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Elefanti a rischio, ma il grasso li salverà

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Gli elefanti in cattività rischiano l’estinzione. Ma il grasso li salverà. E’ questo quanto riporta un’ultima ricerca condotta dal team degli scienziati della Scuola di Medicina Veterinaria e Scienze presso l’Università di Nottingham pubblicata su PLoS One.

Gli elefanti a rischio estinzione

La popolazione degli elefanti di tutto il mondo non gode di buona salute. Studi recenti hanno accertato che l’inattività, la solitudine e la mancanza del loro habitat li rende depressi, inappetenti e pigri, con conseguenze dirette sulla fertilità, sul peso e sull’umore.

Se non si trova subito una soluzione specialmente ai problemi riproduttivi, gli elefanti in cattività si estingueranno entro i prossimi 50 anni.

Un team di scienziati della Scuola di Medicina Veterinaria e Scienze presso l’Università di Nottingham ha condotto uno studio sul grasso corporeo degli elefanti africani. L’analisi ha fornito una serie di informazioni fondamentali per mantenere in buona salute gli elefanti in cattività, evitando la cattura di altre creature. Informazioni che potrebbero portare fino alla costruzione ed al mantenimento di riserve specifiche per elefanti, garantendogli salute e fertilità.

La leptina e la fertilità

Attraverso alcuni campioni di grasso d’elefante africano, i ricercatori hanno identificato la struttura molecolare del tessuto adiposo ed hanno scoperto che la leptina, un ormone prodotto dalle cellule adipose per regolare la quantità di grasso immagazzinato nel corpo, funge da legame molecolare tra stato nutrizionale, quantità di tessuto adiposo, e fertilità.

Il tessuto adiposo svolge un ruolo chiave nella riproduzione e non solo. Esso è strettamente legato alla comparsa della pubertà e ad altre importanti funzioni riproduttive.

Nessun animale è stato ucciso per questo studio: i campioni di grasso sono stati ottenuti dopo alcune operazioni di abbattimento di animali avvenute per problemi gestionali e organizzate dall’Autorità di gestione della Save Valley Conservancy dello Zimbabwe.

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