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Dissesto idrogeologico, costa 2,5 miliardi l’anno

dissesto idrogeologico

Il dissesto idrogeologico costa ben 2,5 miliardi di euro l’anno. A dirlo il rapporto 2016 presentato dall’Associazione dei consorzi di bonifica.

Dissesto idrogeologico costa all’Italia 2,5 miliardi l’anno

Secondo i dati del ministero dell’Ambiente, il 9,8% del territorio nazionale è costituito da aree ad elevata criticità idrogeologica: parliamo dell’82% dei Comuni, dove sono a rischio 6.250 scuole, 550 strutture sanitarie, circa 500 mila aziende, comprese quelle agricole, e 1.200.000 edifici residenziali e non.

Dissesto idrogeologico, sono 7145 i comuni a rischio

Il dossier riporta con molta precisione che, complessivamente, sono 7.145 i comuni italiani che si trovano in aree minacciate da frane o da rischi idraulici (pari all’88,3%), mentre i comuni non situati in tali zone sono solamente 947.

La popolazione italiana a rischio frane è, secondo il report, di 5.624.402 abitanti (1.224.000 abitanti nelle aree a maggiore pericolosità); le imprese a rischio sono 362.369 (79.530 nelle aree a maggiore pericolosità); 34.651 sono i beni culturali a rischio (10.335 nelle aree a maggiore pericolosità). Il rapporto Anbi sottolinea che la popolazione a rischio alluvioni è di 9.039.990 abitanti, le imprese a rischio sono 879.364, i beni culturali a rischio sono 40.454, le superfici artificiali a rischio si estendono su 292.690 ettari. E’ colpa dell’intensa urbanizzazione che non ha mai tenuto conto del territorio, fragile dal punto di vista idrogeologico,  oltre al contemporaneo abbandono delle aree collinari e montane da parte della popolazione, fenomeni aggravati dai cambiamenti climatici.

Dissesto, l’impermeabilizzazione la principale causa di degrado

La principale causa di degrado in Europa è l’impermeabilizzazione: nel nostro Paese il consumo del territorio continua a crescere, pur segnando un rallentamento negli ultimi anni. Tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 250 chilometri quadrati di territorio, ovvero in media circa 35 ettari al giorno. Nel processo di impermeabilizzazione, circa 4 metri quadrati di suolo nell’ultimo periodo sono stati irreversibilmente persi ogni secondo. Dopo aver toccato anche gli 8 metri quadrati al secondo degli anni 2000, il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 si è consolidato negli ultimi due anni. A rischio ormai sono 2.110.000 ettari del territorio italiano.

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