Il 13 giugno 1979 muore in una clinica di New York Demetrio Stratos, una delle voci più significative della musica degli anni Settanta. Già voce solista degli Area ed ex cantante dei Ribelli ha trentaquattro anni e il suo poderoso fisico si è arreso dopo un calvario durato mesi a una malattia rara come l’anemia aplastica.
La voce di un’epoca
Nato ad Alessandria d’Egitto il 22 aprile 1945 da genitori greci si chiama in realtà Estratos di nome e Dimitriou di cognome. Demetrio Stratos non è soltanto la traduzione ma anche l’inversione del nome originario. Negli anni Sessanta arriva in Italia per divenire il cantante dei Ribelli, da qualche tempo resisi autonomi dopo essere stati il gruppo di accompagnamento di Adriano Celentano. Con il suo ingresso in formazione e con quello di Angel Salvador, l’ex bassista de Los Bravos, i Ribelli, ben supportati dalla casa discografica Ricordi, cercano una strada parallela al beat fortemente orientata in chiave rhythm and blues. Il successo di Pugni chiusi regala a Demetrio una grande popolarità nel nostro paese. Chiusa l’esperienza con i Ribelli nel 1972 diventa l’alfiere degli Area, la band che più di altre con la sua musica di frontiera dalle evidenti venature jazz, fortemente politicizzata, estremista e rabbiosa identifica la generazione degli anni Settanta. Parallelamente alla sua militanza in questo gruppo Demetrio Stratos inizi a sviluppare interessanti ricerche sull’uso della voce pubblicate in album sperimentali come Metrodora del 1976 e Cantare la voce del 1978. Sempre nel 1978, il 17 dicembre, quando già il terribile male che l’ha colpito inizia a far sentire le prime avvisaglie, si esibisce al Teatro Massimo di Milano in un affollatissimo concerto di rock & roll delle origini con una band improvvisata composta dal violinista e armonicista Mauro Pagani, dal batterista Walter Calloni, dal chitarrista Paolo Tofani e dai bassisti Stefano Cerri e Paolo Donnarumma. I brani migliori della serata verranno poi pubblicati in un album, Rock and roll exibition, che resta una straordinaria testimonianza della sua voglia di vivere.
Il concerto di Milano
Il giorno dopo la sua morte a Milano si svolge un grande concerto programmato da tempo e inizialmente destinato a raccogliere fondi per le costose cure cui si sottoponeva Demetrio. Divenuto un modo per onorarne la memoria l’evento vede la partecipazione di decine di migliaia di giovani. Parte delle esibizioni verranno pubblicate nel doppio album 1979 – Il concerto, da molti ritenuto una sorta di manifesto conclusivo di un’epoca e di una generazione. L’omaggio postumo vede la partecipazione di moltissimi artisti, tra i quali Eugenio Finardi, Antonello Venditti, gli Skiantos, i Kaos Rock, il Banco del Mutuo Soccorso, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini e i suoi compagni degli Area. Nel 1990, undici anni dopo la sua morte, parte dei lavori di ricerca condotti da Demetrio sulle possibilità, le evoluzioni, i limiti e le suggestioni della voce verranno raccolti e pubblicati in un album intitolato Le milleluna. Il cantante, che aveva scelto l’Italia per vivere, resta nel nostro paese anche dopo la morte. La sua salma, infatti, riposa nel cimitero del piccolo borgo di Scipione Castello, nel comune di Salsomaggiore Terme (Parma).