Nella notte del 26 ottobre 1926 tra i coloni italiani della cittadina di Genale, in Somalia, c’è molta agitazione.
Una voce, una notizia
Tra le vie della città si è diffusa la notizia che lo sceicco Ali Mohamed Nur, un capo religioso sospettato di appoggiare la resistenza somala contro l’occupazione italiana si è rifugiato con un gruppo di suoi seguaci all’interno della moschea di El Hagi, a Merca, un villaggio poco distante. Invece di attendere l’esercito una cinquantina di ex squadristi insediatisi a Genale decidono di farsi giustizia da soli.
Un massacro
Armati di moschetti e di fucili da caccia gli ex squadristi si dirigono verso Merca. Arrivati nel villaggio circondano la moschea e trucidano indistintamente tutte le persone che si trovano all’interno. Esaltati dall’impresa decidono di proseguire uccidendo tutta la popolazione indigena del villaggio. Il proposito viene però stroncato dall’intervento sia pur tardivo dei reparti dell’esercito. La strage, che resta nella storia come “Il massacro di Merca” è uno dei tanti episodi di crimini di cui s’è macchiata l’avventura coloniale italiana.