Home C'era una volta George E. Lee, da leader a taverniere

George E. Lee, da leader a taverniere

SHARE

Il 28 aprile 1896 nasce a Kansas City, nel Missouri, il pianista e sassofonista George E. Lee. La sua è una famiglia di musicisti. Il padre è un buon violinista e la sorella Julia, che ha sei anni meno di lui, diventerà una famosa cantante e pianista blues.

Tra due strumenti impossibile scegliere

Proprio da suo padre George E. Lee impara a domare le note, a utilizzarle per esprimere i propri stati d’animo e a divertirsi. Indeciso nella scelta tra gli strumenti ad ancia e il pianoforte finisce per decidere… di non scegliere. Nel 1917 firma i suoi primi contratti regolari come strumentista come sassofonista baritono e pianista in varie orchestre. Quando rientra a Kansas City mette a frutto l’esperienza formando vari gruppi a suo nome. Il primo è un trio che si esibisce con regolarità alla Lyric Hall. Negli anni Venti si sente pronto per il grande passo della big band. Raccoglie alcuni tra i migliori strumentisti della sua zone e forma la Novelty Singing Orchestra, un’ensemble destinato a percorrere da protagonista tutti gli anni Venti e buona parte dei Trenta. Il ruolo di leader lo porta ad abbandonare progressivamente la pratica attiva come strumentista.

Dal jazz alla taverna

Nei primi tempi suona il sassofono, ma poi finisce per limitarsi a dirigere accompagnando con la voce qualche ritornello. Tra il 1927 e il 1929 la Novelty Singing Orchestra registra anche qualche disco come band d’accompagnamento di Julia Lee, la sorellina di George. All’inizio degli anni Trenta può vantare la presenza in formazione di un sassofonista come Albert “Budd” Johnson e un pianista come Jesse Stone. Alla fine del decennio l’evoluzione del jazz con l’affermarsi nuovi stili lo mettono in crisi. Dopo un breve periodo con Bennie Moten, tenta di rimettersi in proprio, ma i tempi sono ormai cambiati. Incapace di adattarsi alle novità, negli anni Quaranta decide di farla finita con la musica. Lascia Kansas City e se ne va a Detroit dove apre una taverna che diventa il ritrovo preferito dei musicisti. Non si muoverà più fino al 1959, anno in cui morirà.

 

 

Previous articleNels Cline Four feat. Julian Lage al Torrione di Ferrara
Next articleSi interrompe il blues di Leroy Carr
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".