La carenza d’acqua potrebbe interessare, per almeno un mese all’anno, circa 5 miliardi di persone entro il 2050, ossia circa la metà della popolazione mondiale stimata per quella data. A dirlo è l’Onu, nel rapporto sulle acque mondiali. Tra le cause della carenza d’acqua l’Onu indica cambiamento climatico, aumento della domanda e inquinamento. A metà secolo potrebbero quindi aumentare fino a due miliardi le persone che vivono in aree in cui l’acqua è scarsa.
Giornata acqua, Onu: 5 miliardi di persone a rischio
Il rapporto dell’Onu, presentato in vista della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra oggi, rileva che nel 2050 tra 4,8 e 5,7 miliardi di persone potrebbero fronteggiare la carenza di risorse idriche, a fronte dei 3,6 miliardi attuali. Nello stesso periodo la popolazione mondiale dovrebbe passare dai 7,7 miliardi attuali a 9,4-10,2 miliardi. Ad oggi l’uomo consuma 4.600 chilometri cubi d’acqua l’anno, di cui 70% per l’agricoltura, 20% per l’industria e 10% per le famiglie. La domanda globale d’acqua, si legge nel rapporto, è sestuplicata negli ultimi 100 anni e continua a crescere al ritmo dell’1% l’anno.
Fra 30 anni quindi il mondo potrebbe aver bisogno del 30% d’acqua in più rispetto a oggi. Un tale aumento della domanda potrebbe innescare conflitti, avvertono gli esperti. Tuttavia sono possibili azioni per ridurre lo stress su fiumi, laghi e falde acquifere. Le soluzioni spaziano dalla conservazione delle zone umide all’aumento degli spazi verdi urbani. Fondamentali sono soprattutto le pratiche agricole, come l’uso delle acque piovane e la rotazione delle colture.
Giornata acqua: una persona su nove non ha accesso ad acqua sicura
Più di 840 milioni di persone in tutto il mondo, ovvero una persona su nove, non hanno accesso all’acqua sicura, e 2,3 miliardi, ovvero una persona su tre, non hanno accesso ai servizi igienici. “Nel mondo ci sono più persone con un cellulare che con un bagno”, ha spiegato l’attore Matt Damon, che da anni si dedica all’attivismo sul tema. I dati sono emersi all’ottava edizione del World Water Forum, che è in corso a Brasilia, in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua. Oltre 10 capi di stato, tra cui il presidente del Brasile Michel Temer, il presidente dell’Ungheria János der, il presidente del Senegal Macky Sall, il primo ministro della Corea del Sud Lee Nak-yeon, oltre a vari amministratori delegati di aziende Fortune 500, si incontrano nella capitale brasiliana per partecipare ai panel di alto livello e ad oltre 200 sessioni, in cui si traccerà il futuro della sicurezza idrica per i prossimi tre anni.
Giornata acqua, il World Water Forum in corso
Durante le sessioni, migliaia di partecipanti si riuniscono per cercare soluzioni alle sfide che tutto il mondo sta affrontando per garantire l’acqua sicura a livello universale. Il primo World Water Forum si tenne in Marocco nel 1997. Tra i vari successi, il Forum a cadenza triennale ha svolto un ruolo cruciale nel sensibilizzare il mondo sul tema dell’accesso all’acqua come diritto umano, fino ad arrivare al riconoscimento di questo diritto da parte delle Nazioni Unite nel 2010, in seguito al sesto World Water Forum di Istanbul. Inoltre, il World Water Forum e il suo fondatore, il Consiglio Mondiale dell’Acqua, hanno giocato un ruolo di primo piano nell’arrivare al riconoscimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) numero 6, che garantisce l’accesso all’acqua sicura e a servizi igienico-sanitari per tutti al 2030.
Giornata acqua, Fondazione Barilla: cambiare dieta per combattere sete
Nel mondo 4 persone su 10 non hanno ancora acqua a sufficienza, ma basterebbe ripensare il modo di produrre il cibo per migliorare la situazione. E’ quanto sostiene la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn), in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.
Oltre il 90% dei consumi idrici, infatti, è riconducibile all’agricoltura e alla produzione di cibo, fa sapere la Fondazione, ma adottando diete sostenibili, ad esempio scegliendo le proteine vegetali anziché quelle animali, è possibile ridurre l’impatto sulle risorse idriche. Basti pensare che servono 2.312 litri di acqua per produrre una porzione di carne rossa da 150 grammi, 477 litri per 150 grammi di formaggio, 130 litri per un panino da 100 grammi e 50 litri per un pomodoro.
Ma l’impatto dell’agricoltura sull’uso di acqua cambia da un Paese all’altro; per quanto riguarda, in particolare, l’utilizzo attingendo da fiumi e corsi d’acqua sotterranei, si passa da percentuali molto basse come in Svezia o Canada, rispettivamente con 0,1% e 0,2%, a Paesi come gli Emirati Arabi, dove si arriva al 2.208%. L’Italia si posiziona abbastanza bene, con il 6,7%.
Secondo la Fondazione poi, Etiopia, Australia e Colombia sono i più virtuosi nella gestione delle risorse idriche utilizzate in agricoltura, grazie a diverse iniziative messe in campo per il riciclo e il prelievo, tra i più bassi.
“Adottare una dieta di tipo mediterraneo – spiega Marta Antonelli Responsabile del Programma di Ricerca della Fondazione Bcfn – può aiutarci a ridurre la nostra impronta idrica di più di 2 mila litri di acqua al giorno a persona rispetto a una dieta di tipo ‘occidentale’ e a portare benefici alla nostra salute”.