Il cambiamento climatico sta influenzando persino la durata dei voli sull’Atlantico. Sembrerebbe che il riscaldamento globale, quest’inverno, stia “scombinando” la durata dei viaggi.
La notizia è riportata da Le Figaro. Il volo 114 della British Airways, partito da New York e diretto a Londra – si legge nella news – ha impiegato solamente cinque ore e sedici minuti contro le sette ore e dieci minuti, abituali. Lo scorso gennaio, dunque, il vento che soffia da ovest verso est sopra l’Atlantico, ha permesso al velivolo della compagnia inglese di raggiungere un record assoluto.
Il riscaldamento globale incide sulla durata dei voli
Uno altro degli effetti di queste anomalie climatiche, dei venti forti e delle correnti, è la necessità sempre più incombente, per molti aerei che percorrono quelle rotte al contrario e cioè dall’Europa, di rifornirsi di carburante prima di raggiungere la loro destinazione.
La Bay Airport Canada Goose per esempio, che si trova nella zona più orientale del Labrador (Terranova e Labrador è una provincia del Canada Orientale sull’Atlantico), è diventato un luogo piuttosto trafficato negli ultimi tempi, proprio per l’andirivieni di velivoli che vi sostano per il rifornimento di carburante. Fino a qualche tempo fa l’aeroporto era piuttosto isolato. Goronwy Price, che dirige l’aeroporto dell’isola da sette anni, ha dichiarato, infatti, che a causa di questi episodi climatici strani, “il risultato è un flusso continuo di aerei in sosta per il kerosene. Quando il tempo è buono, noi non li vediamo”. Lo stesso sta accadendo più a sud negli Stati Uniti, nell’aeroporto di Bangor nel Maine.
Gli aeromobili di linea consumano più carburante a causa del clima che cambia
La corrente a getto polare, jet-stream, che in inverno attraversa queste zone, è particolarmente forte: i venti soffiano veloci e arrivano a superare i 300 chilometri all’ora. La corrente si forma dalla differenza di temperatura tra l’Artico e i tropici. Gli aeromobili di linea, che volano a una distanza di circa dieci miglia sopra la superficie del mare, a quell’altezza, subiscono i forti venti e le correnti. Nel mese di settembre per esempio, un volo Londra-New York, può durare circa quarantacinque minuti in più rispetto agli altri mesi dell’anno. MasFlight.com ha raccolto una serie di dati che riguardano il fenomeno e uno dei risultati emersi è che l’attraversamento del Nord Atlantico, quest’anno, ha richiesto diciannove minuti rispetto al dicembre del 2013. Negli ultimi anni il fenomeno sta aumentando.
La scienziata Jennifer Francis, specialista artica, ha confermato questa tendenza sostenendo che negli ultimi due anni, in inverno, la jet-stream, e stata insolitamente alta e sembrerebbe destinata ad aumentare.
Il climatologo della Rutgers University nel New Jersey, afferma che “il cambiamento del clima estremamente veloce, rappresentato efficacemente dallo scioglimento dei ghiacci”, provoca un impatto considerevole sulla corrente a getto. Il climatologo dell’Università inglese di Exter invita tutti comunque alla cautela, sostenendo che il fenomeno che si sta verificando adesso non è sufficiente per rappresentare una tendenza. Nelle analisi della tendenza del clima infatti, come la scienza dimostra, vanno presi in considerazione intervalli temporali molto più grandi prima che si possa parlare di “tendenza”.