E’ uno studio tutto italiano quello che ha preso in esame la struttura genetica del grano etiope, evidenziandone alcune caratteristiche che potrebbero aiutare la rinascita delle varietà di grano europeo, scomparse a causa dei raccolti massicci e del cambiamenti climatici.
Dal grano etiope un aiuto concreto contro cambiamenti climatici
Uno studio italiano, guidato da Matteo Dell’Acqua della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e pubblicato sulla rivista The Plant Biotechnology Journal, svela che il grano africano possiede caratteristiche genetiche capaci di rendere più resistente quello europeo. Questa scoperta apre le porte alla possibilità di “proteggere” i raccolti europei messi a rischio dai cambiamenti climatici e dalle produzioni massicce.
La totale disattenzione nei confronti degli ecosistemi naturali da parte dei coltivatori e dei produttori di grano, come accade purtroppo anche per altri tipi di colture, ha ‘ucciso’ molte varietà europee di grano, privilegiando la semina di alcune qualità di grano a discapito della varietà genetica. Con il tempo, l’impoverimento dei raccolti ha portato alla scomparsa definitiva di colture forse poco produttive ma decisamente più resistenti ai cambiamenti climatici, ottenendo raccolti di grano biologicamente più ‘deboli’ nei confronti del riscaldamento globale.
Lo studio italiano sul grano Etiope
Per salvare il grano duro, diffusissimo in tutto il mondo, i ricercatori italiani hanno studiato oltre 30 milioni di dati molecolari individuando tutte le caratteristiche genetiche che rendono il grano etiope molto resistente alle malattie e alla siccità. Il loro obbiettivo finale è quello di l’obiettivo di produrre delle varietà di grano dove convergano le migliori caratteristiche dei due.
Matteo Dell’Acqua ha spiegato che “questo studio conferma che l’Africa è una grande risorsa per tutti, anche nell’agricoltura, e che le moderne tecniche molecolari possono valorizzare le varietà tradizionali ed aprire nuove prospettive di progresso nel sistema agricolo Etiope così come in quello italiano ed europeo. Questo è il primo passo nell’impiego razionale delle risorse genetiche del grano duro etiope a beneficio di tutti”.
Fonte ANSA