La crescita del cicloturismo in Italia è il vero grande fenomeno degli ultimi tempi, non solo nel settore turistico, ma anche in quello economico. Nell’estate del 2013, si è registrato un vero e proprio boom di turisti dediti a questa attività, che riesce ad unire il movimento fisico alla scoperta di nuovi scorci di interesse naturalistico e culturale. Non a caso, tra il 2012 e il 2013, il cicloturismo in Italia ha ottenuto il 31% delle preferenze, contro il 23% dell’anno precedente, superando addirittura l’escursionismo, sceso dal 23% al 21%.
Il cicloturismo, nuova tendenza tutta italiana
A spingere gli italiani verso questa scelta concorrono vari fattori: il desiderio di svolgere attività fisica a contatto diretto con la natura (48% del totale), la necessità di allontanarsi da luoghi affollati e chiassosi (23%), la voglia di apprezzare l’enogastronomia facendo un viaggio itinerante (15%) e il desiderio di riscoperta delle tradizioni (11%).
Più in generale, nel corso del 2013, il 21% dei turisti italiani che hanno optato per una vacanza natura in Italia ha scelto di dedicarsi (più o meno intensamente) ad attività come trekking e biking. Tra tutte le attività sportive praticate svetta il cicloturismo (scelto dal 31%), seguito dall’escursionismo (21%), il trekking (15%), e dall’animal watching (13%). A seguire, troviamo lo sci di fondo, l’equitazione, il climbing e altre attività minori.
L’ascesa del cicloturismo è legata soprattutto all’opportunità di conciliare l’amore per il paesaggio naturale, con la passione e l’attenzione per la cultura e le tradizioni locali. Ma c’è di più: il cicloturismo permette di cancellare il concetto di “meta” vacanziera, sostituendola con il “percorso” da affrontare in bici, che ogni giorno può variare liberamente a seconda della località che si sceglie, del livello di allenamento del turista e dai singoli interessi.
A definire i contorni del fenomeno cicloturistico italiano e straniero in Italia è uno studio condotto da Active Sport Tours, tour operator specializzato nell’organizzazione di vacanze in bicicletta per famiglie, attraverso l’elaborazione dei dati forniti da Enit, Eurisko, Istat e dai Centri di Informazione e Accoglienza Turistica in Italia.
“In questi ultimi mesi – ha commentato Corrado Daolio, titolare di Active Sport Tours – abbiamo registrato un significativo incremento di richieste rispetto al 2012, provenienti sia dall’Italia, sia dall’estero. Segno che il settore della vacanza eco-sostenibile – sia che si tratti di cicloturismo o di trekking – è in salute. In tutto questo, giocano un ruolo importantissimo la nostra flessibilità, le competenze turistiche e sportive, ma anche la nostra conoscenza del territorio, che ci permette di creare soluzioni su misura”.
Secondo quanto emerge dai dati, il cicloturismo non è solo svago e attività fisica, ma vuol dire anche sviluppo economico e nuove opportunità di crescita. Ad oggi infatti il turismo eco-sostenibile in Italia (che include le vacanze in bici, ma anche il trekking e tutte le attività a contatto con la natura) tocca quasi il 12% del PIL.
Il cicloturismo e il trekking, infatti, rappresentano due nicchie in evidente controtendenza rispetto all’andamento economico generale. Vacanze a piedi e in bicicletta segnano un +5,1%, accompagnate dal +3,6% di agriturismi, fattorie didattiche e bed&breakfast e da un + 6,4% di campeggi e centri vacanze.
Ma non è tutto, perché – secondo le stime – ogni cicloturista in Italia spende in media 500 euro in acquisti di prodotti tipici, artigianato locale e materiale ciclistico: un dato che dovrebbe spingere la nascita di nuovi servizi, specie delle piste ciclabili, accompagnati da forme promozionali del territorio, delle attrattive culturali e dei prodotti locali.
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IDENTIKIT DEL CICLOTURISTA IN ITALIA
I cicloturisti italiani e stranieri che scelgono di trascorrere le loro vacanze in Italia, in sella alla propria bici, optano soprattutto per le regioni del nord (specie per la quantità e la qualità delle piste ciclabili, ma anche dei servizi). Di questi, il 61% è straniero e il 39% italiano, un dato che evidenzia come questa attività sia apprezzata anche dai nostri connazionali. Tra tutti i dati disponibili, emerge con evidenza come nelle regioni del nord d’Italia ci sia una particolare affluenza di cicloturisti non solo nei mesi estivi (come ci si potrebbe aspettare) ma anche in quelli immediatamente precedenti e successivi (ovvero marzo e aprile, settembre e ottobre).
