Il Corniolo è una pianta dai molteplici usi. Anche l’etimologia del suo nome, in fondo, lo conferma. La parola latina “Cornus” si riferisce alla durezza del suo legno, simile appunto a quella del corno. La parola “Mas” invece significa “maschile”, in contrapposizione alla specie “Cornus Sanguinea” definita da Plinio “Cornus foemina”, cioè Corniolo femmina. Il corniolo fu utilizzato fin dall’antichità. Si tramanda che Romolo, il fondatore di Roma, per segnare il confine della futura città, abbia lanciato il suo giavellotto (cornus) verso il Palatino. Il manico di corniolo, conficcandosi nel suolo, radicò e fiorì a simboleggiare la futura potenza di Roma. Già ai tempi di Virgilio il fusto e i rami di questa pianta erano impiegati per realizzare gli attrezzi agricoli che richiedevano lunga durata e notevole robustezza: ruote, aratri, erpici, doghe di botte.
Corniolo, miti e leggende
Omero nelle sue opere parla di queste drupe oblunghe di color rosso, sottolineando come nel tempo passarono da esser cibo per i maiali ad essere consumate dalle famiglie.
Virgilio invece ne parla nell’Eneide narrando il fatto che il famoso cavallo fu costruito proprio grazie al legno di questa pianta.Da questo mito, i romani tendenzialmente costruivano le picche e i giavellotti con il legno di corniolo. In modo particolare i Bellonari, sacerdoti della dea Bellona, la Contesa Furente, lanciavano il bastone per dichiarare guerra.
Anche nella letteratura contemporanea il legno di corniolo è annoverato tra i materiali dalle qualità portentose: pare proprio che sia l’ideale per costruire le bacchette magiche, almeno secondo quel che dice J. K. Rowling, autrice del famoso Harry Potter.
Il suo caratteristico frutto commestibile sembra essere conosciuto fin dal Neolitico. Infatti sono stati ritrovati alcuni semi in dei resti di pietanze, che il carbonio 14 ha datato a circa 7000 anni fa.
La dote di essere commestibile non si è persa nei secoli: anche romani e greci si cibavano tranquillamente del frutto; usanza che sembra non essersi interrotta fino al 1800.
La mitologia riporta che è un albero legato ad Ulisse, il quale fece costruire il cavallo di Troia, con questo albero, che cresceva abbondante nei dintorni di Ilo. Non solo, quando approdò sull’isola della maga Circe, questa nutri i compagni di Ulisse trasformati in porci con i suoi frutti. La cavalleria e la fanteria greca, gli opliti per la precisione, utilizzavano delle lance di due metri molto simili tra di loro, fatte di corniolo: rispettivamente lo xyston e il doru.
in Serbia infatti il modo di dire “Sano come un pesce” cambia connotati e diventa “Zdrav kao dren”, traducibile letteralmente come “Sano come un corniolo”.
Il corniolo (Cornus Mas) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Cornaceae, ed a seconda delle zone in cui si trova prende nomi differenti, per esempio in Toscana viene chiamato grugnale, in Abruzzo prugnale, in Sicilia lo chiamano arvulu di corna.
Corniolo, proprietà
È un arbusto con foglie caduche altro 3 o 4 m e la corteccia ha dei rami verdi o grigi mentre, nella specie cornus sanguinea è rossastra. Le foglie sono opposte a due a due e sono di forma ovale allungata ed hanno l’ apice acuminato e la superficie è finemente pubescente. I fiori si sviluppano febbraio-marzo, prima delle comparsa delle foglie e sono riuniti in piccole ombrelle inserite a due a due lungo rami. I fiori hanno un piccolo calice composto da 4 denti e 4 petali gialli lanceolati ed acuminati. Il frutto è una drupa pendula lunga 2 cm, formata da una porzione esterna carnosa di colore rosso e da un nocciolo lungo e duro.
Cresce nelle macchine e nei boschi e lungo le siepi dalla regione mediterranea a quella montana di tutta Italia; è frequente al nord ed al centro,ma è molto raro al sud e a volte si trova nei giardini.
La corteccia si raccoglie in ottobre-novembre dopo la caduta delle foglie oppure a febbraio-marzo e si recidono alcuni rami di 12 cm di diametro, si taglia con un coltello la corteccia e strisce longitudinali e si dividono in pezzi lunghi 5-10 cm. I frutti si raccolgono in agosto-settembre quando sono ben maturi, la completa maturazione si riconosce dal colore rosso intenso e dall’aspetto traslucido della polpa, solo in questo stadio sono mangiabili altrimenti sono fortemente astringenti.
Il corniolo è una pianta che ha molteplici proprietà tra cui quelle astringenti, antidiarroiche e febbrifughe ed ha molti principi attivi come le mucillagini, tannini contenuti nella corteccia, l’acido malico e gli zuccheri.
La corteccia che è ricca di tannini ha proprietà astringenti interne ed esterne, antidiarroiche e febbrifughe. Analoghe caratteristiche hanno anche i frutti del corniolo le cui preparazione sono più gradevoli da consumare. I frutti possono essere mangiati freschi e se ne può bere il succo si possono fare dei decotti e delle conserve appetibili. Da quest’ultima forma si ricava la marmellata ed è gradita ai bambini ed è utile per risolvere le manifestazioni diarroiche.
I CONSIGLI DEL FARMACISTA
USARE LA CORTECCIA PER USO INTERNO COME ASTRINGENTE INTESTINALE E FEBBRIFUGO: FARE UN DECOTTO DI 2 GRAMMI IN 100 ML D’ACQUA PRENDERE DUE TAZZINE AL GIORNO. OPPURE UNA TINTURA :20 GRAMMI IN 100 ML DI ALCOOL A MACERO PER 10 GIORNI DUE O TRE MEZZI CUCCHIAI AL GIORNO. OPPURE UNA TINTURA VINOSA: 3 GRAMMI IN 100 ML DI VINO A UN MACELLO PER 10 GIORNI PRENDERE DUE BICCHIERI AL GIORNO.
USARE FRUTTI FRESCHI PER USO INTERNO COME ASTRINGENTE INTESTINALE: UN SUCCO 30 40 GRAMMI, UN DECOTTO 5 G IN 10 ML DI ACQUA, PRENDERE A CUCCHIAI DURANTE LA GIORNATA. OPPURE LA POLPA COME CONSERVA; FAR CUOCERE PER ALMENO MEZZ’ORA UNA PARTE DELLA POLPA DEI FRUTTI ESCLUDENDO I SEMI CON DUE PARTI DI ZUCCHERO, PRENDERE A CUCCHIAI.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
La specie è soggetta a restrizioni legali in alcuni Paesi. In molte regioni italiane è specie protetta ed è quindi vietata la raccolta.
special thanks to https://www.vecchiaerboristeria.it/