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Funghi, un dossier per capire quelli velenosi

funghi

La stagione dei funghi è tornata e con questa la necessità di comprendere che non è il caso di avventurarsi in un terreno poco conosciuto. Lo dimostrano le cronache di questi giorni con persone finite in ospedale per aver mangiato funghi velenosi. In tutti i casi i funghi erano stati raccolti da mani abbastanza esperte che, però, non hanno saputo riconoscere il pericolo. Ora un dossier fa il punto per evitare di “farsi avvelenare”.

Killer “mascherati”

Molti non sanno, infatti, che le specie più subdole si “mascherano” da specie innocue, altri non presentano le caratteristiche “tipiche” dei funghi killer, e altri possono diventare pericolosi se raccolti male, o conservati senza accortezze.

Funghi: le specie velenose

Per educare gli appassionati a rispettare almeno le regople principali (la prima: mai mangiare funghi raccolti senza il placet del micologo della Asl, il servizio è gratuito), il Cav di Milano ha pubblicato uno dossier che, tra le altre cose, contiene le immagini delle specie velenose, distinguendo anche tra quelle che provocano sintomi a breve termine (i meno pericolosi, causano soprattutto disturbi gastrointestinali, sudorazione, stanchezza, allucinazioni), da quelli fanno sentire i loro effetti a partire da 8 ore dall’ingestione (e sono quasi sempre letali), e i cui sintomi vengono purtroppo spesso scambiati per influenza intestinale.
L’opuscolo può essere scaricato interamente dal sito del ministero della Salute. Di seguito, invece, le immagini delle diverse specie velenose (file1, file2, file3, file4, file5).

Tossine: non esiste un metodo per riconoscerle
Intanto, prima di avventurarsi in raccolte, è bene sapere qualcosa in più di questi gustosi miceti, come, per esempio, che non esistono metodi empirici (quali le prove con l’aglio, monete d’argento ecc.) per verificare se un fungo sia edule o velenoso. Che la cottura, l’essicazione o altri sistemi non servono a rendere meno tossici i funghi mortali (le tossine più pericolose sono termostabili e quindi non perdono la loro tossicità), mache nonostante tutto, tutti i funghi vanno mangiati ben cotti, perché da crudi sono scarsamente digeribili, se non addirittura velenosi (il comune “chiodino” Armillaria mellea, è tossico se non è effettuata una prebollitura di almeno 15-20 minuti prima della cottura definitiva) che degrada le tossine termolabili presenti in questo fungo.

Le dieci regole d’oro da seguire per evitare spiacevoli sorprese (la fonte è il ministero della Salute):

Non consumare funghi non controllati da un vero micologo;
Consumare quantità moderate;
Non somministrare ai bambini;
Non ingerire in gravidanza;
Consumare solo in perfetto stato di conservazione;
Consumare i funghi ben cotti e masticare correttamente;
Sbollentare i funghi prima del congelamento e consumarli entro 6 mesi;
Non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e coltivati (c’è il rischio che ci siano pesticidi);
Non regalare i funghi raccolti, se non controllati da un micologo professionista;
Nei funghi sottolio si può sviluppare la tossina botulinica.

Fonte: Testmagazine.it

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