Home C'era una volta Charlie Love, una cornetta dell’old jazz

Charlie Love, una cornetta dell’old jazz

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Il 7 agosto 1963 muore a New Orleans, in Louisiana, Charlie Love, una delle più significative cornette del jazz delle origini.

I primi passi con il padre

Nato a Plaquemine, in Louisiana, nel 1885, inizia a suonare la cornetta da ragazzo sotto la guida del padre, solista di cornetta e di trombone nella Pickwick Brass Band e proprio in una orchestra diretta dal padre ottiene il suo primo ingaggio. Della stessa formazione fa parte anche Dennis Williams, fratello del più celebre Clarence. Successivamente entra nella Plaquemine Brass Band prima di trasferirsi, nel 1915, a Vera Cruz alla testa di una sua orchestra. Nel 1917 suona con la Caddo Jazz Band prima a Shreveport e poi a Chicago. Rientrato a New Orleans si esibisce con la Excelsior e con la Tuxedo Brass Band e nel 1925 viene chiamato a sostituire Andrew Kimball nell’orchestra di Robichaux al Lyric Theatre. Questo ingaggio gli consente di farsi notare dalla critica che cominci a parlare di lui come dell’erede di Edward Clem, uno dei più espressivi trombettisti blues di New Orleans.

Il ragtime orchestrale

Durante gli anni della depressione suona con il batterista Henry Russ, il sassofonista Sport Young e il trombonista Boots Young. Nel dopoguerra ritorna alla ribalta con la jazz band del clarinettista Louis Nelson Delisle e negli anni Cinquanta suona all’Happy Landing alla testa di una sua formazione che comprende Joe Avery, Emile Barnes, Albert Glenny e Albert Jiles. Proprio con  Albert Jiles all’inizio degli anni Sessanta forma la Love Jiles Ragtime Orchestra con la quale ripropone le vecchie partiture di Robichaux ripresentando al pubblico l’originale “ragtime orchestrale”.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".