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Gocce in trappola, nuova frontiera per la ricerca

gocce

Le gocce saranno utilissime per la creazione di nuovi farmaci o anche di celle fotovoltaiche. Questo grazie alla possibilità di intrappolarle in forme ben precise senza doverle congelare grazie alle nanoparticelle. La scoperta è pubblicata su Science dai ricercatori dell’Università del Massachusetts ad Amherst.

Le gocce per il fotovoltaico e non solo

L’esperimento è stato condotto utilizzando pochi materiali: acqua, olio, nanoparticelle e alcune molecole di un particolare polimero.

I ricercatori guidati da Mengmeng Cui hanno disperso le nanoparticelle in una goccia d’acqua che è stata successivamente sospesa in un olio contenente le molecole di polimero.

Quando queste ultime e le nanoparticelle hanno iniziato a interagire fra loro, si sono auto-assemblate a formare una sostanza (surfattante) simile al comune detersivo per piatti, che riduce la tensione superficiale tra i due liquidi.

Catturate possono essere utilizzate per mille usi scientifici

Una volta preparato questo sistema, i ricercatori hanno applicato un campo elettrico alla goccia per cambiare la sua forma.

Trasformandosi da pallone da calcio a palla da rugby, la goccia ha aumentato la sua superficie e quindi anche il numero di nanoparticelle ad essa attaccate.

Una volta eliminato il campo elettrico esterno, l’elevato numero di nanoparticelle ha letteralmente ingabbiato la goccia bloccandola in una delle forme desiderate.

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