A giugno, luglio e agosto, la percentuale di turisti stranieri che scelgono una vacanza cicloturistica in Italia si attesta al 60% del totale, contro il 40% di italiani. A maggio e settembre invece la percentuale scende intorno al 55%, mentre nel mese di aprile si registra un interesse maggiore da parte degli italiani, che rappresentano il 70% del totale dei cicloturisti presenti in quel periodo.
Tra i cicloturisti stranieri troviamo soprattutto tedeschi, austriaci, francesi, britannici, svizzeri, americani, australiani, ma non mancano cicloturisti visitatori dal Nord d’Europa.
Cicloturista tedesco
I cicloturisti tedeschi – che alloggiano soprattutto in appartamenti, campeggi, alberghi da una a quattro stelle, b&b e agriturismi – hanno un livello culturale
medio-alto e preferiscono Paesi come Austria, Svizzera, Italia e Olanda.
Viaggiano soprattutto in coppia e in famiglia (48% coppie, 28% famiglie, 14% gruppi di amici, 9% singoli, 1% altro) e tra le aree italiane che prediligono troviamo il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna, la Toscana e la Sardegna.
L’età media è di 45 anni, la spesa media giornaliera (incluso alloggio) è di 70 euro a persona, il periodo preferito per viaggiare è in primavera-autunno e i tempi di permanenza sono mediamente di sette giorni.
Cicloturista austriaco
I cicloturisti austriaci alloggiano in hotel da tre o quattro stelle, hanno un livello culturale medio-alto, scelgono solitamente Paesi come l’Italia, Germania, Francia, Spagna e Svizzera e viaggiano normalmente in famiglia, in gruppi di amici o in coppia. Le zone italiane maggiormente visitate sono il Trentino Alto Adige, il Veneto,
il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e la Toscana. L’età varia a seconda delle attività praticate: fino a 30 anni per la mountain bike, tra i 30 e i 60 anni per il
cicloturismo in genere. La spesa media dei cicloturisti austriaci (incluso alloggio) è di 80-100 a persona, il periodo preferito per il viaggio è da aprile a ottobre (ad eccezione dei mesi di luglio e agosto), mentre la durata del soggiorno è di circa una settimana.
Cicloturista francese
Il cicloturista francese medio alloggia in camping, villaggi vacanze e residenze turistiche, ma anche b&b, alberghi di due o tre stelle e ha un livello culturale medio.
Sceglie normalmente la Spagna, l’Italia, la Svizzera e viaggia solitamente in famiglia. Predilige regioni come Veneto, Toscana, Sardegna e Trentino Alto Adige.
L’età dei cicloturisti francesi è molto ampia: va dai 35 ai 55 anni, mentre la spesa giornaliera (incluso l’alloggio) si aggira intorno ai 90-120 euro a persona.
Viaggiano solitamente da aprile a novembre (il 45% dei soggiorni è concentrato tra luglio ed agosto), mentre i tempi medi di permanenza sono di sette giorni.
Cicloturista britannico
Il cicloturista britannico alloggia in hotel da una, due o tre stelle, ma anche in b&b, agriturismo, ostelli e campeggi. I Paesi più gettonati sono Francia, Spagna, Italia, Olanda, Danimarca e Germania e tra le zone italiane predilette troviamo le aree costiere del Tirreno e dell’Adriatico, ma anche i parchi e le riserve naturali.
L’età dei cicloturisti britannici va dai 30 ai 65 anni; la spesa media (alloggio incluso) si aggira introno alle 90 sterline (circa 106 euro) a persona, il periodo preferito per viaggiare è da aprile a settembre e i tempi di permanenza medi sono 2-5 notti.
Cicloturista svizzero
Il cicloturista svizzero predilige hotel tradizionali da tre o quattro stelle, ma anche agriturismi, e alloggi ricercati. Per i suoi viaggi sceglie normalmente l’Italia, la Francia, l’Austria, la Germania, e la Spagna; tra le zone italiane più richieste troviamo la Toscana, il Piemonte, la Sicilia, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige. L’età va dai 40 e i 65 anni, la spesa media giornaliera (incluso alloggio) è di 80 franchi al giorno a persona (circa 65 euro), il periodo più gettonato è primavera-autunno e la durata media del soggiorno è di una settimana.
