Secondo i media, la provincia cinese di Guangdong ha recentemente preso il comando per diventare il pioniere delle attività “green” in Cina. Guangdong è infatti una delle 13 regioni-pilota che il governo Cinese ha recentemente selezionato per “esplorare” le pratiche a bassa emissione di carbonio.
Guandong pronta alla green economy
Finora, Guangdong è stata l’unica regione-pilota a sviluppare un piano completo che mira ad uno sviluppo low-carbon*, il quale è stato repentinamente promosso dal Governo Centrale.
Nel Gennaio 2012, la Commissione per lo Sviluppo Nazionale e per la Riforma (CSNR) ha esaminato e successivamente “approvato con commenti positivi” il “Piano di Attuazione per Programmi a Basse Emissioni di Carbonio” (da ora in avanti PAPBEC) di Guangdong. Anche se questo programma non è ancora stato reso pubblico, esso prevede otto “azioni chiave”:
1. Promuovere lo sviluppo a basse emissioni di carbonio in tutti i settori;
2. Ottimizzare la struttura della produzione e del consumo energetico;
3. Continuare le azioni che puntano al risparmio energetico e migliorarne l’efficienza;
4. Sviluppare metodi di trasporto a bassa emissione di carbonio;
5. Esplorare misure di sviluppo a bassa emissione di carbonio;
6. Rendere “green” la provincia;
7. Esplorare nuovi meccanismi e/o istituzioni per lo sviluppo a bassa emissione di carbonio, e
8. Stabilire un vero e proprio regime di sostegno a queste attività.
Sebbene i dettagli di questo progetto restano vaghi, le azioni presenti in esso sembrano andare nella giusta direzione. Nel frattempo, gli obiettivi della regione di Guangdong a supporto di uno sviluppo “green” sono in linea con il piano del Governo Centrale:
– ridurre il livello di carbonio – delle emissioni di anidride carbonica – del 19,5% entro il 2015 (rispetto al 2010);
– ridurre il livello di carbonio oltre il 45% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 2005).
Guandong sarà in grado di ottenere i risultati promessi?
Questi obiettivi risultano impressionanti sulla carta, eppure, ciò che veramente conta, sono le azioni concrete. Guangdong sarà in grado di ottenere i risultati promessi? Dopotutto, vecchie documentazioni ufficiali dimostrano come il Governo Nazionale non sia stato in grado di raggiungere nessuno degli obiettivi prefissa si: nei primi mesi del 2011, il Governo ha ammesso che la Cina ha ottenuto soltanto un 19,1 % di riduzione del consumo energetico nel corso dell’undicesimo Five-Years Period (2006-10), non riuscendo a raggiungere quindi il prefissato 20%.
Nel Marzo del 2012, il Presidente del CSNR, Zhang Ping, ha annunciato che il consumo energetico è sceso solo del 2,01 % nel 2011, non riuscendo così a raggiungere l’obiettivo del 3,5 % annuale.
Da un lato, queste carenze indicano che la Cina potrebbe affrontare sfide senza precedenti nel perseguire una crescita “green”. Dall’altro, però, questi dati mettono in evidenza la necessità di adozione di misure più audaci e ambiziose, che è esattamente quello che la provincia di Guangdong sta tentando si fare.
Il governo provinciale ha riconosciuto che i tagli alle emissioni previsti dal PAPBEC non sarà facile. Gran parte delle riduzioni saranno possibili solamente dopo vari “aggiustamenti settoriali” ed economici. Obiettivo (non facile) della provincia sono il mantenimento della crescita economica insieme ad una forte riduzione delle emissioni. Nuovamente, i dubbi rimangono circa attuazione e attualizzazione del progetto, eppure si spera che la provincia cinese di Guangdong riesca nel suo intento “green” senza che il suo progetto risulti in un totale fallimento.
*Low-carbon: a basse emissioni e/o semplicemente “green”.