un atto di guerra dal momento che, a livello internazionale, non esiste neppure una definizione di terrorismo internazionale comunemente accettata da tutti. Lo stesso Pino Scaccia ha toccato quest’aspetto rilevando come “il problema del terrorismo internazionale sia un fattore piuttosto complesso. L’Italia è stata ed è un crocevia di interessi e conflitti internazionali. Simbolico da questo punto di vista l’attentato al Papa da parte di Alì Agca così come, nel caso Moro, lo scontro di interessi tra Usa e Urss. Per me, come per altri cronisti impegnati in quel periodo, la difficoltà maggiore fu quella di capire cosa stesse realmente succedendo”.

L’ombra di Gheddafi sull’Italia

Esiste un’ombra inquietante nella storia italiana di quel periodo, ha rimarcato Francesco Certo; ed è quella del Colonnello Gheddafi. E commentando il ruolo del leader libico nelle vicende nostrane, il giudice Imposimato ha richiamato l’attenzione della platea sul fatto che “nella sentenza del Moro bis, ho dedicato un intero capitolo riguardo l’interesse di Gheddafi a finanziare il terrorismo di sinistra e di destra perché il suo scopo era quello di creare situazioni di conflitto nel nostro Paese. Ma lo stesso Mossad, il servizio segreto israeliano, aveva interesse a fare dell’Italia un potenziale scenario di scontro, sopratutto per allontanare le tensioni nel settore medio-orientale”. Inevitabile, a questo punto, chiedersi come reagirono i nostri Governi. Erano informati di queste vicende? E i nostri servizi segreti? Il giudice Imposimato ha risposto che “i nostri esecutivi e i nostri servizi di sicurezza erano pienamente consapevoli della minaccia del terrorismo internazionale ma preferirono lasciar fare perché destabilizzare l’opinione pubblica significava poter mantenere il controllo della situazione politica”.

E puntualizzando le riflessioni del magistrato campano, Pino Scaccia ha evidenziato come sia sempre esistita una profonda manipolazione dei fatti, una sottile zona grigia dove le informazioni vengono modificate e come poi vengano fornite all’opinione pubblica, distanziando ciò che accade realmente da ciò che appare. Il libro di Salvatore Lordi sul terrorismo internazionale negli anni ’70-’80, secondo l’inviato del TG1, potrebbe aiutare l’opinione pubblica a “risvegliarsi un po’ dal torpore di questo tempo storico, per tornare a ragionare criticamente sui fatti”. Le conclusioni della serata sono state affidate all’autore stesso il quale ha tenuto a ricordare come “tutte queste vicende hanno un fil rouge comune ossia quello di attentati indipendentisti che hanno avuto come palcoscenico l’Italia, facendo del nostro Paese lo scenario ideale dove mettere in scena le proprie istanze politiche e dove manifestare precise lotte per conto dei propri governi”.