Investire in bambù? E’ una scelta produttiva sostenibile. Il Consorzio Bambù Italia S.r.l. nasce con l’intento di offrire all’agricoltura un’importante occasione di rivincita, dopo le delusioni ricorrenti subite a causa della stabilizzazione dei mercati e della standardizzazione delle produzioni cosiddette “classiche”.
Per uscire da una innegabile situazione di stallo, l’agricoltura necessita di NOVITA’; riteniamo che il bambù, coltivato a scopo industriale e commerciale in tutto il mondo, ipersperimentato e dall’economia consolidata a livello mondiale, sia la novità giusta che l’agricoltura italiana da tempo sta cercando, con i suoi copiosi ed innumerevoli campi di applicazione, oltre 1500 utilizzi diversi.
Il Presidente del CBI, Dott. Fabrizio Pecci, grazie al suo estro e al suo intuito imprenditoriale, nota durante i suoi viaggi in oriente gli effetti positivi che il bambù apporta all’economia e all’ambiente; nel 2011 decide di avviare tutte le azioni necessarie per poter strutturare un’azienda in grado di portare quest’economia in Italia ed in Europa. Dopo 3 anni di studi, viaggi, consulenze, investimenti, analisi e selezione, nasce nel 2014 il Consorzio Bambù Italia S.r.l., sancendo l’Anno 0 del bambù coltivato a scopo commerciale ed industriale in Italia ed in Europa.
Per strutturare l’azienda consulenza di esperti
Per poter strutturare adeguatamente l’azienda, si è verificato essere assolutamente necessario realizzare le piante madri di bambù gigante direttamente in Italia, attraverso un processo organizzato e certificato dal punto di vista fitosanitario. Questa convinzione che si traduce in una vera e propria scelta imprenditoriale con quel che ne consegue in termini di investimenti, matura in seguito alla selezione di un affermato ed esperto realizzatore di bambuseti cinese come consulente, il quale trasmette costantemente il suo know how (ben pagato dal CBI) ai tecnici e al presidente del CBI.
Il primo dato sintomatico e fondamentale è che le foreste di bambù gigante nascono SOLO attraverso la messa a terra della pianta madre, che nasce da seme selezionato.
Il CBI stringe quindi un rapporto non solo di consulenza, ma anche di fornitura del seme selezionato, IN ESCLUSIVA PER L’EUROPA.
Nascono i vivai Onlymoso
Nascono pertanto i “Vivai Onlymoso” e il marchio Onlymoso, di proprietà del presidente del CBI, nei quali avvengono tutti i processi di trasformazione e generazione delle piante madri certificate.
Il vantaggio di realizzare le piante in Italia, permette di avere un controllo fitosanitario rigido ed in linea con le regolamentazioni comunitarie, produzione monitorata, annullamento dei rischi di importazione di qualsivoglia agente patogeno, certezza della disponibilità, possibilità reale e concreta di garanzia delle piante stesse. Consegne perfettamente pianificabili e assoluta tranquillità dei nostri clienti che nessun ente possa richiedere la “quarantena” delle loro azienda per accertamenti sulle provenienza di quanto piantumato.
Alcuni dati tecnici sul bambù
Molte persone sono convinte di sapere esattamente cos’è il bambù; in realtà esistono 1200 specie con 80 generi diversi, il che rende improponibile conoscerle tutte nel dettaglio. Specifichiamo al meglio la nostra specie; il CBI ha selezionato attentamente la specie da distribuire, ponendo l’accento sulle condizioni climatiche ottimali di sviluppo e di trasformabilità del bambù. Il phyllostachis pubescens (o edulis), più semplicemente MOSO, è coltivato in Cina come la specie di maggior impiego industriale e commerciale.
E’ una graminacea estremamente rustica, che ben si adatta ad ogni tipo di terreno, senza escluderne alcuno. Cresce splendidamente in climi temperati, soffrendo il freddo solo per temperature inferiori a -25°C (in Italia praticamente ovunque le temperature sono superiori anche in Inverno) ed essendo una pianta non acquatica, risente di immersioni prolungate. Per prolungate si intende oltre le 2 settimane con acqua stagnante sopra al piano di campagna, quindi nei nostri terreni va bene ovunque, in quanto questa condizione impedirebbe lo sviluppo di qualsiasi coltura. Cresce tramite la propagazione dei rizomi, che si muovono strisciando nel sottosuolo a 10-30 cm di profondità (quindi molto superficiale) creando una vera e propria platea di fondazione che garantisce estrema stabilità alla coltivazione.
