«Il mio? Non può che essere un menù sostenibile». Cristina Bowerman, chef pluristellata, ha risposto così ai microfoni di Daily Green in occasione del grande evento charity di cui è stata la chef protagonista organizzato per Anlaids nella splendida cornice di Palazzo Doria Pamphilj di Roma.
Da Cerignola a San Francisco, Cristina Bowerman ha una vita da chef controcorrente. Si afferma negli Stati Uniti come graphic designer, nel frattempo coltiva la sua passione culinaria per laurearsi in Arti culinarie alla Culinary Academy di Austin, Texas. Al 2004 risale le decisione di tornare in Italia per approfondire la conoscenza della cucina italiana. Dopo varie esperienze, torna a Roma dove decide di fermarsi. Ben presto acquisisce grande notorietà anche a livello internazionale. Dal 2012 è alla guida della cucina di Romeo chef&baker, un nuovo concept gastronomico dallo stile creativo. “La mia è un cucina contaminata tra tradizione ed innovazione” risponde alle nostre domande.
Cristina da dove nasce questa passione?
E’ nel mio DNA, l’ho sempre avuta e, appena ho potuto, l’ho coltivata e ne ho fatto un lavoro, un mestiere. Ho il privilegio di fare quel che desidero, non è un privilegio da pochi.
Come definiresti la tua cucina?
Un concept creativo, innovativo, dove il gusto ed i sapori si confondono in un mix nuovo ma dove il rispetto per i prodotti locali, rigorosamente biologici è sempre altissimo e viene prima di ogni cosa.La mia? E’, soprattutto, una cucina contaminata.
Sei qui per il grande evento charity di Anlaids, come definiresti il tuo menù?
Non può che essere un menù sostenibile. Per la lavorazione della pasta così come per il secondo ed il dolce abbiamo utilizzato esclusivamente materie prime di lavorazione locale. Diciamo che si tratta di un menù tradizionale ma non troppo, altrimenti non mi avrebbero chiamata qui per questo evento (sorride, ndr). Possiamo definirlo un menù contaminato che si sposa molto con l’evento Anlaids che curiamo oggi e che mi sta particolarmente a cuore.