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Clima, occhi puntati su Marrakech

Clima

Si è aperta a Marrakech la 22esima conferenza Onu sul clima. Gli occhi sono puntati sulle grandi potenze, sulle decisioni che si attendono urgenti per il gravissimo cambiamento climatico in atto. Fino al 18 novembre proprio da Marrakech la politica dovrà cercare risposte serie al futuro del Pianeta.

Clima, si apre la 22esima conferenza Onu

Il punto è chiaro: cento paesi dei 197 presenti a Marrakech hanno formalmente siglato l’accordo di Parigi. Il 15 novembre proprio questi si troveranno a discutere per tentare di capire quale potrebbe essere la strategia più valida per il piano già approvato in Francia. Quel che conta è che a Marrakech saranno presenti anche i Paesi in via di sviluppo per presentare la road map per le iniziative pubbliche e private utili per questo scopo e, soprattutto, per incrementare una battaglia dirimente contro il riscaldamento climatico.

Clima, a Marrakesh protagonisti i paesi in via di sviluppo

Secondo i dati Onu occorrono dai 5 ai 7 mila miliardi all’anno per raggiungere un modello di sviluppo sostenibile. Si dovrà pertanto decidere e proprio da questo summit uno stanziamento di 100 miliardi di dollari l’anno, fino al 2010, a sostegno dell’azione climatica proprio nei paesi in via di sviluppo. E’ Salaheddine Mezouar ad aver ricevuto il testimone della presidenza di questa conferenza dalle mani di Sègolène Royal, ministro dell’ambiente in Francia e presidente Cop21.

Clima, una conferenza determinante contro il cambiamento climatico

Parigi ha fissato a grandi linee quali sono gli obiettivi per combattere il cambiamento climatico. Ora gli occhi sono puntati su quel che accadrà proprio qui in Marocco che dovrà, al contrario, tracciare un percorso attuativo di quello schema.   Mezouar parla di un “cambio di rotta, per un dinamismo virtuoso”. Ma sono necessari anche dei seri controlli scientifici. La soglia limite del riscaldamento è una misura media dalla quale dipende la vulnerabilità di molti Paesi come è per l’agricoltura in zone come l’Africa ed il Sudamerica e proprio qui il rischio è molto alto.
E quello che accade sotto gli occhi di tutti, con disastri ambientali continui,  rende determinante anche le decisioni che si prenderanno a pochi passi dai palazzi reali di Marrakesh. Di questa responsabilità ne è pienamente convinto anche il presidente Mezouar: “Ci si aspetta che da Marrakech si tracci la mappa di chi soffre di più e di chi inquina di più. Ed occorre un’accelerazione dinamica… da Marrakesh partirà il cardine di un nuovo corso della politica ambientale del mondo. L’atmosfera è estremamente positiva, sarà la conferenza dell’azione”. O, per lo meno, questo è l’auspicio.

E sono le associazioni ambientalisti ad esortare affinché la COP22 di Marrakech segni una svolta in difesa del Pianeta. Secondo l’United Nations Environment Programme (UNEP) il Pianeta – sostiene Greenpeace – si troverebbe a fronteggiare un aumento medio di temperatura doppio rispetto agli obiettivi stabiliti a Parigi, anche in caso tutti i Paesi dovessero confermare il proprio contributo in termini di riduzione delle emissioni.

 Clima Greenpeace: “Agire subito”

«Questa differenza tra obiettivi e azioni è un problema che va risolto subito, con tagli delle emissioni più cospicui e veloci per ogni Paese, come evidenziato anche dall’UNEP», afferma Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. «Occorre dunque che i governi si impegnino per presentare un piano biennale per una diminuzione delle emissioni più rapida e aumentare il supporto a quei Paesi già oggi gravemente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici».

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