Il 15 marzo 1940 Duke Ellington registra il suo famoso Concerto for Cootie dedicato al trombettista Cootie William, uno dei pilastri dell’orchestra di quel periodo.

La rinuncia agli effetti facili

Il brano è considerato uno dei migliori dell’intera opera ellingtoniana. A questa registrazione il musicologo e musicista francese André Hodeir ha dedicato un lungo saggio nel quale, tra l’altro, si dice che «Concerto For Cootie è un capolavoro perché lo strumentatore e il solista hanno rinunciato ad ogni seduzione di effetto facile, e perché la sostanza musicale è così ricca, che mai, neanche per un istante, suscita nell’ascoltatore monotonia. Concerto For Cootie è un capolavoro perché in esso i giochi sono scoperti, senza trucchi, e tutti vincenti: ci troviamo di fronte ad un vero concerto nel quale l’orchestra non fa da semplice sfondo e nel quale il solista non perde tempo in acrobazia tecniche di effetto gratuito. L’uno e l’altra hanno qualcosa da dire, lo dicono bene, e ciò che dicono è bello. Infine Concerto For Cootie è un capolavoro perché ciò che dice l’orchestra è il complemento indispensabile di ciò che dice il solista, niente vi è di troppo o di fuori posto, e l’opera raggiunge una perfetta unità».

Il canto del cigno di un rapporto

Nel momento in cui viene pubblicato il disco il sodalizio tra Ellington e Williams sembra essere indistruttibile e destinato a durare molto a lungo. Curiosamente però il rapporto tra i due inizia a incrinarsi e alla fine proprio il Concerto For Cootie verrà considerato una sorta di canto del cigno della collaborazione a anche dell’amicizia.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".