La mostra di Gregor Cürten allo St. Stephen’s Cultural Center Foundation, rappresenta la prima mostra a Roma dell’artista tedesco, in esposizione dipinti e disegni sotto il titolo “This is not you”, “Questo non sei Tu”. Inaugurazione l’8 novembre 2018 alle ore 17.00 e fino al 20 novembre 2018.
St Stephen’s Cultural Center, viale Aventino 17 – Ingresso da Via Aventina 1 – Roma. Curatore Agnes Martin – agnes.martin@sssrome.it – Su appuntamento: 339/2019315 – +39 – 065750605 – www.culturalcenter.ststephens-rome.com
Gregor Cürten nasce il 16 giugno 1947 a Hückeswagen e, come la maggior parte dei giovani dell’epoca, partecipa ai movimenti di protesta sociale degli anni ‘60 e ’70, anni decisivi ed inquieti, che però hanno lasciato nell’artista la convinzione che l’arte dovrebbe mantenere le distanze da una partecipazione politica e da un ordine sociale che, come sappiamo, ha trasformato quella visione del mondo in gesti puramente retorici.
Nel 1969-72 studia alla Kunstakademie Düsseldorf (Accademia delle belle arti) ed attraverso la sua arte cerca, come molti artisti, di indicare all’osservatore, attraverso un’interpretazione emotiva ed una commozione espressa per immagini, una strada possibile per interpretare la realtà e dare un senso al momento creativo che accomuna chi guarda con l’artista stesso; anche in modi che possono essere personali e molto diversi tra loro. Il titolo della mostra ci rammenta la funzione dell’arte ed anche il valore del suo sottrarsi ad un significato preciso, la grande ricchezza di interpretazioni che possono scaturire da un’immagine che non è la riproduzione più o meno fedele di una cosa, come nel famoso quadro di Magritte – “questa non è una pipa”, nel rapporto ambiguo tra linguaggio ed immagine, ma soprattutto tra la realtà e le sue varie rappresentazioni.
Riportiamo qui un brano dalle note critiche sull’artista di Hans Zitko, Painting Attacked, p 43 and p 51, in: Beziehungsweisen, Berlin 2014
“Molti dei suoi lavori sono freddi, persino gelidi, provocanti nella loro asperità senza compromessi e senz’altro dediti ad un’esperienza che comincia dove la superficie protettiva di un’estetica puramente esteriore mostra le sue crepe. A volte
sembra che l’artista letteralmente spelli il corpo dell’opera e dei suoi protagonisti in modo da esporre quelli che potrebbero essere definiti i resti oscuri dell’esistenza umana. Si apre uno spiraglio su un mondo inquietante che mostra aspetti tragici e oscuri, su un mondo dove strade che conducono a un’esistenza migliore sono ben difficili da trovare. Vicino spiritualmente al pessimista francese (sic!) E. M. Cioran, l’artista si vede come parte di una realtà dove le ferite e il dolore sono costantemente destinati a tornare. …
Ogni ragionamento artistico che è focalizzato con tanta insistenza sugli aspetti problematici dell’esistenza ci raggiunge al di là di una prospettiva puramente estetica o intrinsecamente artistica. Ogni interpretazione dovrebbe tenerne conto. Chiunque volesse capire quali origini di esperienza siano qui decisive, non può prescindere dal contesto biografico dell’artista, sebbene in questo caso così come nell’arte in generale, semplici relazioni causali sono fuori questione. Gregor Cürten appartiene a una generazione cresciuta nell’immediato dopoguerra e perciò messa a confronto con l’eredità irrisolta del Terzo Reich. Nonostante il tabù di non poter parlare dell’accaduto – sostenuto da gran parte degli esecutori così come dalle vittime – e proprio tramite questa mancanza di interazione, i conflitti irrisolti sono stati trasmessi inconsciamente alla generazione successiva. Non essendo stata partecipe, questa generazione nata dopo la guerra ha dovuto comunque portare il peso di questa catastrofe storica e sforzarsi di comprendere l’incomprensibile. Anche se questo contesto non può essere l’unico prerequisito per capire l’opera di Gregor Cürten, senza ombra di dubbio si può affermare che l’artista si è sempre confrontato con le questioni del recente passato storico. Questo è evidente, per esempio, in una serie di opere, dove egli usa vecchie fotografie di varia gente, in parte proveniente dal suo ambiente sociale. Anche questi soggetti danno l’impressione di essere passati attraverso un processo di analisi rivelatrice dove è stato tolto strato su strato.
I loro visi e abiti spesso mostrano superfici screpolate e fessurate; in alcuni casi si ha l’impressione di guardare delle vittime carbonizzate le cui fisionomie mostrano trame piene di scorie. In questi casi l’opera fornisce un commento che presenta le persone come soggetti di esperienze traumatiche che continuano ad esistere sotto la superficie artificiale della rappresentazione fotografica della vita quotidiana.”
Interessanti anche le note di Rosa von der Schulenburg su Day Drawings, p. 123 and p. 125, in: Beziehungsweisen, Berlin 2014.
“… Le opere di Gregor Cürten sono oggettive o figurative e quindi si riferiscono a qualcosa fuori dalla sua condizione personale o dal suo stato d’animo. (…) Spesso lui trae inspirazione da immagini di album di famiglia, da materiale ordinario d’archivio e fotografie di giornali o da ritagli d’immagini scoperte per caso nei frammenti di locandine sui muri o nei ritratti degli ovali appanati sulle lapidi. (…) Lo scomparso psicoanalista etnologico Fritz Morgenthaler, amico dell’artista, scrisse una volta che l’analista è ‘l’ospite attardato’ che trae conclusioni dai resti e dagli scarti di un banchetto già consumato. L’analista dell’immagine – e così vorrei chiamare Gregor Cürten – è a sua volta un ospite attardato in questi nostri tempi sazi d’immagini. Egli osserva le immagini distrattamente scartate, i relitti collettivi e non assimilati e cerca di dare loro voce producendo un riverbero nelle sue opere, invitandoci ad ascoltarne l’eco.”
GREGOR CÜRTEN nasce il 16 giugno 1947 a Hückeswagen e adesso vive a Porchiano del Monte (TR), in Italia. Nel 1969-72 studia alla Kunstakademie Düsseldorf (Accademia delle belle arti) e nel 1981-82 vince una Borsa di studi per il P.S.1, Queens, NY. Nel 1984 viene invitato ad alcune mostre e a tenere lezioni in Canada: invitato dal Canada Council ad una mostra personale a Montreal (Optica) e Toronto (Mercer Union) lezioni all’Ottawa University, Ottawa and Concordia University, Montreal.
Nel 2002 / 03 risiede per tre mesi a Montreal con letture alla Concordia University, Montreal su “Vestigia e Tracce”. Nel 2005 tiene letture al Mozarteum di Salisburgo e si trasferisce a Berlino.
Le sue ultime mostre personali, di una lunga carriera artistica, sono state nel 2015 alla Galerie Nord / Kunstverein Tiergarten, Berlino, “Beziehungsweisen”. Nel 2016 In Connection Art Centre, Orte, Umbria/ Italia “Imago” e nel 2018 In Connection Art Centre, Orte, Umbria/ Italia.