Cicloturista olandese
I cicloturisti olandesi scelgono normalmente di soggiornare in campeggi, b&b, alberghi da due e tre stelle e agriturismi. Optano solitamente per la Germania, l’Austria, la Francia e la Svizzera, mentre chi viene in Italia predilige il Trentino, il Veneto, la Toscana e la zona del lago di Garda. L’età va dai 30 ai 60 anni, la spesa complessiva giornaliera è di 60-75 euro a persona, il periodo preferito è da aprile a settembre e il tempo di permanenza medio è di sei giorni.
In linea generale, i biker presenti nel nostro Paese sono soprattutto coppie o gruppi di amici, che scelgono di trascorrere il loro soggiorno in strutture extra-alberghiere, optando in particolare per case rurali, come agriturismi e campeggi, ma anche b&b, residence e case vacanza, dove il contatto con la natura e l’ambiente circostante è più diretto.
Tra le esigenze dei turisti in bici – che a loro volta si suddividono in slow biker, cicloturisti o turisti attivi, a seconda dell’intensità dell’attività svolta – troviamo soprattutto la necessità di strutture ricettive che dispongano di locali chiusi e sicuri per la custodia delle bici, aree attrezzate per riparare le biciclette, punti informativi per reperire materiali utili, ma anche la possibilità di essere supportati da operatori abilitati e specializzati (tour operator) per l’elaborazione delle tracce e dei percorsi. Tra le necessità evidenziate anche la presenza di guide qualificate (in lingua), che sappiano dare consigli su come gestire lo sforzo o consigli tecnici sulla pedalata e sullo stare in sella, ma anche servizi di trasporto dei bagagli e dei mezzi di supporto al seguito. In breve, pacchetti all inclusive.
A penalizzare il pieno sviluppo del cicloturismo in Italia troviamo invece una grande frammentazione dei servizi, la mancanza di una normativa univoca a livello nazionale, l’abusivismo di alcuni operatori, che lavorano senza le autorizzazioni e senza reali competenze, l’assenza di controlli da parte delle autorità preposte, le lotte di potere fra organismi ed enti operanti sui medesimi territori, la carenza di piste ciclabili e, in alcune zone, anche una certa miopia imprenditoriale. Fattori assolutamente risolvibili, che – se gestiti a dovere – permetterebbero di dare un nuovo importante impulso ad un settore turistico dalle grandi potenzialità.
LE TRE CATEGORIE DEI CICLOTURISTI
Si fa presto a dire cicloturista! Normalmente, quando si parla di turisti in sella ad una bici si tende a generalizzare, identificando la nicchia come un insieme omogeneo. In realtà ci sono tre classificazioni ben distinte.
1) Troviamo il cicloturista vero e proprio, che sceglie viaggi itineranti,
cambia continuamente il luogo di pernottamento e durante il suo soggiorno usa la bicicletta come strumento per esplorare il territorio. Il cicloturista è colui che è arrivato sul luogo di villeggiatura in bici, o con mezzi pubblici o collettivi, affidandosi a viaggi organizzati da tour operator o agenzie di viaggio specializzate, che propongono pacchetti studiati su misura. In questo caso la bici è un mezzo di spostamento, per vivere in modo più salutare ed intenso la propria vacanza a contatto con la natura, e per conoscere posti nuovi.
2) Il turista ciclista, anche definito turista attivo, si muove in bici per il piacere di svolgere attività fisica e fa escursioni di almeno tre/quattro ore. Rispetto al cicloturista è un profilo più sportivo, meno interessato alla conoscenza e alla scoperta del territorio e più dedito al movimento.
3) Infine troviamo il turista che usa saltuariamente la bici e lo si trova raramente sulle piste ciclabili, perché considera il movimento e le gite in bicicletta come un’attività marginale della sua vacanza.
AD OGNI CICLOTURISTA LA SUA BICICLETTA
Un altro elemento che distingue le differenti categorie di cicloturisti è naturalmente il tipo di bici usata, che determina a sua volta la tipologia di percorso scelto e le diverse necessità.
