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Il fazzoletto di Desdemona diventa opera d’arte

1 Il fazzoletto di Desdemona Copertina

All’interno della rassegna Opera 00|20 alla Biblioteca Vallicelliana a cura di Paola Paesano – dall’8 marzo al 21 aprile 2021 nel Salone Borromini si inserisce la mostra Il fazzoletto di Desdemona, installazione di Emanuela Mastria a cura di Michela Becchis.

L’installazione, composta da cento elementi scultorei fluttuanti di porcellana bianca, mostra una particolare lavorazione ricavata dall’impressione a freddo di merletti e ricami, bianco su bianco, o con piccole tracce rosso acceso, comprese le iniziali della persona a cui è dedicato ogni singolo fazzoletto. Se osservate in controluce, le tracce lasciata dai merletti sulla superficie della porcellana, restituiscono un effetto visivo analogo alla filigrana della carta.
Il titolo ovviamente allude alla tematica del femminicidio, un dramma che si ripete ormai giornalmente, addirittura incupito dall’atmosfera surreale causata dal distanziamento sociale e dalle frequenti segregazioni domestiche, in un clima di pandemia

Emanuela Mastria fotografia di Gerald Bruneau

Le sculture, realizzate da Emanuela Mastria nella nobile materia della porcellana, acquistano una leggerezza visiva come fossero fogli di carta, quasi trasparenti ma di una materia tagliente; sono tracce eleganti che vogliono simbolizzare le lettere mai scritte da milioni di donne tacitate per sempre.
Come mai le donne sono state prese ad oggetto di tanta violenza? In realtà questo passaggio alla cronaca denuncia un altro silenzio. Le donne infatti, dall’inizio di quella che è stata chiamata la seconda ondata del femminismo (ormai risalente agli anni sessanta) hanno cominciato a farsi notare, a prendersi degli spazi pubblici, anche ad alzare la voce e pretendere un’attenzione alla loro diversità, in quanto attraverso di loro ed il loro corpo “monopolizzato” è passata e passa la storia.

Purtroppo però questo corpo emancipato in un nuovo protagonismo, da allora è stato immediatamente contagiato dall’aggressività invadente delle multinazionali dell’estetica, della chirurgia e della farmacologia, per non parlare del grande inganno, cioè del mito della promessa d’eterna giovinezza o dell’irresistibile seduzione, per conquistare la quale e per sentirsi parte valoriale della società, molte donne sono state irretite da una forma di attenzione/cattura con le caratteristiche del porno/fetish.
Vorrei fare riferimento ad un mio articolo che incredibilmente svela delle retoriche che ancora avvelenano la tradizionale fragilità dell’alleanza tra donne –https://malacoda3.webnode.it/lotto-o-lutto/ – Soprattutto vorrei invitare alla rilettura delle scoperte di Marija Gimbutas, archeologa e linguista lituana, che introdusse nuovi punti di vista nell’ambito dell’interpretazione della mitologia, seguita dai modelli che la sociologa e saggista statunitense Riane Eisler propose poi, nella distinzione tra Modello Mutuale e Modello Dominatore nelle società passate … Ci sarebbe inoltre bisogno di lavorare sul dialogo tra i sessi, proprio in un momento così drammatico in cui dilaga la violenza soprattutto in famiglia.

Ben vengano allora le interpretazioni simboliche e drammatiche delle artiste come Emanuela Mastria della quale la curatrice Michela Becchis scrive –
Desdemona è quindi la creatura che per antonomasia non rappresenta solo una muta vittima, ma è colei che decide, che entra consapevolmente in una relazione di reciproca seduzione, ma le cui decisioni, proprio in quanto tali, vengono descritte dagli uomini come tradimento. Né Desdemona, né nessuna altra donna uccisa è una vittima a priori, è dentro lo squilibrio tragico e oltraggioso della relazione che diviene vittima. Dentro a quel fazzoletto, “ben misero regalo di nozze” scrivevano i detrattori coevi di Shakespeare, non c’è quindi solo la giovane donna, ma c’è la loro relazione, c’è il passato di Otello, c’è una volontà maschile di dominio, ci sono tutti quelli che vivranno intorno alla relazione. (…) Sbaglierebbe chi considerasse i suoi fazzoletti di porcellana delle raffinate sineddochi, ciascuno di essi è invece la monumentalizzazione del torto ed è per questo che in quelle piccole iniziali in rosso, nella delicatezza di decori e merletti ciascuno diverso, irripetibile, consiste una vita. –

Emanuela Mastria, Il fazzoletto di Desdemona (foto Giorgio Benni)

 Emanuela Mastria vive e lavora a Roma. Citiamo una breve nota biografica dal 2012 – Tra il 2012 e il 2015 ha frequentato il Corso di Ceramica con la docente Romana Vanacore presso la Scuola d’Arte e dei Mestieri Nicola Zabaglia di Roma. Nel 2013 ha conseguito la Laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università degli studi ROMA TRE. Tra le principali esposizioni: 2020: PEZZI UNICI 4, Galleria Gallerati, Via Apuania 55, Roma, a cura di Noemi Pittaluga; The Pottery Show, a cura di Karin Lindström Le Gall e Lethicia Meeuwes. 2019: Ceramics and more, Museo delle Civiltà, Roma; Il Viaggio, Galleria Il Laboratorio, Roma, a cura di Michela Becchis. 2018: La Ceramica in Circolo, Argillà Italia 2018, Palazzo delle Esposizioni, Faenza (RA), a cura di Evandro Gabrieli e Gabriella Sacchi; TERRE#2, VETRINA, Calvi dell’Umbria (TR), a cura di Giovanna de Sanctis e Franco Profili; MORE CLAY LESS PLASTIC, Keramos Associazione Culturale, Roma, a cura di Lauren Moreira e Gaia Pagani; Il Sapere delle mani, Museo del Fiume, Nazzano (RM); Ridefinire il gioiello, Museo del Bijou, Casalmaggiore (CR), a cura di Sonia Patrizia Catena; 2015: Portafortuna, Spazio Varco, L’Aquila, a cura di Paola Marulli e Andrea Panarelli; Egosuperegoalterego. volto e corpo Contemporaneo dell’Arte, MACRO, Roma, a cura di Claudio Crescentini, Roma; Il cielo in una stanza, MICRO, Roma, a cura di Paola Valori; 2013: Forme e colori della terra di Tuscia, Museo della Ceramica della Tuscia, Palazzo Brugiotti, Viterbo.

Emanuela Mastria, Il fazzoletto di Desdemona (foto Giorgio Benni)

Il fazzoletto di Desdemona sarà visitabile, ad ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì su prenotazione: i visitatori avranno la possibilità di interagire con l’installazione, di osservarne il movimento delicato e di ammirare la traslucenza delle sculture attraversate dalla luce.

Durata della mostra – Dall’8 marzo al 21 aprile 2021 – Presentazione alla stampa 8 marzo 2021 ore 12.00 – 14.00. Biblioteca Vallicelliana, Salone Borromini, piazza della Chiesa Nuova 18 – Roma – www.vallicelliana.it – Orari: dal lunedì al venerdì su prenotazione sabato e domenica chiuso – INGRESSO GRATUITO tel. 06 68802671
b-vall.promozione@beniculturali.it

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