Home C'era una volta Iller Pattacini, tra jazz e liscio

Iller Pattacini, tra jazz e liscio

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Il 7 ottobre 1933 nasce a Barco, in provincia di Reggio Emilia, il clarinettista, sassofonista e fisarmonicista Iller Pattacini.

Il successo come compositore e direttore artistico

Figlio d’arte inizia a studiare la fisarmonica a sette anni con il padre Tienno, popolare musicista e compositore. Nel 1945 entra a far parte del gruppo da ballo del padre e ci resta fino al 1948. Nel 1949 inizia a suonare il clarinetto a cui aggiunge poi nel 1951 il sassofono contralto. Le sue prime esperienze jazz risalgono al 1948 quando con la fisarmonica partecipa a jam session a Milano con Gorni Kramer, Roberto Nicolosi, Gil Cuppini e a Firenze con Piero Umiliani, Carlo Coppoli e Guido Giuntini . Dal 1951 al 1960 collabora con Radio Monteceneri come strumentista e arrangiatore. Dal 1960 al 1967 diventa consulente e poi direttore artistico della Dischi Ricordi. Compone anche il celebre brano Una lacrima sul viso, firmandolo con lo pseudonimo di “Lunero” che viene portato al successo da Bobby Solo al Festival di Sanremo 1964.

Tra jazz ed Emilia

Nonostante gli impegni Pattacini non rinuncia al jazz. Partecipa col gruppo di Flavio Ambrosetti al Festival di Sanremo, suona in più occasioni col pianista francese Jack Dieval e si esibisce come strumentista in vari concerti radiofonici. In questi anni cura alcuni arrangiamenti per un album di Gianni Basso e Oscar Valdambrini e produce l’album Jazz allo Studio 7 di Romano Mussolini cui viene  assegnato il Premio della Critica Discografica. Sulla sua figura e sulla sua carriera artistica è stato realizzato un film documentario firmato da Primo Giroldini, dal titolo “Iller Pattacini, una vita in musica”. Negli anni Ottanta del Novecento diventa una delle figure maggiormente significative nell’opera di revival del ballo liscio all’emiliana. Muore a Barco il 3 settembre 2006.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".