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Echinacea, un rimendio naturale contro l’influenza

L’impiego dell’echinacea in ambito terapeutico è iniziato già nel 1700, quando un gran numero di tribù indiane sfruttava tale pianta con l’intento di ottenere effetti guaritori sulle ferite, comprese quelle causate dal morso dei serpenti velenosi.

Gli Indiani d’America avevano la particolare caratteristica di tenere in grandissima considerazione la pianta di Echinacea, al punto che la consideravano come un vero e proprio rimedio miracoloso. Infatti, era utilizzata piuttosto frequentemente per la cura di tutti quei morsi dei serpenti a sonagli; in realtà, però, l’impiego della pianta di echinacea tra i nativi, ebbe una più larga diffusione, dato che veniva sfruttata anche come ottimo rimedio nei confronti del mal di denti e come semplice anestetico. Ad esempio i popoli dei Kiowa e dei Cheyenne impiegavano l’Echinacea per la cura di tosse  e mal di gola, i Pawnee vi curavano le emicranie, mentre i Lakotah-Sioux la utilizzavano come analgesico. Secondo le credenze popolari, sembra che i Nativi Americani avessero appreso l’arte di utilizzare l’Echinacea angustifolia dalle alci che, quando malate o ferite, andavano alla ricerca e consumavano specificatamente questa pianta.

È proprio per questo che l’Echinacea è anche conosciuta come Elk Root (“radice dell’alce”).La tradizione della medicina popolare dei Nativi Americani porterà avanti l’utilizzo di questa pianta per secoli, fino a che nel 1870 il medico tedesco emigrato negli Stati Uniti H.F.C. Meyer, dopo un lungo periodo trascorso tra le popolazioni indiane del nord America, scelse di usarla per creare una medicina contro che potesse essere utilizzata anche dalle popolazioni d’oltreoceano.

Questo formulato, detto “Meyer’s Blood Purifier” (letteralmente, il “Purificatore del sangue di Meyer”), conteneva Echinacea angustifolia e si dimostrò di fondamentale importanza per il trattamento dei morsi di serpenti velenosi. Lo stesso Meyer dimostrò su se stesso l’efficacia di questa cura iniettandosi il veleno del mortale serpente a sonagli: una dose del Meyer’s Blood Purifier fu sufficiente per eliminare la sensazione di gonfiore, dolore e torpidità delle membra associate al veleno. E, naturalmente, per salvargli la vita.

L’Echinacea angustifolia, del resto, era una pianta che gli Indiani delle pianure americane utilizzavano da sempre per trattare i morsi di animali velenosi. L’Echinacea andò riscuotendo particolare successo in Germania, ed ancor oggi questo Paese europeo continua ad essere il principale produttore di rimedi erboristici a base di Echinacea. La pianta viene comunque utilizzata in tutto il mondo come immunostimolante, antinfiammatorio, antispastico e per molte altre applicazioni terapeutiche.

L’echinacea rappresenta certamente un rimedio particolarmente diffuso e famoso, ma che sta acquisendo un ruolo sempre più importanti in campo fitoterapico negli ultimi anni: infatti, le parti aeree e le radici della pianta di Echinacea possono vantare una notevole concentrazione di principi attivi.

Durante i mesi freddi è più frequentei essere colpiti dalle malattie da raffreddamento che  interessano le alte vie respiratorie. La loro diffusione è molto elevata durante la stagione autunnale ed invernale.L’organismo reagisce all’attacco di un agente estraneo opponendo i suoi meccanismi di difesa;le difese naturali sono il sudore, lisozima della pelle e cellule del sistema immunitario quali i fagociti.L’insieme delle difese naturali viene chiamato immunità naturale. Altri meccanismi di difesa sono costituiti dall’immunità acquisita.

L’immunità umorale è trasferibile a soggetti non immunizzati
mediante plasma o siero ed è mediata da anticorpi, che vengono prodotti in seguito all’attivazione. E’ importante stimolare o correggere un deficit nella risposta immunitaria. A tali sostanze, che in definitiva cercano di normalizzare funzioni carenti, è stato dato il nome di immunostimolanti. Contrariamente ai vaccini, gli immunostimolanti agiscono con un meccanismo diverso che prevede l’attivazione di cellule (macrofagi, granulociti, leucociti,) e di fattori umorali (lisozima, interferoni, ec..) dell’immunità aspecifica.

Le piante medicinali che stimolano il sistema immunitario sono
numerosissime.

La principale applicazione di queste piante come l’echinacea,consiste nella prevenzione o nel trattamento delle infezioni non complicate del tratto respiratorio superiore (come influenza e raffreddore).

Le specie di Echinacea sono piante erbacee perenni,
alte dai 30 ai 150 cm  con fusto semplice, con foglie ovali o
a margine  o seghettato, con fiori terminali, di colore viola, rosa o bianco,recanti un grande capolino. Le radici sono di forma cilindrica (lunghe 10-20 cm, larghe 0,5-1 cm) a forma di V di colore nero.
Il sapore è prima dolce e poi pungente; l’odore è debole.

L’echinacea contiene polisaccaridi, presenti in
elevate quantità nelle radici di E. angustifolia come l’inulina: e nelle parti aeree di E. purpurea polisaccaridi e
flavonoidi (rutoside), soprattutto nelle foglie e nei
cauli di E. angustifolia e di E. purpurea; derivati dell’acido caffeico quali echinacoside, acido cicorico,ecc; un olio essenziale contenente borneolo e relativi composti aromatici. L’echinacea possiede numerose proprietà farmacologiche in gran parte caratterizzate utilizzando il succo delle parti aeree di E. purpurea.

