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Cop 23, clima sempre più a rischio

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Cerimonia d'apertura alla Cop 23

L’unica vera notizia della ultima conferenza Onu sui cambiamenti climatici è che la California tenterà di rispettare gli accordi di Parigi anche senza Bush. E’ stato chiaro, in questo senso, il governatore californiano Jerry Brown di fronte ai centinaia di leader locali e regionali riuniti a Bonn. “Non abbiamo il lusso di poter aspettare centinaia di anni per cambiare la nostra società  – ha ribadito – non possiamo attendere i nostri leader nazionali”. “La California – ha aggiunto all’ultimo Summit – non sta aspettando Trump”, perché “i cambiamenti climatici stanno avendo effetti ovunque”, ha insistito Brown fra gli applausi dei leader locali che, al termine del loro Summit, si sono impegnati a intraprendere “nuove e rapide iniziative per far rispettare gli Accordi di Parigi a tutti i livelli di governo”.

Cop 23, Brown contro il presidente americano

A Brown ha fatto eco, in chiusura del summit, l’ex governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger: “Il fatto che Trump si sia ritirato dall’Accordo di Parigi non significa niente, grazie ai governi subnazionali”, che continueranno a lavorare “come hanno sempre fatto”.

La dichiarazione d’intenti approvata due giorni fa dai leader locali stipula che lo sviluppo urbano sostenibile deve essere “parte integrante dell’urgente azione globale” necessaria per mettere in pratica l’intesa sul clima. Clima che, nonostante tutto, resta sempre più a rischio.

Cop 23, clima sempre più a rischio

La conferma arriva dalle ultime stime di Global Carbon Budget pubblicato sulle riviste Nature Climate Change, Environmental Research Letters ed Earth System Science Data Discussions e presentato a Bonn. Dopo tre anni di crescita praticamente nulla, nel 2017 le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) generate da industria e combustibili fossili torneranno a salire, del 2%. Un altro vero allarme per i rappresentanti dei 195 Paesi del mondo che si sono riuniti nella città tedesca.

Secondo gli scienziati quest’anno le emissioni globali prodotte dalle attività umane raggiungeranno 41 miliardi di tonnellate, a causa dell’atteso aumento del 2% nell’uso di combustibili fossili.

Cop23, accordi di Parigi ancora disattesi

Il ritorno alla crescita della CO2 è “una delusione”, afferma Corinne Le Quéré, direttrice del Tyndall Centre for Climate Change Research dell’ateneo britannico dell’East Anglia, autrice principale dello studio. Così, aggiunge, si rischia di non fare in tempo “a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi, figurarsi entro il grado e mezzo”.

Insomma, gli obiettivi dell’accordo di Parigi restano, ancora, disattesi.