Home C'era una volta David Edwards, uno degli ultimi bluesmen del Delta

David Edwards, uno degli ultimi bluesmen del Delta

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Il 29 agosto 2011 un infarto uccide a Chicago il cantante, chitarrista e armonicista blues David Edwards chiamato “Honeyboy”, considerato insieme a Pinetop Perkins l’ultimo dei vecchi bluesmen del Delta.

Esponente del blues rurale

Nato a Shaw, nel Mississippi, il 28 giugno 1915 è conosciuto anche con gli pseudonimi di Honey Eddie e Mr. Honey. David Edwards è uno dei rari artisti dell’area di Chicago che sia rimasto profondamente legato allo stile e alle tradizioni rurali. Il suo caratteristico ed espressivo modo di cantare e l’uso funzionale della chitarra e dell’armonica risentono, infatti, delle prime esperienze maturate negli stati del sud. I musicisti che più lo hanno influenzato sono Big Joe Williams, con il quale inizia a esibirsi nelle feste del Mississippi e della Louisiana, e Charley Patton, con il quale suona all’inizio degli anni Trenta.

Il trasferimento a Chicago

Prima di trasferirsi a Chicago alla fine degli anni Trenta suona con Tommy McClennan a Greenwood, la Memphis Jug Band a Memphis e Robert Johnson a McComb. Nella “Città del vento” Edwards inizia a esibirsi sui marciapiedi del mercato di Maxwell Street e nel 1942 viene chiamato da Alan Lomax a registrare per la Library of Congress a Clarksdale. Dopo aver suonato con James De Shay, Big Joe Williams e Little Walter a St. Louis nel Missouri, torna a Chicago dove rimane pressoché stabilmente fino alla morte.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".