L’attività antiflogistica e riparatrice del tessuto sembra
sia dovuta alla inibizione dell’enzima ialuronidasi. Oltre ad aumentare l’acido ialuronico, l’echinacea stimola anche i fibroblasti e la secrezione di ormoni corticosurrenalici.

Il succo delle parti aeree di E. purpurea, ma anche
l’estratto acquoso ed alcolico delle radici, ha
mostrato attività antivirale verso i virus influenza,
herpes, stomatite vescicolare.

L’azione antibatterica dell’echinacea è piuttosto
blanda come rimedio antibatterico. Probabilmente l’efficacia dell’echinacea come antibatterico contro Staphylococcus
aureus, Corynebacterium diphtheriae, Proteus
vulgaris è la conseguenza della sua spiccata
azione immunostimolante. Comunque l’azione più interessante sembra essere quella immunostimolante. L’echinacea attiva una
parte del sistema immunitario, nota come via alternativa
del complemento, migliorando la migrazione dei leucociti nell’area infetta e/o infiammata, distruggendo batteri, virus ed altri microrganismi. L’echinacea incrementa anche i livelli di  una proteina  che stimola la via alternativa del complemento. L’echinacea provvede poi ad aumentare i livelli di cellule
bianche nel sangue quando questi sono bassi. Le cellule
più sensibili all’echinacea sono i linfociti T e le
cellule NK. L’echinacea attiva anche le cellule NK,ed i macrofagi, i monociti ematici che risiedono in tessuti quali fegato, milza e linfonodi. I macrofagi fagocitano batteri, frammenti cellulari
ed altre particelle estranee. Oltre ad esaltare
la fagocitosi, l’echinacea stimola i macrofagi a
produrre il TNF (tumor necrosis factor), l’interferone
e l’interleuchina.

I  CONSIGLI DEL FARMACISTA

Si raccomandano le radici di E. pallida per il trattamento dell’influenza e le parti aeree di E. purpurea in casi di raffreddore e infezione
delle vie respiratorie ed urinarie e come cicatrizzante (uso esterno); non si raccomanda invece l’uso di E. angustifolia. Comunque gli studi clinici eseguiti non sono tutti concordi sulla efficacia dell’echinacea, anche perché i preparati utilizzati sono tra di loro diversi e non sempre ugualmente titolati.

Per una migliore applicazione terapeutica dell’echinacea alcuni suggeriscono di:
(a) utilizzare la pianta fresca,
(b) utilizzare una combinazione di radici,foglie e fiori di E. purpurea da sola o in associazione con radici di E. pallida,
(c) controllare l’assenza
nella preparazione di Parthenium integrifolium
o di altre specie di Echinacea (rappresentano
una sofisticazione),                                                    (d) stabilizzare il succo fresco
di echinacea con etanolo (20-25%),
(e) utilizzare,per la preparazione dell’estratto di droga secca, una miscela di etanolo (55%) e acqua (45%).

Le forme farmaceutiche ed i dosaggi consigliati
sono: tisane (polvere di radice secca) 1-2 g; succo di parti aeree (2,4% di β-1m 2- fructifirabisudi) 2-3 ml; tintura (1:5) 3-4 ml; estratto fluido (1:1) 1-2 ml; estratto secco (3,5% di echinacoside) 100- 250 mg.
In commercio è disponibile una associazione
di E. purpurea ed E. pallida (radici, 15 mg).
Le tinture omeopatiche si preparano utilizzando
piante intere di E. angustifolia ed E. pallida. Terapie  a lungo termine devono prevedere una pausa di una settimana dopo 7-8 settimane di trattamento giornaliero.

L’echinacea può provocare, a dosaggi superiori
alla norma ed in seguito a trattamenti prolungati, fenomeni allergici e disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali, diarrea). Se ne sconsiglia
l’uso in malattie autoimmunitarie in fase acuta
e durante una terapia con benzodiazepine (ne aumenta la biodisponibilità).

Le infezioni respiratorie sono tra le più frequenti
malattie. I sintomi sono: mal di gola, raffreddore, raucedine, ecc. Poiché le infezioni del tratto respiratorio superiore sono in genere causate da virus mentre solo il 5% dei casi è di origine batterica, il beneficio di un trattamento con antibiotici è in genere limitato.

Il trattamento con antibiotici è indicato invece,
nei casi in cui si sospetta un’infezione batterica
secondaria. Allo scopo di prevenire “un’infezione secondaria” e di ridurre i sintomi, potrebbe essere utile una terapia con fitoterapici contenenti sostanze secretolitiche ed antimicrobiche.
Soprattutto a causa della buona tollerabilità i fitoterapici potrebbero essere una buona scelta per i bambini, soggetti maggiormente esposti alle infezioni respiratorie.

L’eucalipto (olio) ad es. possiede proprietà
antibatteriche, facilita la secrezione di muco e potenzia l’espettorazione: il pino (olio) ha un’azione anti settica e facilita la secrezione di muco e l’espettorato mentre il mentolo è un antimicrobico e antiossidante.

Queste tre sostanze sono presenti in
una formulazione (Pinimenthol® unguento). Comunque, l’echinacea è spesso consigliata, da sola o in combinazione con altre droghe vegetali, nei casi di infezioni respiratorie.

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