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I “ghiacciai neri” salveranno i ghiacci

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ghiacciai neri

Li chiamano i “ghiacciai neri“. Di cosa si parla? Di una specie di scudo protettivo di sassi e detriti che si va allungando sempre di più proprio a causa dello scioglimento repentino dei ghiacci.

Lo scioglimento dei ghiacci un allarme serio

E’ una delle conseguenze del cambiamento climatico. I ghiacciai si sono ormai ridotti di oltre il 40% negli ultimi trent’anni, sono destinati a scomparire, ma la natura, sorprendentemente, torna di nuovo in aiuto: proprio la fusione che sembra ormai inarrestabile può rallentare grazie ai “ghiacciai neri”.

A sottolinearlo è il nuovo catasto dei ghiacciai italiani realizzato proprio dai ricercatori dell’Università di Milano in collaborazione con EvK2CNR e il Comitato Glaciologico Italiano. Il progetto dei salva ghiacciai è stato avviato dal 2012 e in questo si è tentato di aggiornare i dati relativi agli anni dal 1959 al 1962 e al 1981-1984.

 

Tra i ghiacciai italiani il primato va all’Adamello-Mandrone

L’ultima lista aggiornata dei ghiacciai riporta questo censimento: i ghiacciai, i corpi glaciali, sono 896 (di piccole dimensioni) ad eccezione dei più grandi ghiacciai di oltre 10 Km quadrati: come per i Forni in Lombardia, il Miage in Valle d’Aosta, e il complesso Adamello-Mandrone, in Lombardia e Trentino. Proprio l’Adamello-Mandrone, in Lombardia e Trentino, ha strappato al Forni il primato di ghiacciaio più vasto d’Italia.

Il rischio è alto (sottolineano i ricercatori): i ghiacciai italiani sono prossimi a sciogliersi, ed entro la fine del secolo potrebbero sparire per il 50-90%.

Ma proprio la fusione che si sta mettendo in atto potrebbe rappresentare una salvezza. Le rocce, i detriti che si sono formati al ritiro di questi, hanno creato un vero scudo protettivo realizzando in un modo del tutto naturale un cuore di ghiaccio in grado di far sì che questo possa di nuovo formarsi.

E’ per questo motivo che la superficie dei ghiacciai dal ’60 ad oggi ha lentamente cominciato a riformarsi e, forse, proprio questo è il motivo per cui c’è ancora una speranza che i maestosi ghiacciai non “muoiano” del tutto.