«La signorina Mary O’Brien, in arte Dusty Springfield, di professione cantante, nata il 16 aprile 1939, ad Hampstead, in Gran Bretagna è invitata a lasciare immediatamente il suolo della Repubblica del Sudafrica e a non farvi più ritorno perché persona indesiderata». Espulsa! Così si conclude il 15 dicembre 1964 la tournée sudafricana di Dusty Springfield.
Ci vado ma vedrete che prenderò posizione!
In realtà se avesse dato retta all’appello del sindacato dei musicisti britannici contro l’apartheid avrebbe dovuto annullare il tour di sua iniziativa ancor prima di partire, ma non ha saputo dir di no alle pressioni della sua casa discografica. Come altri non se l’è sentita di sfidare discografici, editori e impresari seguendo l’esempio di una band come Rolling Stones che ha mandato direttamente a quel paese l’invito del governo sudafricano. Il problema dell’apartheid, però, non la lascia indifferente. Dopo aver riflettuto a lungo si ripromette di prendere posizione contro la segregazione razziale direttamente in Sudafrica, forse sopravvalutando un po’ il peso della sua popolarità in quel paese. Scopre a sue spese che, pur essendo una cantante famosa, non è intoccabile e non può permettersi di fare quello che vuole.
Se non le piaceva il nostro paese poteva starsene nel suo
Approfittando di una giornata di riposo nella tournée partecipa a un concerto non autorizzato contro l’apartheid che si svolge a Cape Town. Quando rientra nel suo albergo trova ad attenderla due uomini. Gentilmente, ma con una determinazione che non ammette repliche, la invitano a seguirli. Dusty tenta di prendere tempo. «Devo cambiarmi, non potremmo vederci più tardi?» I due sono irremovibili. La accompagnano in un comodo e spazioso ufficio governativo dove, senza tanti preamboli, riceve la notifica dell’atto immediato di espulsione dal paese. Il funzionario che le apre la porta la guarda con aria torva: «Voi artisti chi vi credete di essere? Lei, signorina, mi spiega cosa voleva dimostrare con l’esibizione di oggi? Se non le piaceva il nostro paese poteva starsene nel suo. I nostri soldi, però, vedo che non le fanno schifo!» La comunicazione tra i due fortunatamente finisce lì. Abbandonata anche dai funzionari della sua casa discografica, che hanno tempestivamente provveduto a porgere le loro scuse «per l’increscioso episodio» alle autorità sudafricane, Dusty Springfield torna da sola in Gran Bretagna con il primo aereo.