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Il caso Fenaroli

La mattina dell’11 settembre 1958 il cadavere di una donna scatena una delle prime passioni di massa dell’Italia del dopoguerra per quella che viene chiamata “cronaca nera”.

Un arresto imprevisto

Il cadavere è quello di Maria Martirano, una tranquilla donna di mezza età strangolata a Roma nella notte tra il 10 e l’11 settembre 1958. Da oltre vent’anni la signora è sposata con il geometra Giovanni Fenaroli, ma i due vivono separati. Al funerale della moglie, il marito appare sconvolto. Nove settimane dopo viene arrestato insieme all’elettrotecnico milanese Raul Ghiani. Fenaroli ha un alibi di ferro, visto che al momento del delitto si trovava a Milano, ma anche un movente dato che la polizia scopre che ha appena stipulato una polizza sulla vita della moglie con un premio molto alto. In più Ghiani non ha perso un giorno di lavoro per cui sembra impossibile che abbia ucciso a Roma restando a Milano.

Un delitto perfetto?

La polizia ricostruisce il delitto nei dettagli grazie a un collaboratore di Fenaroli che rivela l’intenzione del geometra di trarre notevoli benefici dalla morte di Maria. Pian piano quello che sembrava un delitto perfetto viene smontato. Dalle ricostruzioni dei testimoni si scopre che Ghiani, sicario incaricato da Fenaroli, uscito dall’ufficio ha preso l’aereo per Roma, ha ucciso ed è tornato con il treno della notte. La mattina dopo il delitto era già al lavoro. Si dichiarano innocenti e accusano i testimoni di averli voluti incastrare ma saranno condannati entrambi all’ergastolo.

 

 

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