Decine di migliaia di calamari Humboldt (Dosidicus gigas) sono stati rinvenuti spiaggiati sull’isola cilena di Santa María, di fronte alle coste della provincia di Arauco. Come spesso sucecde in questi casi, gli scienziati sono per ora all’oscuro delle cause che possono aver provocato la moria di massa.
Cile. Una strage di calamari giganti
Un’immagine apocalittica è quella che si perde a vista d’occhio sulle spiagge di Santa Marìa. Decine di migliaia di calamari ammassati uno sull’altro ci ricordano che la natura richiama la nostra attenzione: non è la prima volta infatti, che episodi di questo genere si verificano e, in ogni parte del mondo, coinvolgono molte specie di pesci, cetacei, stella marine o tartarughe.
Secondo gli esperti i calamari di Humboldt potrebbero essere morti a causa dell’aumento della temperatura marina dell’acqua in relazione con il fenomeno El Niño, ma non sono state escluse eventuali altre fonti di inquinamento. Anche se gli abitanti di Santa Marìa sono ormai abituati a questo tipo di fenomeno (lo spiaggiamento di pesci o cefalopodi infatti, si verifica di tanto in tanto in questo periodo dell’anno), è la prima volta che il fenomeno raggiunge proporzioni bibliche.
La decomposizione degli animali, oltre a generare un odore insopportabile, sta diventato un problema molto serio per la popolazione locale, in gara contro il tempo per seppellire le carcasse che si decompongono velocemente, con numerose ruspe.
Per cercare di chiarire il fenomeno, i tecnici del Servizio nazionale per la pesca e l’acquacoltura (Sernapesca) hanno raccolto campioni di calamari e di acqua marina per analizzarli in centri specializzati.
Il fenomeno dell’Upwelling
Rodrigo Valencia, dipendente di Sernapesca, spiega che lo spiaggiamento dei calamari di Humboldt potrbbe esser stato causato dal cosiddetto upwelling (fenomeno oceanografico che riguarda il movimento di grandi masse di acqua fredda più densa e ricca di nutrienti che dalle profondità risalgono in superficie, andando a rimpiazzare l’acqua superficiale più calda e ormai povera di nutrienti).
Questo fenomeno attira solitamente balene ed altri predatori che trovano per questo facile nutrimento, in questo caso però, l’upwelling avrebbe provocato “un crollo dei livelli di ossigeno che ha portato alla morte di queste creature”, ha dichiarato Rodrigo Valencia.