Il 17 gennaio 1932 al Cairo, in Egitto, nasce Dalida. Registrata all’anagrafe con il nome di Jolanda Gigliotti è cittadina francese, ma i suoi genitori sono italiani o, meglio, calabresi.
Un successo arrivato quasi per gioco
La ragazza è dotata di una voce particolare, dai toni scuri e inizia giovanissima a cantare nei club di Parigi. Il suo repertorio è in gran parte costituito dalle versioni francesi di celebri brani napoletani. Proprio uno di questi le regala il primo grande successo discografico. È Bambino, versione francese di Guaglione. Il brano, pubblicato quasi per gioco arriva al vertice delle classifica di molti paesi europei. Anche l’Italia si accorge di lei e la accoglie con calore portando ai vertici delle classifiche le sue versioni di Bang Bang, Milord, Come prima e L’ultimo valzer.
Da Sanremo alla fine
Nel 1967 Dalida partecipa al suo unico Festival di Sanremo. La ragazza canta sul palcoscenico dei fiori Ciao amore ciao in coppia con l’autore Luigi Tenco verso il quale è legata da un grande affetto, ricambiato. L’esperienza si conclude tragicamente. Proprio nei giorni della manifestazione sanremese, infatti, Tenco viene ritrovato nelle sua camera d’albergo senza vita, ucciso da un colpo di pistola. Le indagini, frettolose e sommarie, parlano di suicidio. L’episodio segna una svolta nella vita di Dalida che tenterà più volte di farla finita negli anni successivi. Il pubblico italiano non l’abbandona. Nel 1968 vince “Canzonissima” con Dan dan dan e, pur lontana dei grandi successi degli anni Sessanta, continua a essere amata da un robusto gruppo di fedeli ammiratori che non la lasceranno mai sola neppure negli anni successivi. All’inizio del 1987 si esibisce in un grande concerto in Turchia davanti al presidente Kenan Evren. È un buon periodo per la cantante. Si parla di un suo nuovo album e di un serial televisivo, ma il 3 maggio dello stesso anno, in preda a una crisi depressiva, si toglie la vita con una dose eccessiva di barbiturici.