Il 14 settembre 1935 nasce a Torino il batterista Franco Mondini, uno dei protagonisti della scena jazz italiana della seconda metà del Novecento.
Gli inizi alla fisarmonica
Mondini inizia a studiare musica a sei anni prendendo lezioni di fisarmonica da Renato Germonio. A quindici passa alla batteria che studia come autodidatta. Nel 1951 fa le prime esperienze jazz con Piero Angela, Sergio Fanni, Nini Rosso, ecc. Nel 1952 entra a far parte del trio di Angela e nel 1956 va a Parigi per approfondire lo studio della batteria con Kenny Clarke. Al rientro in Italia collabora per un paio d’anni con Nunzio Rotondo in qualche concerto e in alcuni cicli di trasmissioni radiofoniche. Nello stesso periodo a Roma suona con Aurelio Ciarallo e con vari musicisti statunitensi tra i quali Bill Smith. Nel 1959 è al Santa Tecla in un quintetto con Chet Baker e dal 1960 al 1962 collabora stabilmente con Amedeo Tommasi in trio con Giovanni Tommaso a cui si aggiunge prima Jacques) poi Rene Thomas e Bobby Jaspar. Nel 1961 al festival di Comblain La Tour in Belgio suona con Stéphane Grappelli, con Sadi e col sestetto di Claudio Lo Cascio. Collabora poi con Chet Baker con il quale suona anche a Parigi.
Dal jazz a La Stampa
Nel 1963 suona spesso con Gato Barbieri e va in tournée in Centro America con Romano Mussolini. Dal 1965 al 1967 suona con Lou Bennett, Guy Laffitte, Hank Mobley, Al Singer, Mal Waldron e altri. Nel 1967 riprende anche un’ennesima collaborazione con Rotondo e l’anno dopo è a Liegi in Belgio con Peltzer, Peter Kowald e altri per poi andare di nuovo a Parigi a studiare con Kenny Clarke. Alla fine degli anni Sessanta dopo alcuni concerti con Don Byas lascia l’attività professionistica ed entra nella redazione de “La Stampa” con un regolare contratto da giornalista. Nel 1973 ritorna in scena per divertimento con il trio Jazz Mechanics. Muore a Torino il 28 giugno 2019.