Colonizza il terreno, realizzando una splendida e curata piantagione di bambù, con germogli che in soli 2 mesi diventano canne alte 20 m. Raggiunge dimensioni comprese fra i 14 e i 25m in altezza; fra gli 8 e i 15 cm di diametro. Ogni anno riproduce nuovi germogli e nuove canne, senza alcun trattamento o cura in quanto è antibatterico e antimicotico naturale, il che la rende immune da parassiti e/o batteri.
La manutenzione è praticamente inesistente. E’ sempreverde a foglia caduca, il che rende la pacciamatura alla base sempre rinnovata, con rilascio di importanti proprietà nel terreno.
E’ una pianta meravigliosa, che vive a ciclo chiuso, con sorprendenti ed inaspettate proprietà e incredibile fascino.
Il germoglio l’embrione della canna
Il germoglio è l’”embrione” della canna, il primo elemento che i rizomi propongono. Trovano vasto impiego nel mercato alimentare, anche se possono essere introdotti in quello farmaceutico ed in quello cosmetico. Il germoglio nasce in inverno e fuoriesce dal terreno in primavera, stagione durante la quale va raccolto. Il tempo di sviluppo di un germoglio fuori terra è estremamente rapido, in quanto raggiunge dimensioni dell’ordine di 20m in soli 2 mesi. Richiede quindi particolare attenzione (come gli asparagi e le zucchine) e celerità nella raccolta. Essendo ricco di molte sostanze nutritive, è classificato super food, ottimo per la diversificazione alimentare e per l’integrazione di particolari diete come quelle vegane e vegetariane (stili alimentari in costante e rapida crescita).
Il germoglio pesa mediamente fra i 500g e 1 kg, si raccoglie con grande semplicità, ed è considerato un elemento perfettamente in linea con le esigenze e le tendenza della società, italiana ed europea. Molto apprezzato in tutto il mondo, è un alimento di grande pregio, dal prezzo alla portata dei più ricchi; infatti in Cina ha costi proibitivi per la maggior parte della popolazione, consumato quindi solo dai più benestanti.
Canne e culmi
Le canne, o più tecnicamente i culmi, si formano a partire dal germoglio, che sviluppando, in soli 2 mesi, ci regala una canna completa che dovrà solo lignificare (addirittura in alcuni momenti la crescita può essere avvertita a vista d’occhio). Trova impiego in innumerevoli campi applicativi: edilizia, ponteggi, oggettistica, fibre di rinforzo, filati, tessuti, cippato, pellettato, tappeti, abbellimenti, statue, carta, etc… Una volta sviluppata, la canna non richiede grande rapidità di raccolta. Il legno che propone è estremamente pregiato, dai costi decisamente importanti. La disponibilità in Cina non soddisfa le necessità in input alle aziende di trasformazione, e questo la dice lunga sulle reali capacità di utilizzo del bambù e sulla sua bontà. Una canna raggiunge dimensioni fra i 14 e i 25m di altezza, fra gli 8 e i 15cm di diametro. E’ un legno di qualità, pregiato e rinnovabile, che si sposa perfettamente con le tendenze e i bisogni della società italiana ed europea che chiede sempre più materiali di qualità e rinnovabili. Tutto quello che si realizza con il legno è realizzabile anche con il bambù, sinonimo di grande versatilità applicativa.
Le canne giovani (meno di 1 anno) trovano impiego nell’industria tessile e cartiera.
Le canne lignificate (2-3 anni) in tutti gli altri impieghi dove è richiesta la robustezza acquisita dal processo di lignificazione.
Come avviene la raccolta del bambù
Il germoglio si raccoglie principalmente a mano (anche se le sfide in campo agricolo hanno sempre stimolato l’ingegneria e in futuro la tecnologia modificherà gli scenari), a partire dal terzo anno rispetto alla messa a dimora. Ogni anno la produzione dei germogli sarà sempre crescente, fino ad assestarsi alla produzione di regime al massimo al settimo anno (dipende dal numero di piante acquistate). La raccolta avviene in primavera (da Marzo a Maggio), con una durata di circa 20 giorni continuativi, durante i quali si entra all’interno dei bambuseti per raccogliere circa il 70% dei germogli prodotti. Mediamente si raccolgono dai 100 ai 200 kg/h di germogli (1 persona).
