Il 27 maggio del 1940 al teatro Valle di Roma va in scena “Caccia al passante”, uno spettacolo di varietà ideato e scritto dal Agenore Incrocci, un autore che si firma con lo pseudonimo di Age.
Quattro ragazzotti di belle speranze
Lo presenta Mario Riva e tra gli artisti che si alternano sul palcoscenico c’è un complesso vocale formato da quattro ragazzotti le cui età sommate non raggiungono gli ottant’anni. Il gruppo canta una versione di Bambina innamorata decisamente innovativa e ritmata sulla falsariga di quello che dall’altra parte dell’oceano fanno i gruppi vocali americani d’ispirazione jazzistica come i Mills Brothers. Il pubblico applaude entusiasta. Si presentano come Quartetto Egie, prendendo in prestito la parola ottenuta assemblando le iniziali dei nomi di battesimo dei componenti: Enrico Gentile, Giovanni Giacobetti detto “Tata”, Iacopo Jacomelli ed Enrico De Angelis. Il gruppo può contare anche su una sorta di quinto componente aggiunto in Virgilio Savona, un geniale musicista appassionato di jazz che mette mano agli arrangiamenti. La loro esibizione non passa inosservata. Convocati per un provino radiofonico sostituiscono Iacopo Jacomelli, intenzionato a continuare come solista, con Virgilio Savona e cambiano nome in Quartetto Ritmo. L’8 ottobre del 1941, accompagnati dall’Orchestra Zeme, si esibiscono per la prima volta ai microfoni della radio cantando Il Visconte di Castelfombrone tratto dal popolare sceneggiato radiofonico “I quattro moschettieri”, ma i problemi non sono finiti. Nello stesso periodo, infatti, anche Enrico Gentile, che fino a quel momento aveva avuto il ruolo della voce solista, è costretto a lasciare i compagni per adempiere agli obblighi militari.
Millequattrocento brani
Al suo posto arriva un giovane che proviene da Fondi in provincia di Latina. Si chiama Felice Chiusano. Con il nuovo organico il nome diventa definitivamente Quartetto Cetra, in omaggio alla casa discografica che li ha scritturati. Nel 1945 registrano un brano, Pietro Vughi il ciabattino, destinato a restare nella storia della canzone come il primo boogie woogie italiano. Nel mese di ottobre del 1947 in occasione di un concerto al Teatro delle Arti di Roma, la bolognese Lucia Mannucci sostituisce De Angelis, richiamato sotto le armi. Due anni dopo ottengono un grande successo con il brano Nella vecchia fattoria, una divertente rielaborazione di una vecchia filastrocca irlandese. Non si fermeranno più. Il loro è l’unico gruppo vocale capace di attraversare da protagonista più di quarant’anni di storia musicale del nostro paese. Il merito di questa lunghissima avventura che ha regalato un posto importante nella storia dello spettacolo italiano paese è soprattutto del loro stile unico nel quale la tecnica vocale, la musicalità e la perfezione dell’amalgama si sposano con una capacità interpretativa che attinge anche al di fuori della musica in senso stretto. Nella sua lunga storia il Quartetto Cetra riesce a mettere in relazione la canzone con le altre forme dello spettacolo, dal teatro al cinema alla radio e successivamente alla televisione. Il loro repertorio è immenso. La leggenda racconta che siano stati più di millequattrocento i brani da loro interpretati, tra quelli composti da e per loro e quelli ripresi dal repertorio altrui con adattamenti che in qualche caso finiscono per cancellare gli interpreti originali.