Una lunga polemica costellata da scontri aspri e smentite tiepide tra Claudio Villa e la stampa trova il suo culmine il 10 marzo 1957.
Il processo pubblico
In quel giorno il settimanale “Sorrisi e Canzoni” decide di intentare un “processo” pubblico al cantante. Tra i principali capi d’imputazione, oltre alla “stecca” nell’esecuzione al Festival di Sanremo del brano Cancello tra le rose, c’è anche la presunta la superficialità con la quale si è preparato al Festival. L’aggravante starebbe poi nella pretesa di interpretare le canzoni migliori.
Una querelle che dura a lungo
Alla luce delle accuse è evidente che, per i giornalisti del settimanale, avrebbe perso il senso della realtà e sarebbe in preda a un maniacale delirio di grandezza. La querelle durerà a lungo e vedrà l’intervento anche personaggi autorevoli affascinando il pubblico. Quello che a gran parte dei critici musicali di quel periodo sfugge è che con questo “processo” a Claudio Villa nasce il moderno “divismo” dei cantanti e finisce l’epoca che vedeva nei direttori d’orchestra gli onnipotenti artefici della fortune e delle sfortune della carriera di un interprete.