Clive Malcolm Griffiths o, se preferite, semplicemente Clive, è originario del Sussex, si è laureato in Lettere e Filosofia a Canterbury, ha preso l’abilitazione per l’insegnamento a Londra ed è poi approdato in Italia dove, nella metà degli anni ’80, ha iniziato la sua carriera come VJ nella storia Videomusic, prima tv italiana a proporre video musicali 24 ore su 24.
Lo ricorderete senz’altro ne Le Iene su Italia 1 o su Odeon tv in Fuori di zucca, ma anche su Rai 1 (Notte Rock) e poi su Mtv , All Music, Rai 2 Oggi Clive conduce Speak Easy, il famoso programma di Radio Montecarlo in cui insegna l’inglese attraverso la musica, aiutandosi con canzoni famose ed amatissime. La musica resta la sua passione, ma, pare, che abbia lo stesso sentimento anche nei confronti dell’ecologia, così iniziamo la nostra intervista.
Clive, quanto è importante oggi essere ‘green’?
In questo momento tantissimo, io sono veramente al verde… ‘unfortunately’ ma… per fortuna vivo in campagna, vicino Lucca… nel verde insomma! Lucca è una città bellissima ma ha una particolarità: piove sempre. Insomma no, in realtà non ha ‘mai’ piovuto da metà maggio fino ad un mese fa, mentre ora non smette più. C’è qualcosa che non va. Per essere ottimisti possiamo usare una metafora al contrario: “se l’acqua scarseggia, la papera non galleggia”!
No, aspetta, stai andando fuori tema. Torniamo a noi: Clive quanto sei vicino all’ecologia, hai una coscienza verde?
Bevo solo thé verde by the way… ma, rispondendo seriamente, ho dedicato una parte importante del mio passato all’ecologia mettendo a rischio la mia vita familiare ed economica. (Clive è stato il fondatore di “Ecologica”, festival sull’ecologia tra Roma Firenze e Bologna, negli anni dal 1995 al 1997 n.d.r.) Ma lasciando da parte i risultati personali perché dopo quell’esperienza continuo a pagare gli alimenti e ho dovuto anche vendere la mia casa ad Equitalia, lo sforzo che ho fatto per organizzare un festival “planetario” sull’ecologia (inteso sulla salute della terra e anche nostra personale) era motivato in parte perché ero diventato genitore ed iniziavo a farmi domande sul futuro. Comunque sia ho messo insieme WWF, Legambiente, Amici della Terra, Greenpeace ed anche un comitato scientifico… Sono stati giorni frenetici alla Fortezza da Basso di Firenze ma l’ecologia non tirava. Questo festival, nel quale c’erano gli stessi elementi – spettacoli, concerti, incontri, personaggi, divertimento e bla, bla, bla… di altri Festival che avevo organizzato e che sono andati benissimo, non ha avuto lo stesso ‘appeal’. E’ stato un disastro economico e in contemporanea sono spariti i soci ed è saltato il mio contratto con una famosa azienda di birra per la quale dovevo fare il testimonial. Tutto questo per dirvi che ho la coscienza verde a posto…
Dopo quell’esperienza ci sono state altre iniziative di questo genere?
Assolutamente no, anche se, andando indietro nel tempo, nel giornale dell’Università, ero il responsabile proprio della sezione ambiente, poi nel 1977 ho aperto un ristorante che offriva cibi bio, e negli anni ’80 ho fatto molte rubriche su questo argomento su Videomusic (www.clive.it/greenline/630-ecotime.html). Nel mio piccolo ho sempre cercato di stimolare la sensibilità verso il riciclaggio attraverso campagne come “Plastic Replastic” e dopo l’esperienza di Ecologica ho scelto di fare l’umile cittadino\contadino cercando di inquinare meno possibile. E poi sono orgoglioso del mio orto! “You are what you eat” (sometimes…).
Fai qualcosa di ecologicamente scorretto?
Purtroppo: c’è sempre un’eccezione ad ogni regola e io, che sono inglese, faccio qualcosa tutti giorni, qualcosa che nessun inglese fa e che comporta un consumo elevato di acqua e gas. Mi lavo… E non sotto la doccia, dove si consuma meno… ma nella vasca da bagno, lì dove in Inghilterra tengono le piante, (l’igiene personale è un po’ differente da quelle parti: inquinano molto meno perché fanno un bagno alla settimana…forse…). Sdraiato nell’acqua io riesco a rilassarmi e pensare e ponderare, come Marat…
Non ti rilassare troppo ora… parliamo di politica, o, meglio, cosa fa la politica per l’ecologia?
Ritengo che a livello internazionale e su questioni planetarie bisogna pensare globalmente (e mangiare e bere locale), ma credo proprio che siamo messi piuttosto male. Io, che ho dato un piccolo contributo economico alla campagna elettorale di Barack Obama sono rimasto molto deluso quando al grande convegno di Copenhagen nel 2009, Obama ha mandato gli stessi “esperti” e consulenti che aveva Bush e così non si è combinato un tubo proprio nel momento in cui i cinesi erano disponibili a diventare più “verdi”. Avevo amici dall’Australia nei vari incontri importanti ed anche amici francesi ed inglesi fuori a protestare. No ‘green deal’. Peccato!
In Italia invece? Ti senti più italiano che inglese?
Ho tanto sperato che, con la morte dell’Avvocato, avremmo potuto disfarci di un po’ di gomma (che tra l’altro non si può riciclare) dalla strada. Siamo il paese con il più elevato uso di camion del mondo, e la ferrovia che fa? Investe miliardi a fare treni veloci, tagliando in due paesaggi bellissimi, ma non si cura di investire sul trasporto delle merci. Non sono affatto d’accordo nel criticare il cittadino che non fa la differenziata. Le amminstrazioni pubbliche non hanno mai spiegato cosa vuol dire riciclare. Tanto tempo fa, abitavo in un sobborgo di Lucca, all’improvviso apparve una campana colorata dove si poteva infilare il vetro e plastica senza che nessuno si fosse preso la briga di spiegare alla popolazione cos’era e a cosa serviva. Sembrava un extraterrestre, almeno ai miei vicini di casa. E le televisioni pubbliche ci danno forse quelle informazioni che sono sconosciute ai nostri amministratori? No! Ci voleva il disastro di Napoli per aprirci gli occhi…
Ammesso che abbiamo davvero aperto gli occhi, ora, che mondo vorresti?
Il mondo che vorrei? Me lo chiedi perché sono più alto di Silvio che si è limitato a “L’Italia che vorrei”? Io credo che i nemici numero uno della salute green sono coloro che non solo distruggono l’habitat degli altri esseri viventi, tutti, ma distrugge il proprio habitat da solo! E siamo noi. Posso rispondere seriamente alla tua prima domanda? Me la rifai in inglese?
Ok, how is it important for you to think green?
Secondo me è fondamentale per noi stessi, per la salute e non solo, per il futuro del pianeta ecc ecc… Scusate se sono un po’ palloso e penso sempre ai testi della canzoni che hanno fatto la colonna sonora della nostra vita (Ti ricordo che faccio un programma basato sui testi delle hit che potete scaricare gratis da qui), ma vorrei salutarvi con una canzone dei Police che dice tutto: “One World (not three)”, un mondo solo, non tre …siamo nella stessa barca…
One world is enough for all of us The third world breathes our air tomorrow We live on the time we borrow I don’t want to bring a sour note Remember this before you vote We can all sink or we all float ‘Cos we’re all in the same big boat It may seem a million miles away But it gets a little closer everyday One world…