Nei primi giorni del 1980 Bob Marley ha realizzato il sogno di potersi esibire in Africa. L’occasione non è stata un granché, ma ha segna l’inizio di un rapporto. Bob era stato infatti invitato a esibirsi per un ristretto pubblico di invitati in occasione della festa di compleanno del Presidente del Gabon, Omar Bongo.
L’indipendenza dello Zimbabwe
Ben diversa, come spessore culturale e come contenuti, è invece l’occasione successiva. Il 18 aprile 1980, in occasione della festa per la definitiva indipendenza della Rhodesia, Marley & gli Wailers si esibiscono nella capitale Salisbury. In quel giorno la Rhodesia marca la rottura con il passato coloniale recuperando l’antico nome di Zimbabwe e Salisbury diventa Harare. L’accesso all’area che ospita il concerto è riservato solo a una ristretta e selezionata cerchia d’invitati. Recinzioni e barriere, però, possono trattenere le persone, non la musica.
Il primo tentativo non va troppo bene
Quando Bob inizia a cantare migliaia di cittadini iniziano ad accalcarsi sulle transenne che ne limitano l’accesso all’area dove si sta svolgendo il concerto. L’intervento della polizia non fa che peggiorare la situazione e ben presto l’area è invasa dal suono delle sirene e dal fumo acre dei lacrimogeni. In quelle condizioni è impossibile suonare e il gruppo è costretto a interrompere la sua esibizione. Bob non s’arrende. Convince le autorità locali a ripetere il concerto il giorno dopo lasciando libero l’accesso al pubblico. Il risultato sono due ore ininterrotte di musica davanti a oltre centomila spettatori entusiasti.