La raccolta delle canne avviene nel periodo autunnale/invernale, da Settembre inoltrato a Dicembre. Tale procedura avviene anch’essa manualmente con motosega, anche se esiste già sin d’ora la possibilità di meccanizzazione impiegando le medesime macchine utilizzate per la raccolta dei pioppi. Ogni canna può pesare dai 20 ai 100 kg (dipende dall’altezza e dallo spessore). Il primo taglio avverrà intorno al quinto anno dal momento della messa a dimora, con crescita dei volumi raccolti negli anni successivi, fino al raggiungimento del regime al massimo al settimo anno.
Mediamente si raccolgono dalle 10 alle 20 canne/h (1 persona). Si sezionano alle lunghezze, predeterminate delle condizioni di raccolta ogni anno diramate direttamente dal CBI, direttamente all’interno del bambuseto.
Germogli e canne saranno collocati, secondo le modalità esposte dal CBI ogni anno, in un punto di agevole accesso, che consenta di effettuare il ritiro della merce con serenità.
I mercati del bambù
Ad oggi il mercato del bambù è già sviluppato in molte parti del mondo; in estremo oriente, nonostante siano coltivati in Cina circa 9.000.000 di Ha, tale produzione non soddisfa le esigenze interne, rendendo impossibile una forte esportazione da parte di questo paese.
In Europa e in Italia, il mercato potenziale è enorme, affermazione dimostrata proprio dall’ampio utilizzo che se ne fa in estremo oriente. Ad oggi, per stabilire possibili scenari futuri, possiamo analizzare il trend di crescita dei bisogni dell’uomo, unico e vero elemento che determina gli andamenti dei mercati. Dal punto di vista alimentare, i vegani e i vegetariani sono in rapida crescita, con statistiche che propongono una conversione a tale stile alimentare del 50% della popolazione europea entro il 2035. Pensiamo al peso che il germoglio potrebbe avere nella diversificazione di questa alimentazione, senza contare che si integra perfettamente anche in un’alimentazione classica “onnivora”.
Ci affacciamo ad un mercato di oltre 600.000.000 di persone, la cui soddisfazione con 30.000Ha a pieno regime sarebbe del solo 10% in caso di consumo pressoché nullo di tale 10% (5kg/anno pro capite).
Anche le canne, che darebbero certamente nuovo slancio ad investimenti imprenditoriali ormai esausti di riproporre sempre gli stessi settori con speranze portate al lumicino per effetto di una staticità latente, trovano l’apprezzamento più sentito delle esigenze della popolazione per via della loro qualità (superiore ad ogni altro legame) e della loro rinnovabilità (foresta ecologica, che ripropone ogni anno senza agenti chimici nuove canne).
Siamo davanti ad una possibile rivoluzione verde, ecologica, capace di fornire ottimi materiale, e di riavvicinare l’uomo alla natura come da tempo non succede, permettendo ai vari attori, dall’agricoltore al dettagliante di trarre profitto, da un’attività etica.
Possibile immaginare mercato migliore?
Etica ed ambiente aspetti fondamentali
Al di là degli aspetti economici derivanti dalla coltivazione del bambù, il nostro ecosistema versa in una situazione che per orgoglio umano e per amore verso il prossimo presente e futuro non può lasciarci indifferenti.
Le foreste di bambù offrono ampi spunti etici-ecologici-ambientali; una foresta di bambù è in grado di assorbire circa 5 volte l’anidride carbonica assorbita da un’equivalente foresta “classica” (composta da alberi, a cui siamo maggiormente abituati), rilasciando nell’atmosfera circa il 35% in più di ossigeno.
Le foglie che cadono con continuità, rilasciano importanti dosi elementi, utili per l’alimentazione del bambuseto e del suolo.
La sua capacità fitodepurativa (simile ad un giunco), lo rende adatto per il ripristino di aree delicate, come cave o discariche, oltre a sanare aree ipersfruttate dall’uomo.
