Il Marquee Club di Londra, uno dei templi del rock britannico, ospita il 25 gennaio 1982 il primo concerto da protagonista di una band insolita e snobbata dalla critica. Sono i Marillion, un gruppo di appassionati cultori di un genere come il rock progressivo, considerato irrimediabilmente datato nei primi anni Ottanta, un periodo in cui, a parte la new wave, l’intera produzione discografica sembra privilegiare musiche fatte per non pensare e di rapido consumo.
Il carismatico Fish
La band, nata ad Aylesbury, è formata dal batterista Mick Pointer, dal chitarrista Steve Rothery, dal tastierista Mark Kelly, dal bassista Peter Trawavas e dal carismatico cantante Fish, all’anagrafe Derek William Dick. Proprio a quest’ultimo, in possesso di una solida formazione classica e profondamente innamorato del rock progressivo inglese della prima metà degli anni Settanta, si deve l’ispirazione e la linea musicale dei Marillion. Quando il gruppo, considerato da gran parte della critica come una sorta di “scherzo della natura” nostalgico e velleitario, arriva al Marquee non ha ancora un contratto discografico, né un manager. Può contare soltanto su una solida nicchia di appassionati che non intendono arrendersi alle mode. Nonostante le pessimistiche previsioni il locale è affollato da un gran numero di spettatori e il concerto assume i toni di una rivincita contro tutti i detrattori. Il successo dell’esibizione frutta alla band il primo, sospirato, contratto discografico con una major. È la EMI l’etichetta che decide di correre qualche rischio con un gruppo “fuori moda”.
Una scommessa vincente
La scommessa si rivelerà vincente. Nel 1983 l’album Script for a jester’s tears segnerà l’inizio di un sorprendente successo destinato a spiazzare critici e detrattori toccando l’apice nel 1985 con la pubblicazione di Misplaced childhood che arriva addirittura al primo posto della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna. Nel frattempo anche la formazione si irrobustisce con l’arrivo di Ian Mosley, l’ex batterista dei Curved Air, al posto di Mick Pointer. Nonostante tutto la maggior parte dei critici britannici non cambierà opinione e continuerà a considerare “incomprensibile” l’exploit di Fish e compagni. Da parte sua il leader della band continuerà a provocare e sorprendere i suoi detrattori con continue incursioni nel passato fino a registrare nel 1988, in The thieving magpie una personalissima versione della “Gazza ladra” di Gioacchino Rossini.