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Gli zoo, luoghi pericolosi per gli uomini e per gli animali

harambe zoo

Continuano le polemiche per l’uccisione di Harambe, il gorilla abbattuto per proteggere il bimbo caduto nel suo recinto allo zoo di Cincinnati. La polizia sta indagando i genitori nel maldestro tentativo di cercare un capro espiatorio, ma un concetto è chiaro più che mai: gli zoo sono luoghi terribili e pericolosi sia per gli animali che per gli esseri umani.

Gli zoo, luoghi pericolosi per l’uomo e per gli animali

L’opinione publica è ancora sconvolta dall’incidente accaduto presso lo zoo di Cincinnati.

Il diciassettenne gorilla Harambe era un gorilla di pianura, una specie minacciata di cui restano meno di 175.000 esemplari allo stato selvatico. Harambe è stato ucciso a sangue freddo perchè i tranquillanti, che avrebbero potuto salvarlo, avrebbero avuto bisogno di un tempo troppo lungo per fare effetto sull’animale e proteggere così il piccolo. Le critiche a questo gesto dicono che lo zoo ha agito avventatamente, ma soprattutto che questo episodio ed altri che accadono negli zoo di tutto il mondo, mostrano chiaramente che è l’uomo stesso a mettere gli animali in situazioni di pericolo e non viceversa.

Come sottolinea il National Geographic, 42 animali sono morti nei tentativi di fuga o negli attacchi agli esseri umani negli zoo degli Stati Uniti dal 1990, quindici persone sono state uccise e 100 sono rimaste ferite. Di questi incidenti, solo 15 hanno coinvolto dei primati. L’ultima uccicione di un gorilla è avvenuta nel 2004, quando il gorilla Jabari, tredicenne, ha tentato la fuga da uno zoo di Dallas.

Gli Zoo sono luoghi terribili per gli animali, anche al di fuori di eventi tragici come questi: l‘idea che il pubblico possa osservare animali come Harambe a fini ‘istruttivi’ è ormai largamente ridicola ed è altamente improbabile che si possa imparare qualcosa guardando un gorilla che vive da prigioniero al di fuori del suo habitat naturale e di un sano contesto sociale.

Proteggere gli animali fuori degli zoo

E’ senz’altro vero che i programmi di riproduzione in cattività hanno salvato molte specie dall’estinzione, ma questo non significa che essi debbano essere condotti nel contesto dei giardini zoologici. Inoltre  è importante sottolineare che la stragrande maggioranza degli animali che vivono negli zoo non appartengono a specie minacciate o in pericolo e, particolare importante, molti giardini zoologici sono situati in zone temperate, mentre la maggior parte delle specie in via di estinzione vivono in zone tropicali.

La reazione all’uccisione di Harambe è stata rapida, ma gli attivisti per i diritti degli animali hanno recentemente manifestato allo zoo ed hanno racconto circa 500.000 firme su Change.org in segno di protesta. L’agenzia di stampa  Reuters ha riportato che un gruppo animalista  ha presentato denuncia verso lo zoo di Cincinnati presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Qualora lo zoo di Cincinnati fosse formalmente accusato e condannato, potrebbe dover affrontare una spesa fino a $ 10.000.

La BBC invece racconta che le indagini della polizia sull’incidente si sono concentrate esclusivamente sulle responsabilità dei genitori del piccolo: oltre 400.000 persone hanno firmato una petizione affinchè la madre del bambino sia ritenuta totalmente responsabile dell’incidente. La questione quindi resta aperta e si alimenta di altri particolari che saltano all’occhio, come quello dell’inadeguatezza delle barriere di protezione nello zoo di Cincinnati, responsabile quindi di avere messo sia il bambino che il gorilla in pericolo.

A questo punto speriamo solo che non servano altri incidenti per capire che gli zoo dovrebbero essere trasformati in rifugi per gli animali stessi  e,ancora di più,  per le grandi scimmie, che sono così simili agli esseri umani e mostrano molti tratti cognitivi ed emotivi elevatissimi, come anche le balene, i delfini e gli elefanti.

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