Una leggenda narra che in una giornata di pioggia il cosiddetto “Uomo Selvaggio” si presentò completamente ricoperto di Lycopodium clavatum a casa di un vecchio pastore. Questi, intento a purificare il latte per farne formaggio, sapeva che non doveva assolutamente rivolgersi a lui. In effetti lo ignorò completamente, ma gli permise di riscaldarsi e rifocillarsi senza dire alcuna parola. Tornato il sereno, l’uomo selvaggio, dopo aver istruito il pastore sul modo migliore e piú veloce di purificare il latte, tornò a confondersi con il bosco. Da quel giorno gli abitanti del villaggio, in un giorno ben specifico dell’anno, festeggiano l’Uomo selvaggio, che viene invitato a partecipare alla festa, richiamato dal suono di campanelli, dalla musica e dalle danze. La festa è in suo onore per ringraziarlo dei favori che dispenserà durante l’anno. Soprattutto le giovani partecipano alle danze, perché pare che il Lycopodium abbia la facoltà di rendere fertili le giovani da marito.
Il Licopodio usato per confezionare fuochi d’artificio
Sembra che in passato il Licopodio fosse usato per confezionare fuochi d’artificio, per le sue proprietà combustibili (contiene zolfo). È questa caratteristica che gli ha conferito il nome di “erba strega”. In effetti l’esplosione produce una fiammata che in epoche remote poteva sembrare piú un maleficio che una diretta conseguenza scientifica. Per lo stesso motivo i flash delle vecchie macchine fotografiche andavano a polvere di Licopodio.
Esiste l’uomo licopodio, un soggetto con caratteristiche psicosomatiche ben precise. Si presenta gracile e con una muscolatura scarsamente sviluppata. Il torace è stretto, le gambe esili, il passo esitante, insomma l’aspetto generale da un po’ l’idea di un essere umano invecchiato precocemente. Sin da bambino mostra piú anni di quelli effettivi.Dal punto di vista intellettuale il soggetto licopodio è un intellettuale brillante, logico dallo sguardo vivo, molto in antitesi con il suo aspetto generale. Ha un vero caratteraccio, arrogante, collerico irascibile e permaloso, non ama essere contraddetto o cambiare la sua routine, non ama la compagnia, ma ama essere adulato e apprezzato.
Il Licopodio (Lycopodium clavatum) appartiene alla famiglia delle Lycopofiaceae, ha diversi nomi a seconda della regione in cui si trova;viene chiamato Braghe d’orso in Piemonte, Colin in Veneto, Erba dal mael parzent in Emilia, Erba di surfaru in Sicilia.
È una pianta erbacea perenne il cui fusto striscia sul terreno ed emette qua e là delle radici ed è lungo fino a 1 m i rami sono più o meno eretti e ramificati alti 10-20 cm.Le foglie sono molto numerose sul fusto e sui rami e hanno disposizione embricata, ossia sono disposte come le tegole di un tetto. Hanno forma stretta e lineare e si restringono verso l’apice dove terminano con un pelo bianco.Nella parte inferiore dei rami, le foglie hanno il margine diviso in piccoli dentelli,mentre quelle superiori sono più o meno intere. Come le felci anche il licopodio non produce fiori ma alla fine dei rami ci sono dei lunghi peduncoli che portano una due spighe.Queste sono formate da numerose brattee ovali con l’apice acuminato.
Quando gli sporangi sono maturi producono una polvere gialla che vista al microscopio si rivela composta da numerose spore, spesso raggruppate a quattro a quattro
Cresce nella zona Montana in quella Subalpina nelle Alpi nell’Appennino sino a quello centrale e preferisce luoghi freschi come i boschi e i pascoli.
La parte che ha interesse farmacologico è formata dalle spore che si ottengono raccogliendo le estive in luglio-agosto. Si colgono i rami fertili e si fanno asciugare per alcuni giorni su un foglio di carta in un locale areato,poi si battono le spighe per far cadere la polvere gialla conposta da spore.
Si conservano in piccoli vasi di vetro al riparo della luce.
Ha proprietà lievemente antinfiammatorie
I suoi princi attivi sono:
Zuccheri
Grassi
Cere
Alcaloidi a struttura ignota
Come accennato precedentemente il licopodio ha una singolare caratteristica cioè che la sua droga è costituita dalle spore. Benché nei tempi passati venisse impiegato nella medicina ufficiale e popolare come antireumatico diuretico e lassativo ai giorni nostri non è più utilizzato come sostanza medicamentosa per uso interno. Resta come unico impiego quello di costituire un buon veicolo per le pillole, anche se ormai rare in farmacia. Infatti impedisce che si attacchino le une con le altre. Per uso esterno al contrario la polvere di licopodio può essere utilmente impiegata per decongestionare e attenuare bruciore e prurito sulla cute infiammata a seguito del sudore o di reazioni da abrasione, dello sfregamento di abiti, degli agenti atmosferici. La polvere ha anche la proprietà di asciugare le zone macerate e di evitare il contatto tra la pelle soprattutto nelle pieghe profonde. Queste proprietà lo rendono particolarmente utili nei prodotti destinati all’igiene dei bambini. È utile su alcune infezioni della pelle quali eczemi herpes foruncoli e ragadi. Una curiosa applicazione della polvere di licopodio è quella di venire mescolata alle polveri del materiale pirotecnico per ottenere speciali effetti luminosi.
I CONSIGLI DEL FARMACISTA
Usare le spore per uso esterno su pelli infiammate, macerate dal sudore ed altre escrizioni specialmente dei bambini, facendo una polvere e applicare sulle zone interessate.
Uso cosmetico
La polvere miscelata con talco o anche ciprie dà alle pelle irritata una immediata sensazione di freschezza e di sollievo.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
La specie è soggetta a restrizioni legali in alcuni Paesi. In molte regioni italiane è specie protetta ed è quindi vietata la raccolta.