Il 31 dicembre 1968 muore il clarinettista George Lewis. Chiude per sempre gli occhi a New Orleans, la città dove era nato il 13 luglio di un anno che lui per vanità cambiava spesso, anche se quasi sicuramente era il 1900.
La musica non mi dà da mangiare, faccio lo scaricatore
Il suo nome completo era George Louis Francis Zeno. Con lui muore uno degli artefici del movimento musicale chiamato New Orleans Renaissance. Autodidatta e troppo pigro per imparare davvero a leggere la musica sviluppa inizia a suonare giovanissimo e la prima espreienza orchestrale la vive con la Black Eagle Band. Suona poi con Leonard Parker, Chris Kelly, Kid Rena, la Black and Tan Band di Buddy Petit e l’orchestra di Earl Humphrey prima di dar vita a una propria orchestra con il trombettista Red Allen. Durante gli anni Trenta, insoddisfatto per le scarse risorse che derivano dall’attività di clarinettista decide di chiudere con la musica e si guadagna da vivere come scaricatore al porto di New Orleans.
La New Orleans Renaissance
A farlo tornare sui suoi passi è Gene Williams che nel 1942 lo convince a riprendere a suonare. Proprio in quegli anni diventa uno dei maggiori esponenti di quella New Orleans Renaissance che rivoluziona il mondo del jazz. In quel periodo suona nella formazione di Bunk Johnson senza rinunciare però a esibirsi con proprie formazioni e con altri musicisti. Nel 1943 forma la George Lewis New Orleans Strompers con Avery “Kid” Howard alla tromba, Jim Robinson al trombone, Lawrence Marrero al banjo, Chester Zardis al contrabbasso e Edgar Mosley alla batteria. Nel 1946 forma un nuovo gruppo e decide di non muoversi più dalla sua New Orleans. Il proposito resta solo una dichiarazione d’intenti visto che nel 1953 accetta di suonare sulla West Coast e nel 1957 è addirittura in Gran Bretagna con l’orchestra di Ken Colyer;. Torna in Europa nel 1959 e poi va anche in Giappone. La sua attività continua fino alla morte.