Il 2 agosto 1941 nasce a Peschiera del Garda, in provincia di Verona, Fabio Testi. Dopo essere stato scelto per una serie di filmati pubblicitari per una bibita popolarissima frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica e inizia a lavorare nel cinema come controfigura e acrobata.
Dalla prima esperienza nel western all’Oscar
Proprio come controfigura e acrobata partecipa nel 1966 a “Il buono, il brutto e il cattivo”. È la prima esperienza nel western all’italiana, il genere nel quale ottiene le prime soddisfazioni come attore a partire dal 1967. Nel 1970 interpreta un giovane borghese della comunità ebraica innamorato di Micòl ne “Il giardino dei Finzi Contini” di Vittorio De Sica, trasposizione cinematografica del romanzo di Giorgio Bassani premiato con l’Oscar come miglior film straniero.
Un nudo integrale
L’anno dopo fa scalpore recitando alcune scene di nudo integrale in “Addio fratello crudele” di Giuseppe Patroni Griffi. Negli anni Settanta lavora con registi di primo piano come Pasquale Squitieri, Enzo G. Castellari, Lucio Fulci e Claude Chabrol che gli affida l’emblematico ruolo dell’anarchico Bonaventura Diaz in “Sterminate Gruppo Zero”. Negli anni Ottanta dopo la partecipazione a “Scemo di guerra” di Dino Risi e “Io e il duce” di Alberto Negrin riduce la presenza sul grande schermo alternandola a impegni nella fiction televisiva e in teatro.