Il suo caratteristico apparato radicale a “rete”, permette di risolvere molti problemi di smottamento e/o dissesto idrogeologico dei pendii.
Le sue proprietà antibatteriche e antimicotiche lo rendono immune dagli attacchi di parassiti e batteri, eliminando per intero l’impiego di prodotti chimici e pesticidi.
Lo sviluppo e il progresso non sono legati soltanto al profitto, ma anche all’etica e alla cura dell’ambiente.
I costi della produzione di bambù
Come succede per ogni materia prima, il prezzo è influenzato da tantissime variabili, assolutamente non predeterminabili. Risulta pertanto impossibile parlare di prezzi certi a scadenza lunghe come3-4 anni, mentre risulta sicuramente più professionale parlare di stime.
Per consentire ai nostri potenziali clienti di comprendere la natura di questo investimento, abbiamo determinato un possibile e stimato prezzo a cui fare riferimento per avere un orientamento.
Considerando che ad oggi, i germogli in Cina sono scambiati fra i 3 e i 7 USD/kg, quando lo stipendio medio cinese è di 10 $/giorno, che un carico importato dalla Cina di svariate tonnellate da ritirare al porto cinese (a cui pertanto si dovranno aggiungere costi di trasporto, assicurazione, dogana e dazi) è pari a 1,5 USD/kg e che in Italia si trova fresco (importato dalla Cina) a 10,5 €/kg o al supermercato trasformato a 10,8 €/kg. CAUTELATIVAMENTE e in riferimento alla quotazione minima dell’asparago si associa al germoglio 2 €/kg (ribadiamo che è una stima).
Le canne sono importabili per l’arredo da esterno o da interno, hanno un valore al pezzo di circa 3m pari a 30€. Consideriamo che il pellet di bambù importato dalla Cina ha un valore di mercato già superiore a quello realizzato con altri materiali in Europa, con proprietà termodinamiche superiori. CAUTELATIVAMENTE consideriamo la canna intera, mediamente alta 20m, quotata a 12€ intera(ribadiamo che è una stima).
La preparazione del terreno e messa a dimora
Il terreno in cui mettere a dimora il bambù deve essere preparato come se si dovesse effettuare la semina del grano (anch’esso è una graminacea): aratura bassa (massimo 50cm) e successiva erpicatura o fresatura. Prima dell’aratura, anche se non è assolutamente obbligatorio, è possibile effettuare una concimazione organica, con riposo del terreno per circa un mese affinché il concime organico si scarichi. Le suddette operazioni permettono di ammorbidire il terreno superficialmente, agevolando lo sviluppo dei rizomi.
Tali rizomi dovranno essere confinati, attraverso la realizzazione di una strada perimetrale larga 3 m (consigliato), fatta con terra battuta dal passaggio del trattore, che di per se scoraggia l’avanzata dei rizomi. In corrispondenza del confine, si realizza un fosso perimetrale profondo almeno 50 cm, che blocca l’eventuale avanzata dei rizomi, ricorrendo alla natura stessa; una volta che il rizoma spunta dalla riva del fosso, subisce un naturale processo di fotosintesi, trasformandosi in una cannetta di piccole dimensione che volge verso l’alto, arrestando il suo avanzamento. La piantumazione delle piante madri avviene dopo aver realizzato lo squadro, normale operazione di individuazione delle file e delle posizioni nelle singole file in cui mettere a dimora le piante, nel rispetto di una uniforme ed omogenea distribuzione delle piante sul terreno, tramite i sesti d’impianto consigliati.
Ogni pianta madre si colloca a terra realizzando un semplice buco con due colpi di vanga, svasando la pianta secondo le indicazioni offerte del CBI; prima di chiudere il buco, si versa una quantità idonea di concime OSMOCOTE tramite un misurino, il tutto allegato alle piante stesse consegnate.
Si realizza un pacciamatura con paglia fradicia attorno ad ogni pianta per mantenere umidità, temperatura adeguate e ostacolare le infestanti naturali.
Si versano circa 10 Lt di acqua per ogni pianta per agevolare le procedura di trapianto.
Tempo tecnico per realizzare un ettaro: 2-3 giorni in funzione della densità desiderata.