Lo slow biker, ad esempio, pedala per il piacere di muoversi in bicicletta, senza eccedere nello sforzo fisico e senza prefissarsi mete troppo difficili da raggiungere (perché non è necessariamente uno sportivo); usa una bicicletta da passeggio o una mountain bike. Nella categoria degli slow biker troviamo famiglie con bambini, coppie e single, con esigenze spesso diverse.
Lo slow biker cerca normalmente veri e propri pacchetti-vacanza organizzati, in grado di prevedere anche il trasporto dei bagagli, il noleggio delle biciclette e delle attrezzature, ma anche visite guidate e materiale informativo sul luogo. È il classico target dei tour operator specializzati nell’organizzazione di viaggi ed escursioni cicloturistiche.
Un secondo segmento è rappresentato dagli appassionati di bici da corsa (che coinvolge la fascia di età compresa tra i 30 e i 60 anni), i quali – essendo degli sportivi a tutti gli effetti – percorrono tranquillamente decine e decine di chilometri intorno al luogo in cui abitano, o nelle immediate vicinanze. I cicloturisti di questo tipo sono sia uomini che donne, con un buon livello di allenamento, normalmente interessati anche a manifestazioni sportive ed in questo caso si rivolgono volentieri a tour operator.
Il terzo segmento è quello dei cicloturisti amanti della mountain bike (riguarda la fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni), che prediligono i percorsi natura, l’adrenalina, l’avventura e spesso si rivolgono a tour operator specializzati nell’organizzazione di viaggi e pacchetti, ma – in alcuni casi – non disdegnano neanche la vacanza fai da te, pianificate in modo indipendente grazie a mappe e tracce disponibili su internet.
I cicloturisti in bici da corsa e in mountain bike pedalano mediamente dalle 5 alle 6 ore giorno, facendo brevi pause durante il percorso. Al rientro, reintegrano con una merenda a base di frutta, cereali o pane e proteine, sistemano (ed eventualmente riparano) la loro bicicletta, lavano la divisa, si rilassano nel centro benessere dell’albergo, cenano in hotel (per questo richiedono menu specifici ed equilibrati, studiati per le loro necessità di sportivi), e se ne vanno a letto dopo cena.
COSA CERCANO I CICLOTURISTI IN VACANZA
I cicloturisti cercano solitamente standard e livelli di comfort medio-alti e in generale optano per strutture ricettive da 3 stelle in su.
In generale, i turisti che optano per una vacanza natura scelgono soprattutto la classica struttura alberghiera (20,5%), seguita dall’agriturismo (19,5%) e il b&b (18,5%), mentre una parte sceglie l’appartamento (14%), il campeggio (8,5%) o il camper 11%. La tariffa di pernottamento varia naturalmente da regione a regione e dal livello di comfort e di servizi scelto: ad esempio al Nord si spendono mediamente 35 euro per persona a notte , al Sud e sulle isole circa 39, mentre al centro le tariffe per una stanza superano i 40 euro a notte. Un dato che evidenzia come i turisti che optano per una vacanza natura in Italia spendano di più che in altri Paesi d’Europa: in Francia e in Spagna il pernottamento costa il 31% in meno, mentre in Portogallo si risparmia il 15%.
Secondo i dati raccolti, anche in tempi di difficoltà economica generale, i cicloturisti sono molto ben disposti a spendere, a patto di avere servizi di qualità elevata e su misura per le loro esigenze.
Ma quali sono esattamente le loro necessità?
I cicloturisti cercano strutture ricettive che dispongano di locali chiusi e sicuri per la custodia delle bici, aree attrezzate dove poter riparare o sistemare le biciclette e la presenza di personale competente che li sappia guidare ed orientare. E tra i servizi considerati di primaria importanza c’è anche la presenza di una o più postazioni per poter accedere al web. Ma non è tutto, perché chi usa la bici in maniera intensa ha anche esigenze specifiche – non fondamentali, ma comunque importanti – come ad esempio:
– lavare gli indumenti sporchi ed asciugarli in tempi ragionevolmente brevi;
– consumare i pasti in orari diversi da quelli standard (specie lo spuntino del pomeriggio, al rientro dalle escursioni);
– la possibilità di essere supportati da operatori abilitati e specializzati (tour operator) per l’elaborazione delle tracce e dei percorsi, per l’accompagnamento, per il trasporto dei bagagli e per avere un mezzo di supporto al seguito;
– avere a disposizione un centro fitness e una spa per il relax pomeridiano, al rientro dalle escursioni.
