Sono ben 213 miliardi di dollari che finiscono nelle mani della criminalità organizzata in violazione delle norme sull’ambiente. Questa l’incredibile cifra riportata nell’ultimo rapporto delle Nazioni Unite e dell’Interpol. Ma non basta perché il commercio illegale di animali determina una stima pesantissima: ogni anno, solo in Africa, vengono uccisi 25mila esemplari di elefanti. Ed altre sono le specie a rischio.
Cifre milionarie a danno dell’ambiente
In questi giorni a Nairobi, in Kenya, sede generale del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), si è riunita la prima assemblea mondiale sull’ambiente delle Nazioni Unite. 1065 partecipanti, 163 Stati membri, 113 ministri, 40 eventi.
Il rapporto redatto prende in esame la situazione somala dei ribelli Shebab i quali ogni anno, grazie al commercio illegale del carbone, finanziano le loro attività con un giro di denaro che va dai 38 ai 56 milioni di euro; quelli ugandesi dell’LRA si arricchiscono con il commercio di avorio.
Ogni anno uccisi 25mila elefanti
Le stime sono pesantissime: ogni anno, in tutta l’Africa, circa 25 mila esemplari di elefanti vengono uccisi. Le specie a rischio sono molte. Il bracconaggio e il disboscamento illegale provocano perdite economiche, distruggono la biodiversità e il sostentamento, favoriscono la corruzione e sostengono i conflitti armati.
L’assemblea delle Nazioni Unite pone l’accento su l’ormai indiscusso legame tra la criminalità ambientale ed il finanziamento a gruppi terroristici che minacciano gravemente non solo l’equilibrio politico e sociale di molti paesi, ma anche il loro eco-sistema: la flora, la fauna, le foreste, vengono costantemente defraudate.
”Oltre all’impatto sull’ambiente, il commercio illegale di risorse naturali priva le economie dei paesi di miliardi di dollari che riempiono le tasche ai criminali”, ha dichiarato Achim Steiner, capo dell’UNEP.