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Ibiza, stop al petrolio da Cairn Energy

Cairn Energy

La multinazionale Cairn Energy ha annunciato di voler rinunciare alle operazioni di sondaggio per la ricerca di petrolio nel Golfo di Valencia, a nord ovest di Ibiza. La società scozzese ha infatti deciso di abbandonare il progetto a seguito della strenua battaglia portata avanti dal Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente che hanno messo in atto, tra l’altro, uno studio per valutare l’impatto ambientale previsto del progetto.
Cairn Energy, stop alla ricerca del petrolio vicino ad Ibiza

Ibiza, stop al petrolio da Cairn Energy

La multinazionale ha presentato pubblicamente le sue dimissioni come fosse una decisione indipendente, anche se il progetto era stato messo già seriamente in discussione dai tecnici dell’Ambiente a causa dell’impatto ambientale che esso avrebbe potuto avere sulla fauna marina.
La Cairn Energy ha informato il Ministero dell’Industria che intende ritirare i quattro permessi esplorativi nel Golfo di Valencia, tuttavia mantiene ancora aperte le possibilità di esplorare il Golfo di Biscaglia e il Golfo del Leone.

Nel comunicato inviato al Ministero delle Attività Produttive, l’azienda afferma di aver rinunciato al progetto a causa della mancata risposta da parte dei due ministeri interessati. Infatti, benché fosse in atto una valutazione di impatto ambientale, l’approvazione al progetto era in enorme ritardo, paradossalmente amplificando il segnale di una forte resistenza da parte del Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente Spagnoli che avrebbero dovuto rilasciare il nulla osta.

Carlos Bravo, coordinatore di Alianza Mar Blava, un insieme di società e persone che perseguono lo scopo di fermare definitivamente i progetti di ricerca e la successiva perforazione di petrolio al largo della costa occidentale di Ibiza e Formentera, ha dichiarato che: “Il progetto della Cairn Energy è definitivamente rimosso dalla zona in questione e non vi è alcun rischio che si possa tornare indietro. Prevedendo che la dichiarazione di impatto ambientale sarebbe comunque stata negativa, la multinazionale ha deciso di rinunciare ancor prima di conoscere il risultato perché credo che questo costi meno in termini di immagine pubblica per l’azienda: essi sostengono che il Ministero dell’Industria e dell’Ambiente non hanno ancora dato una risposta alle loro richieste e quindi suppongono che il silenzio amministrativo sia segnale di negazione. ”
Il Golfo di Valencia, habitat di numerose specie di cetacei

Il piano per la ricerca di petrolio nel golfo di Valencia aveva ricevuto forte opposizione anche attraverso una relazione da parte della direzione generale della Sostenibilità e la costa del Mar (Ambiente) scoraggiando di fatto l’esecuzione dei rilievi sismici richiesti per questo scopo.
L’argomentazione principale del rifiuto è stata che, l’area interessata, è l’habitat naturale di numerose specie di cetacei, anche stanziali, come ad esempio il delfino, la balenottera comune, la stenella striata e molti altri. “Il potenziale impatto negativo sulla fauna marina presente nella zona, è di entità tale da scoraggiare l’evoluzione del progetto”, dice il documento.

Ora la battaglia si sposta su altri due fronti, nel Golfo del Leone e d in quello di Biscaglia: le zone nord, est e sud del Mare delle Baleari.

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