Un altro dato che emerge in modo particolare è quello relativo al cibo: i cicloturisti (e più in generale i turisti natura) preferiscono consumare prodotti provenienti da agricoltura biologica, o biodinamica, e preparati secondo le tradizioni locali. Un elemento che conferma ulteriormente il rispetto per l’ambiente. Tra le altre richieste importanti evidenziate dai cicloturisti in Italia troviamo anche la presenza di trasporti pubblici efficienti, in grado di rispondere alle esigenze di mobilità durante tutta la durata del soggiorno.
RICAMBIO GENERAZIONALE: IL CICLOTURISMO ATTIRA I GIOVANI IN MONTAGNA
Considerata da sempre come una meta per over 40, e soprattutto over 50, la montagna sta vivendo oggi un periodo di grande successo, grazie al ricambio generazionale innescato dalla diffusione del cicloturismo, attività che predilige soprattutto le zone montuose (e in misura minore collinari).
Se fino a qualche anno fa, la montagna era una meta gettonata quasi esclusivamente da persone non più giovanissime, dedite alle passeggiate tranquille e immerse nel silenzio della natura, oggi il contesto cambia: la montagna è sempre più apprezzata e vissuta da giovani, che – in bici o a piedi – scelgono vacanze attive ed eco-sostenibili. Non a caso, la classica vacanza tra i monti, all’insegna della tranquillità, nel 2013 è affiancata da una nuova offerta turistica, che include proposte interessanti per gli amanti del cicloturismo, mountain bike, cross country e del downhill, dando così luogo ad una diversificazione dell’offerta e ad un ricambio generazionale da anni auspicato. La diversificazione delle attività è un tema che coinvolge il turismo invernale e quello estivo. Nei mesi più caldi e in quelli miti, l’uso della bicicletta – sia nella forma soft del cicloturismo, sia in quella più sportiva della MTB – ha portato anche all’utilizzo degli impianti di risalita, fino ad oggi usati esclusivamente per le attività invernali, e ciò è dovuto soprattutto alla diffusione dei percorsi per MTB, spesso tracciati sulle stesse piste di sci, come dimostra anche la Sella Ronda in Mountain Bike, ricalcata proprio sul percorso sciistico.
OFFERTA CICLOTURISTICA IN ITALIA
I dati raccolti parlano chiaro: il cicloturismo in Italia è un settore in continua crescita, perché – sebbene la domanda non raggiunga i livelli del nord d’Europa – anche il nostro Paese sta registrando un evidente incremento. E se nel 2013 la domanda di viaggi in bici in Italia arriva soprattutto dagli stranieri, dal prossimo anno potrebbe avvenire il contrario, tanto da vedere sempre più italiani avvicinarsi a questa disciplina, che coniuga attività sportiva e turismo.
I cicloturisti europei desiderosi di una vacanza natura scelgono l’Italia soprattutto per il suo clima favorevole, e relativamente mite, per molti mesi all’anno, tanto da consentire una stagione piuttosto lunga (specie per i turisti nord europei abituati a climi più rigidi), che va normalmente da marzo ad ottobre.
Tra i punti di forza riconosciuti al nostro Paese troviamo anche le bellezze naturalistiche e paesaggistiche, la varietà degli scenari, i borghi storici e gli spunti culturali di grande interesse.
Particolarmente apprezzata dagli iberici, e dai turisti provenienti dell’Europa dell’est, la possibilità di coniugare la pratica sportiva con il turismo culturale.
Ma a premiare l’Italia è anche la ricchezza dell’offerta ricettiva, sia per la varietà delle strutture, sia per il loro rapporto qualità-prezzo, ma anche per la grande tradizione eno-gastronomica, ritenuta una delle migliori al mondo.
A penalizzare il nostro Paese c’è invece una frammentazione – e di conseguenza una mancanza di coordinamento – dell’offerta cicloturistica, che ad oggi appare troppo variegata e disomogenea. Ciò è dovuto soprattutto alle scelte effettuate dai diversi operatori economici e dalle singole amministrazioni locali che, in assenza di coordinamento, hanno intrapreso percorsi spesso differenti. La stessa “cultura della bicicletta” infatti non si è diffusa in modo uniforme in tutte le regioni italiane e questo è legato sia alla morfologia del territorio (ci sono zone più o meno adatte ad essere percorse in bici), sia a fattori culturali e strutturali.
