Alessandra Gallotta la sua prima, importante, scommessa l’ha già vinta: quella di riuscire, a soli sedici anni, a esordire, con la squadra della Cresh Eboli, nel campionato nazionale maschile di A2 di Hockey su pista.
Sì proprio così, nel campionato maschile perché la Federazione Hockey, vista la scarsa competitività del torneo femminile (lo scorso anno solo sei i team iscritti), riconosce alle atlete la possibilità di potersi misurare anche con gli uomini.
Hockey, la sfida di Alessandra Gallotta
Alessandra Gullotta l’ha scelto accettando di confrontarsi con la massima Serie e con tutte le sue difficoltà, compresa quella di ritrovarsi necessariamente a confronto con compagni e avversari di gran lunga più grandi e esperti. Ma lei sembra proprio non preoccuparsene: “Devo essere sincera, non ho mai percepito né ironia né diffidenza.
Sanno quello che so fare e da dove vengo. Di steccate e pallinate ne ho già prese così tante che non ho più paura di nulla.” Che coraggio e che grinta per questa ragazzina tutto pepe arrivata all’hockey dopo aver lasciato la ginnastica ritmica perché troppo attratta dalla velocità sui pattini.
La raccomandata di ferro?
Poco importa, allora, se qualcuno ama chiamarla la “raccomandata di ferro” visto che papà Berniero e mamma Angela sono rispettivamente l’allenatore e il presidente della squadra in cui gioca. “Raccomandata? Ovviamente!” risponde sorridendo l’orgoglioso babbo che chiaramente ben conosce il potenziale e il talento della sua “terribile ragazzina” non a caso già entrata nel giro della nazionale maggiore di Hockey su pista. Anche Alessandra sa che le sue partite più dure continuerà a giocarle contro gli scettici: “Succedeva anche nelle giovanili ma poi hanno smesso. Smetteranno anche in A”. E se lo dice lei c’è davvero da crederci.