Home C'era una volta Eric Dolphy, una fine prematura

Eric Dolphy, una fine prematura

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Il 29 giugno 1964 muore a Berlino il sassofonista, clarinettista e flautista Eric Dolphy, un polistrumentista che ha lasciato un segno importante nella storia del jazz.

Da Sammy Davis jr a Mingus

Nato a Los Angeles, in California il 20 giugno 1928 è registrato all’anagrafe con il nome Eric Allan Dolphy. Inizia a studiare musica dedicandosi al clarinetto all’età di nove anni, poi impara anche il sax contralto e ottiene le prime scritture da George Brown, Gerald Wilson, Charlie Mingus, Buddy Collette. Nel 1956 è con Eddie Beal e proprio nel suo gruppo decide di dedicarsi anche al flauto e al clarinetto basso senza abbandonare sax e clarinetto. È praticamente uno sconosciuto quando nel 1958 entra a far parte del quintetto di Chico Hamilton, poi incide con un cantante, Sammy Davis jr., inserito nella grande orchestra di Sy Oliver. Nel 1960 registra per la prima volta sotto suo nome e inizia una proficua collaborazione con Charlie Mingus senza rinunciare a registrare con il sestetto di Oliver Nelson, con il quintetto di Ken McIntyre, con una All Stars diretta da John Lewis, con Eddie “Lockjaw” Davis, con i Newport Rebels, con Gunther Schuller e con Ornette Coleman.

Un successo rapidissimo

Nel 1961 incide con Abbey Lincoln, ancora con Oliver Nelson, con il sestetto di Booker Little, con il quintetto di Ted Curson, con il sestetto di George Russell, con John Coltrane, con un quartetto e un quintetto diretti da Ron Carter, con il sestetto di Mal Waldron, sotto suo nome e con Max Roach. Nel 1962 incide ancora con Coltrane, con Pony Poindexter, con Benny Golson, con un’orchestra diretta da John Lewis e Gary McPartland e con la grande orchestra di Mingus. Nel 1963 registra alcuni brani con una grande formazione nota come Orchestra USA, con Freddie Hubbard, con Teddy Charles, sotto suo nome, ancora con Hubbard, con l’orchestra di Gil Evans e con Charlie Mingus. Il 1964 lo vede impegnato, oltre che con due formazioni che portano il suo nome, con il sestetto di Andrew Hill, ancora con Gil Evans, con un sestetto derivato dalla Orchestra USA e con il sestetto di Mingus. Il 29 giugno 1964, mentre suona in un locale di Berlino, Dolphy viene stroncato da un collasso cardio-circolatorio, probabilmente connesso a una grave forma diabetica, a soli trentasei anni.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".