Controllo delle infestanti, irrigazione e concimazione
Una volta realizzata la piantagione, fra le file sicuramente tenderanno a nascere le infestanti naturali; premesso che hanno importanti qualità favorevoli allo sviluppo del bambuseto, in quanto sono azotofissatrici e mantengono fresco il terreno, agevolando lo sviluppo dei rizomi, sappiamo che in agricoltura c’è la forte tendenza a voler mantenere “puliti” i propri impianti.
Nei primi due anni è certamente possibile passare con il trattore e trinciare le infestanti naturali, ma questa procedura può ostacolare l’avanzamento dei rizomi, schiacciando il terreno. Preferibile una mezza semina di favino o trifoglio, che sono infestanti controllate, le quali replicano gli affetti benefici delle infestanti naturali e nello stesso tempo regalano ordine e regolarità all’impianto.
Nel suo sviluppo, il bambù le assorbirà essendo una graminacea dominante, impedendo ad altre erbe di presentarsi.Per quanto concerne l’irrigazione, suggeriamo, per spingere al meglio la coltivazione, che soprattutto nei primi 2 anni, quando l’impianto deve sviluppare maggiormente, di realizzare un semplice impianto a goccia, che alimenti la fila su cui sono state collocate le piante madri.
Il bambù richiede circa 900mm di acqua ogni anno; l’impianto di irrigazione serve per intervenire in caso di emergenza, nei periodi estivi e siccitosi, con al massimo (in caso di assoluta siccità), 60 Lt. a pianta alla settimana.
Relativamente alla concimazione, trascorsi 4 mesi dalla messa a dimora, è possibile iniziare una concimazione a granelle vicino alla piantina, impiegano un concime NITROPHOSKA o equivalenti, con titolatura NPK XX XX XX. In caso non sia possibile reperire questo tipo di concime, è possibile farsi consigliare direttamente dal rivenditore un concime equivalente.
Il CBI offre servizio continuo di assistenza e monitoraggio a distanza degli impianti, con rilascio di documentazione tecnica ad ogni cliente per seguire linee guida che ottimizzino tutte le azioni di gestione del bambuseto, finalizzate a massimizzare la produzione e la soddisfazione del cliente.
Il raccolto del bambù
Un elemento fondamentale per stabilire al meglio se una piantagione è redditizia, è la quantità di prodotto che è possibile raccogliere e quindi conferire.
Per semplificare al massimo, il CBI si è concentrato solo su due raccolti principali: il germoglio primaverile e i culmi (non dimentichiamo che è possibile raccogliere anche rizomi, impiegati per fare i manici di borse esclusive come Gucci, le foglie adatte a tisane, thè, infusi, alimentazione animale, bevande salutari, i rami per fare biomassa e i germogli invernali, pregiati e dall’alto valore economico).
In Italia un’esperienza diretta sarà maturata nei prossimi anni e grazie al supporto del nostro consulente cinese, disponiamo di affermate tabelle di produttività, relative alle quantità prodotte e raccolte in regioni della Cina con identico clima al nostro.
A regime, un ettaro coltivato a bambù gigante MOSO, produce dai 7.500 ai 15.000 kg di germogli e dalla 2.500 alle 8.000 canne raccoglibili, ogni anno.
Pensando a quelli che presumibilmente si possono considerare valori medi, ci aspettiamo di raccogliere 10.000 kg di germogli e 5.000 canne all’anno, considerando ovviamente l’impianto a regime (condizione che raggiungerà in 5-8 anni in funzione del sesto d’impianto di partenza).
Comunque sia, al terzo anno tutti gli impianti produrranno germogli pronti alla raccolta, con la differenza che più denso è l’impianto, maggiore sarà la raccolta sin da subito e più rapido sarà il raggiungimento della condizione di regime.
Questi dati sono utilissimi per realizzare un piano previsionale di fatturato.
I sesti d’impianto
Il CBI propone ai propri clienti diverse densità d’impianti, realizzati tutti con le piante madri Onlymoso®. Le diverse proposte sono accumunate dalla volontà di soddisfare al meglio ogni esigenza che i clienti possono avere: impianti basso intensivi per contenere l’investimento iniziale, impianti alto intensivi per generare copiosi raccolti sin dai primi anni, con grande celerità nel raggiungimento del regime.
I sesti proposti sono:
D-480, 480 piante ettaro, sesto d’impianto circa 4,5m x 4,5m.
