Home C'era una volta Il primo album di Mirko, l’alfiere della terza generazione dei Casadei

Il primo album di Mirko, l’alfiere della terza generazione dei Casadei

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Il 16 maggio 2003 è un venerdì. Proprio quel giorno in tutti i negozi d’Italia viene messo in vendita Doccia fredda, il primo album di Mirko Casadei.

La più innovativa orchestra da ballo

Mirko è l’alfiere della terza generazione dei Casadei e il nuovo front man della più famosa e innovativa orchestra da ballo italiana. Con lui il “liscio”, un genere che gli osservatori distratti si ostinano a guardare con sufficienza o peggio con disprezzo nonostante le evoluzioni degli ultimi trent’anni, cambia ancora pelle. D’altra parte la storia dell’Orchestra Casadei, l’orchestra italiana più conosciuta nel mondo, è costellata di grandi eventi e di continue innovazioni. Se il fondatore, Secondo, ebbe il merito di “re-inventare” la canzone dialettale romagnola, attingendo ai valzer, alle polke e alle mazurke già resi popolari dal violinista Carlo Brighi (detto Zaclèn), è stato poi senza dubbio il nipote Raoul a rendere definitivamente popolare tale musica, ben presto (seppur sommariamente) etichettata come “liscio” (termine che richiama il movimento dei piedi che strisciano al suolo durante il ballo).

Un pop folk meticciato

Quando, nel 2000, Raoul lascia la bacchetta al figlio Mirko, innovazione e tradizione continuano ad andare di pari passo. Il nuovo linguaggio musicale targato Casadei trasforma il “liscio” in  un pop folk meticciato, arioso e solare che si apre al mondo e ne assorbe gli umori di festa e speranza. Uno dei brani dell’album è quasi un “documento programmatico” di questa svolta. Si intitola La musica del mondo e racconta l’incontro tra le diverse culture della musica popolare.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".