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Georgie Fame, il cantante dell’anno 1965 arriva dal rock blues

Il 16 gennaio 1965 Georgie Fame e i Blue Flames arrivano al vertice della classifica britannica con il brano Yeh yeh. Per il cantante, che all’anagrafe si chiama Clive Powell, è un momento magico che culmina con l’assegnazione del titolo di “nuovo cantante dell’anno”.

Il debutto al Flamingo

Il ragazzo è una novità per il grande pubblico, ma non per gli appassionati del rock blues che lo conoscono e lo amano fin dal suo debutto al Flamingo Club, uno dei locali di culto del rock blues, con la prima formazione dei Blue Flames composta dal chitarrista Colin Green, dal batterista Red Reece e dal bassista Tex Makins. L’apporto della band, nella quale suoneranno, in momenti diversi, personaggi destinati a diventare famosi come il chitarrista John McLaughlin o il batterista Mitch Mitchell, è fondamentale nella crescita artistica di Georgie Fame, anche se la ragione principale del successo è da ricercare nel timbro particolare della sua voce e nella sua personale interpretazione del rhythm and blues. Dopo la pubblicazione del primo album R&B at The Flamingo la sua crescita è lenta ma progressiva. Brani come Get away, Sunny e l’album Sweet thing ne consolidano la popolarità.

Il tradimento e il ritorno

L’exploit commerciale, in parte inaspettato, di Yeh yeh sembra premiarne l’impegno e la coerenza stilistica, ma è destinato a determinare una svolta inaspettata nella sua linea musicale. Nel 1966 scioglierà i Blue Flames, firmerà un contratto discografico con la CBS e volterà le spalle al blues rock delle origini per abbracciare un genere decisamente commerciale. Con The ballad of Bonnie and Clyde scalerà le classifiche di vendita di tutto il mondo diventando un ricco e celebrato interprete del pop. Anche la sua immagine muterà. Il bluesman dalla voce roca e dall’aria trasandata lascerà il posto a un cantante alla moda e uno showman di successo, con spettacoli come “One man and his music”, presentato al Mayfair Theatre di Londra, la cui pregevole fattura sarà lontana anni luce dalle fumose atmosfere del Flamingo. Scoprirà anche sulla sua pelle quanto sia volatile il successo nel mondo del pop internazionale. Con il passare delle mode e l’emergere di nuovi personaggi finirà per trovarsi ai margini del music business. Verso la metà degli anni Settanta tenterà un’operazione nostalgica, riformando i Blue Flames con una formazione completamente rinnovata, a eccezione del “vecchio” Colin Green, ma non basterà a recuperare l’amore tradito dei suoi vecchi fans.

 

 

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