D-600, 600 piante ettaro, sesto d’impianto circa 4,0m x 4,0m
D-840, 840 piante ettaro, sesto d’impianto circa 3,5m x 3,5m
D-1200, 1200 piante ettaro, sesto d’impianto circa 3,0m x 3,0m
Le piante saranno consegnate con partenza direttamente dal vivaio italiano di produzione, con corriere incluso nelle spese, corredate dal concime da versare in fase di trapianto, senza aggiungere altro nei successivi 4 mesi.
Il CBI offre inoltre la garanzia di attecchimento delle piante madri, con una piccola franchigia del 2% ritenuta possibile e naturale.
Tale garanzia attesta che al sesto mese dall’impianto, se più del 2% delle piante consegnate e piantumate non ha attecchito, il CBI le riporta nuove senza alcun aggravio di costo.
Una certezza importante, per dormire sonni tranquilli in merito allo sviluppo della piantagione.
Oltre alle piante, il cliente riceverà anche il certificato OnlyMoso®, documento fondamentale che attesta la realizzazione di un bambuseto OnlyMoso®, condizione necessaria affinché il CBI ritiri la produzione. Un valido strumento di selezione, per garantire qualità e prestigio del marchio a livello di mercato.
I Ricavi e i Costi di gestione
Il Bambù coltivato a scopo industriale e commerciale, rappresenta oggi una delle pochissime opportunità per il reale rilancio di un’economia, quella agricola, ormai schiacciata dal dominio di pochi nel commercio delle colture cosiddette “classiche”.
I ricavi che un agricoltore o imprenditore agricolo realizza da un singolo ettaro in un anno sono veramente al limite dell’incredibile; addirittura si parla di soli 100€/Ha nel caso del grado. Pensiamoci bene: 100€/Ha per lavorare un intero anno!
Questo dato è sintomatico, può addirittura far spaventare o rendere incredulo un coltivatore davanti ai numeri che proponiamo; ricordiamo che 45 anni fa il kiwi, frutto peloso dall’unico impiego nel campo alimentare, ha trovato grande spinta e gradimento, tanto da far arricchire oltre ogni aspettativa iniziale, chi decise di essere pioniere di questa nuova coltura.
Ricordiamo che dalle considerazioni che il CBI ha fatto in termini di mercato, i prezzi indicativi si possono ragionevolmente stimare in 2 €/kg per il germoglio e 12 €/canna per i culmi; associando questi valori alle produttività ad ettaro, anche solo minime, di 7.500 kg di germoglio ad ettaro e 2.500 culmi ad ettaro, si raggiunge un ricavo di 45.000 €/Ha ogni anno!
Per non parlare di quello che accade con le produttività medie di 10.000 kg di germoglio ad Ha e 5.000 culmi ad Ha, che incrementano il ricavato annuo ad ettaro a 80.000€!
Il tutto con una spesa minima di gestione per irrigazione e concimazione, che in età adulta può anche essere ridotta o addirittura evitata; l’unica spesa reale è per la raccolta, che si può stimare, esagerando volontariamente i valori, nel 25 % del fatturato.
Riassumendo, un ettaro di bambù è una vera e propria miniera verde, in grado di generare guadagni netti che nessun’altra coltura può generare.
I Prezzi e i Premi
Gli impianti di bambù gigante hanno un costo d’investimento iniziale in linea o addirittura inferiore ai costi di realizzazione di un classico frutteto, generando vantaggi economici sostanzialmente superiori, rendendo l’impianto di bambù vantaggioso rispetto a qualsiasi altro impianto. I prezzi vanno da 14.350€/Ha per il D-480, passando per i 17.000€/Ha per il D-600 e per i 21.000 €/Ha per il D-840, per concludere con i 26.400€/Ha per il D-1200.
I prezzi si intendono trasporto incluso ed IVA esclusa. Il CBI mette sin da subito a disposizione del cliente un finanziamento a fondo perduto fino ad un 38% del prezzo iniziale, che il cliente potrà scontare direttamente alla fornitura.
Tale premio sarà maggiormente premiante per coloro che soddisferanno queste 4 caratteristiche:
Realizzeranno grandi impianti, su superfici almeno pari a 5 Ha;
Realizzeranno impianti più densi.