In diverse regioni del nord-est, ad esempio, troviamo un ampio ventaglio di proposte di escursioni da fare in bicicletta e qui le amministrazioni locali stanno investendo per ampliare ed ammodernare le piste ciclabili esistenti, sia per agevolare e rilanciare il cicloturismo, sia per incoraggiare l’uso della bici a livello urbano, come forma di mobilità sostenibile. Nelle alte regioni invece queste attenzioni calano sensibilmente.
Non a caso, molti stranieri notano come lo standard di offerta sia limitato soltanto ad alcune regioni, prevalentemente in Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, meno in Sicilia e Sardegna e molto meno nelle altre regioni.
Nell’ambito dell’offerta ricettiva, le strutture dislocate sul nostro territorio si stanno progressivamente organizzando per rendere più confortevole il soggiorno dei cicloturisti, cercando di venire incontro alle loro necessità e di soddisfarli il più possibile. D’altro canto, manca ancora un numero adeguato di alberghi e strutture in grado di offrire servizi pensati appositamente per le esigenze specifiche del target, al quale si aggiunge una certa carenza di punti informativi, attrezzature e materiale informativo, raramente tradotto nelle lingue dell’est europeo.
Ma a penalizzare la crescita del cicloturismo in Italia sono soprattutto i costi ancora troppo elevati, una limitata sensibilità nei confronti dell’ambiente e della tutela dei paesaggi (a differenza dei Paesi del nord Europa da sempre molto attenti a questi aspetti), la mancanza di una normativa nazionale e conseguenti controlli, un’offerta adeguata di piste ciclabili e luoghi attrezzati.
Tra i fattori negativi anche una carenza di azioni promozionali all’estero, in grado di lanciare e far conoscere l’offerta cicloturistica italiana. In particolare, rispetto a quanto già diffuso in altri Paesi europei, mancano adeguate attività di co-marketing con gli operatori, campagne pubblicitarie aggressive mirate a singoli target e singole nazioni, budget commisurati agli obiettivi. Ma anche partecipazioni a fiere di settore e una maggiore presenza sul web (anche attraverso la distribuzione di materiale informativo): azioni che permetterebbero di dare un nuovo importante impulso ad un settore dalle grandi potenzialità.
Anche le agenzie di viaggi stanno cambiando progressivamente le loro proposte in funzione del ruolo sempre più rilevante che sta ricoprendo il cicloturismo. E visto quindi il buon livello dell’offerta, ci si può aspettare un incremento della domanda.
Se le varie forze in campo decidessero di creare delle attività coordinate e continuative per valorizzare il patrimonio paesaggistico e culturale italiano, orientando parallelamente anche le risorse economiche verso investimenti dedicati, le potenzialità di sviluppo turistico ed economico aumenterebbero enormemente. E l’economia italiana ripartirebbe da qui.
CICLOTURISMO: LE ORIGINI DEL SUCCESSO
Alla base di questo fenomeno turistico e sportivo, particolarmente evidente negli ultimi anni, c’è un atteggiamento più responsabile dei turisti italiani nei confronti dell’ambiente e la progressiva evoluzione della coscienza critica verso un consumo più consapevole.
Il grande successo del cicloturismo, sia nel nostro Paese che all’estero, è il frutto di una maggiore istruzione scolastica, favorita e supportata anche dallo sviluppo di Internet, che ha comportato la nascita di nuovi interessi creando ulteriori stimoli, aspirazioni e nuove offerte di qualità. Anche in ambito turistico.
Secondo i dati, stiamo assistendo ad una trasformazione sociale favorita dai nuovi media e in questo contesto la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto, sia in città che durante le vacanze, è sicuramente uno dei simboli più evidenti di queste mutazioni collettive. Anche perché coinvolge indistintamente tutte le fasce di età e le differenti classi sociali, evidenziando tuttavia una forte discrepanza geografica tra Nord, Centro e Sud.
In breve, nelle zone d’Italia dove c’è cultura, progettualità, prospettiva e il disegno di un nuovo futuro, la bicicletta acquista un valore sociale importante e si lega strettamente al concetto di ambiente ed eco sostenibilità. Tra i valori dei nuovi consumatori troviamo non solo il rispetto e la cura per l’ambiente, ma anche la valorizzazione di concetti come etica, autenticità, memoria, natura, territorio, benessere fisico e mentale, di cui la bicicletta sembra rappresentare una sintesi.