Dal 2013 è uno dei tutor più amati, il creatore dei famosi cambi di look di Detto Fatto, il programma pomeridiano di Rai2 condotto da Caterina Balivo. E’ Giovanni Ciacci, costumista, consulente d’immagine di cinema e televisione. Coordinatore generale look per La7, Giovanni Ciacci ha collaborato con i più grandi fotografi internazionali.
Giovanni Ciacci, uno dei tutor più amati di “Detto Fatto”
Giovanni Ciacci, senza dubbio il più amato dei tutor di Detto Fatto. Come è iniziata quest’avventura con il programma condotto da Caterina Balivo?
Il più amato non lo so, sicuramente sono l’unico tutor presente nel programma dal primo giorno della prima edizione. E’ nato tutto un po’ per caso. Per anni ho vestito Caterina Balivo, Antonella Clerici e tanti altri protagonisti dei vari show di Rai1. Un giorno Caterina disse che aveva pensato a me per Detto fatto, che aveva in mente una cosa simile a quello che avevo già fatto per Il treno dei desideri. Io non ci pensavo neanche lontanamente, dissi istintivamente no, non me la sentivo di stare davanti alle telecamere. Quando Raffaella Sallustio, il capo dell’intrattenimento Endemol, mi propose di far parte del team dei tutor di Detto Fatto, mi disse che non avrei dovuto parlare ma che avrei presentato solamente il risultato del cambio look, e così alla fine accettai. Poi invece mi diedero il microfono e da quel giorno non me l’hanno più tolto.
Sì, mi sento a mio agio, alla fine in televisione ci sono cresciuto. Quello che mi sembra strano adesso è essere riconosciuto per la strada, quando mi chiedono di scattare una fotografia con me o quando mi chiedono un autografo.
Per anni hai lavorato dietro le quinte per le “dive” della televisione italiana e del cinema. A Detto Fatto ti occupi del look di persone comuni. Cosa ti chiedono solitamente?
Quel giorno vogliono tutte vivere il sogno. Desiderano il vestito lungo, i tacchi alti, sentirsi delle principesse e poi, soprattutto, si divertono e anche molto.
Dall’inizio del programma ti ricordi quanti cambi di look hai fatto?
Ne faccio almeno uno a puntata e a volte ne abbiamo fatti anche due o tre, più quelli del serale. Sono tantissimi, non li ho contati, forse più di cinquecento. Spesso con Caterina scherzando diciamo che dovrebbero darci il Guinness dei primati dei cambi di look!
E come riesci ogni volta a creare un qualcosa di diverso?
E’ il risultato di un ascolto attento delle esigenze della persona, dei suoi desideri e richieste. Prima di mettermi all’opera chiacchiero con la persona e capisco molte cose. Considera che io fino all’ultimo non la vedo, la prima occhiata gliela do in video e per me questo è molto più semplice. Leggo la sua storia, mi faccio un’idea e poi la incontro ma solo prima di cominciare la “trasformazione”.
Alla fine sei anche un po’ psicologo.
Sì, a volte penso che dovrebbero darmi una laurea ad honorem in psicologia.
Hai lavorato con David LaChapelle. Cosa hai fatto esattamente e che ricordo hai di quell’esperienza?
Con David LaChapelle ho fatto il calendario di Valeria Marini. Quello della fotografia è un mondo affascinante, stimolante. Ho lavorato con molti altri fotografi come Helmut Newton e praticamente con tutti i fotografi viventi italiani.
Conduco? Oddio no, mi sento più un intruso. Scherzi a parte, sono contentissimo di questa avventura. Sono contento di lavorare con Natasha Lusenti e Francesca Parisella, due bravissime giornaliste. Andiamo in onda in diretta il sabato e la domenica mattina, dalle 6 alle otto, su Radio2. Ovunque6 è veramente una bellissima esperienza, mi diverte moltissimo. E pensare che non volevo neanche farla!
E come è iniziata?
E’ stata Natasha, che ho vestito per La7, a propormelo. All’inizio avevo dei dubbi e anche questa volta è stata Caterina ad incoraggiarmi. Anche lei ha fatto radio e mi ha spinto a provare.
Giovanni, quanto sei “green”?
Sono molto “green”. Fosse per me starei sempre in campagna con il mio cane, Aimone. Amo stare in mezzo al verde, la campagna è il mio rifugio. Del resto sono toscano, sono nato nella provincia di Siena. Posti meravigliosi, una natura affascinante e bellissima. Sin da piccolo sono sempre stato circondato dal verde.
Un vero e proprio ragazzo di campagna, si può dire che il verde è nel tuo DNA.
Adoro la campagna. La mia concezione della campagna è rifugiarmi da solo e dedicarmi alle mie cose, alle mie letture, riappropriarmi del mio tempo. Ho una casa nella Tuscia, dove appena posso scappo a rigenerarmi. Sono innamorato di quelle terre, adoro l’Umbria, l’Alto Lazio e ovviamente la Maremma.
Coltivi anche la terra?
Non personalmente ma nel mio terreno ho fatto piantare ortaggi, frutta e ultimamente le cicerchie, un legume che amo molto e che è quasi scomparso dall’uso comune. Sono attento a quello che mangio, ci tengo che siano prodotti buoni, di qualità e con una produzione attenta all’ambiente. E ti dirò di più, da qualche tempo ho avuto una svolta diciamo “bio-quasi vegetariana” e mi sento molto meglio!
Giovanni, cosa fai tutti giorni per aiutare l’ambiente?
Faccio quello che posso, le cose basilari come non buttare le carte per terra e differenziare i rifiuti. Quando sono a Milano, dove ormai trascorro la maggior parte del mio tempo, mi muovo quasi esclusivamente a piedi o in bicicletta. La macchina la prendo solo per cose eccezionali. A Roma forse la utilizzo un po’ di più, mentre per quanto riguarda la raccolta differenziata, in questa città a volte diventa quasi una missione.
Per concludere a proposito di riciclo: cosa ricicleresti di te e cosa invece butteresti via?
Sicuramente riciclerei la mia curiosità e butterei via la mia atavica pigrizia perché sono veramente un super pigro!