Sottoscriveranno un contratto di conferimento per 10 anni.
Prenoteranno l’impianto celermente, consentendo al CBI di organizzarsi al meglio per le spedizioni.
Il premio va da un minimo di 750€/Ha, fino ad un massimo di 10.000€/Ha.
Un incentivo veramente importante, sinonimo del credo del CBI in questa incredibile opportunità e un vero e proprio stimolo da cogliere al volo per tutti coloro che possiedono anche solo 1 Hada dedicare a questa splendida piantagione.
I contratti
I rapporti fra noi del CBI e il cliente sono perfettamente regolamentati da contratti regolarmente sottoscritti.
Il primo contratto è fra il cliente è i Vivai Onlymoso di Fabrizio Pecci, l’azienda che realizza le piante madri e che direttamente le commercializza, consegnandole al cliente presso l’indirizzo indicatoci.
Il secondo accordo, direttamente incluso nel modulo d’ordine, è il contratto fra il cliente e il CBI, finalizzato al conferimento del prodotto da parte del cliente, il quale impegnandosi sin da subito nel conferimento, ottiene dal CBI un finanziamento a fondo perduto e tutta l’assistenza e la formazione necessaria per poter realizzare la piantagione efficiente.
Sottoscrivendo questo contratto, il cliente si impegna a conferire al CBI la produzione, mentre il CBI è obbligato a ritirare la produzione, fornendo al cliente il miglior prezzo di mercato, che dipenderà dalle dinamiche del mercato stesso.
Il cliente può decidere di sottoscrivere questo contratto per una durata di 5 o 10 anni a partire dal primo conferimento, che avverrà intorno al terzo anno dalla piantumazione. Durante gli anni di conferimento le dinamiche saranno variabili e imprevedibili, ma sin da subito il CBI determina la condizione di conservazione del rapporto o di svincolamento.
Nel caso in cui l’offerta fatta dal CBI sarà uguale o superiore a 2€/kg per il germoglio e a 12€/canna per la canna media alta 20m e 12 cm di diametro, il cliente conferirà al CBI; in caso contrario potrà svincolarsi versando una penale pari al 2 volte il premio ricevuto in caso di conferimento quinquennale o di 4 volte il premio ricevuto in caso di conferimento decennale.
Se, invece, l’offerta fatta dal CBI a clienti fosse inferiore a 2€/kg per il germoglio e a 12€/canna per la canna media alta 20m e 12 cm di diametro, allora il cliente sarà svincolato senza dover versare alcuna penale in caso di mancato conferimento, ne per quell’anno ne per tutti i successivi inclusi nel contratto.
Al fine di proteggere l’attività, il mercato e il know how, contrattualmente si fa divieto di rivendere o riprodurre le piante, oltre a non concedere allargamenti non autorizzati oltre agli ettari contrattualizzati e certificati.
I benefici fiscali
Realizzare un’impresa o un’azienda in Italia ad oggi, si sa, il peso fiscale della tassazione alta che grava sui redditi scoraggia e riduce molto i guadagni degli imprenditori, i quali spesso rinunciando ad avviare nuove attività.
Il mondo dell’agricoltura beneficia di un grosso vantaggio relativamente alla tassazione, in quanto non esiste un’aliquota funzione del fatturato, bensì si paga una cifra quasi “simbolica”, che prende il nome di rendita agraria.
La rendita agraria dipende solo dalla coltura realizzata ed è sempre la stessa, generalmente poche centinaia di euro, indipendentemente dal fatturato realizzato.
Per chi oggi decide di avviare un’attività imprenditoriale innovativa, pensare al bambù gigante OnlyMoso® è sicuramente una scelta vincente perché:
Investimenti iniziali modesti, se pensiamo a qualsiasi altra attività da avviare.
Ritorni stimati elevati e con pochi rischi.
Semplice da realizzare, facile da condurre.
Tasse praticamente nulle.
Se stai cercando un’attività innovativa, ecologica, in tendenza con le richieste della società, che possa generare ampi ritorni economici nel giro di pochi anni, il Bambù Gigante OnlyMoso® è la migliore scelta che puoi fare.
Per info:
Dott. Massimo Somaschini – tel.+39370.1323488
Per una guida completa alla coltivazione del bambù gigante potete leggere anche questo articolo