L’organizzazione ambientalista Greenpeace ha chiesto al governo delle Isole Canarie maggiori risorse per risolvere velocemente la fuoriuscita di petrolio dal peschereccio russo Oleg Naydenov , affondato in mare aperto dopo un incendio, che si trova ora a 2.700 metri di profondità e a 15 miglia (24 km) a sud di Gran Canaria.
Greenpeace, ancora petrolio nel mare delle Canarie
Dopo una ricognizione effettuata da un elicottero nella zona, gli attivisti di Greenpeace hanno comunicato di avere accertato la presenza di una macchia di combustibile grande circa 4\5 chilometri che si estende a sud, cosa che indica chiaramente che perdita di carburante da parte del peschereccio russonon si ferma.
Luis Ferreirim, portavoce di Greenpeace, ha affermato che, affrontare la situazione in tempi brevi, è assolutamente cruciale: ” Abbiamo bisogno di risorse per ripulire il mare dalla macchia e procedere all’immediata rimozione del combustibile rimasto nei serbatoi “… ” perchè le correnti sotterranee profonde potrebbero essere contaminate causando gravi danni per l’ecosistema costiero e il problema potrebbe diventerebbe ancora più grande “.
Nel disastro, una buona notizia
Greenpeace ribadisce in una nota di avere bisogno di più mezzi per il controllo e la pulizia, dato che il carburante si trova ora in mare aperto e, oltre alla chiazza più grande, sono stati rilevati anche piccoli corsi d’acqua contaminati e “ampiamente dispersi”.
La buona notizia è che, durante la ricognizione marittima lungo la costa tra Puerto de Mogan e Descojonado Capo, lo stato delle scogliere risulta essere migliore di quanto ci si potrebbe aspettare.
Greenpeace chiede quindi al Ministero per lo Sviluppo e al governo delle isole Canarie di integrare attivamente la loro azione nei compiti di coordinazione e monitoraggio, perché essi sono “quelli che conoscono meglio il territorio”
Fonte: Lavanguardia