Home C'era una volta Clyde Lombardi, un bassista sottovalutato

Clyde Lombardi, un bassista sottovalutato

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Il 1° gennaio 1978 muore il contrabbassista Clyde Lombardi, le cui origini italiane sono intuibili dal vero nome di Claudio Lombardi.

Un ottimo maestro

Nato nel Bronx, a New York, il 18 febbraio 1922, a diciotto anni inizia a studiare lo strumento che l’accompagnerà per tutta la vita con un ottimo maestro: il primo contrabbasso della New York Philharmonic Orchestra, che lo segue per quattro anni. Nel 1942 fa il suo debutto nella formazione di Red Norvo con la quale rimane poco meno di due anni per poi entrare a far parte della formazione di Joe Marsala che gli dà anche la possibilità di fare la prima apparizione in sala di registrazione. Nel 1945 viene scritturato da Boyd Raeburn e successivamente passa con Benny Goodman con il quale rimane anche nel 1946 partecipando a numerose sedute discografiche già dal febbraio del 1945 con la grande orchestra e anche con il sestetto formato da Wilson, Norvo, Bryan e Feld.

Un basso apprezzato e richiesto

L’8 ottobre del 1946 Lombardi viene chiamato da Lennie Tristano per formare un trio con Billy Bauer. Nel 1947 e 1948 il contrabbassista suona nel gruppo di Charlie Ventura e nell’autunno del 1948 è di nuovo con Benny Goodman in un settetto con Fats Navarro e Wardell Gray per le registrazioni del film “A Song Is Born”, conosciuto in Italia con il titolo “Venere e il professore”. Al termine della lavorazione del film, Goodman torna a New York per formare una grande orchestra nella quale figura Lombardi che partecipa a numerose trasmissioni radiofoniche suonando e registrando anche in quartetto con Buddy Greco e Sonny Igoe. Nel 1951 e nel 1953 Lombardi è nelle formazioni di Red Norvo e successivamente inizia a lavorare come musicista indipendente nell’area di New York. La critica lo considera ancora oggi un bassista di ottima classe, ma molto sottovalutato malgrado abbia lavorato, a partire dal 1959, continuativamente per la CBS.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".